16.

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Tu non capisci.


Chiudevo gli occhi e rivedevo i suoi, che mi guardavano con quello sguardo assente, ma allo stesso tempo troppo pesante e potente da poter sopportare. Sentivo come un vuoto dentro di me a ricordarmi quella scena, a ricordarlo. Come se potesse in qualche modo impossessarsi di me, prendere controllo su di me. Che caos che c'era dentro la mia testa, dentro di me, mi sentivo uno schifo, o forse sono uno schifo. Dai, voi però volete sapere cosa sia successo oggi no? Volete sapere perché mi sento così? Volete conoscere dal principio. Be, vi accontento.
Tutto iniziò ieri sera, nel bel mezzo della notte; forse erano le quattro, forse le cinque, non ricordo perfettamente. Stavo dormendo, ero sola in casa perché Naomi si era fermata a dormire da Thomas e Dylan era sparito. Quando qualcuno bussò alla porta, incessantemente. Così scesi in pigiama per uscire fuori e mi ritrovai lui, Dylan, con una bottiglia in mano, mezzo ubriaco, mezzo morto dentro, implorare dolore. Mi fiondai su di lui in un abbraccio. E più o meno finì così la conversazione:

《Che succede?》Chiesi velocemente. Ma mi levò subito di dosso.

《Oh levati, cristo!》

《Dylan..》

《Zitta, puttana.》

《Cosa?》

《Che cosa mi hai fatto eh? Come cazzo mi hai ridotto?》

《Dylan, che cazzo dici?》

《Tu non capisci.》

《Ma di cosa stai parlando?》Urlai, fottendomene dell'orario, fottendomene dei vicini.

《Mi hai rovinato Allison, tu. Mi hai rovinato.》

Così finì. Così si girò e se ne andò. Non credevo potessi riprovare ancora quel vuoto dentro, quel vuoto che hai quando una persona se ne va dalla tua vita. Solo una volta ho provato questa sensazione. Non volevo più sentirmi così, dipendente da qualcuno, dipendente da lui. Così dopo avervi raccontato tutto, sono ancora qui, in camera a piangermi addosso.
Ma ora basta. Basta dipendere da lui. Prendo le sigarette e me ne esco da qui, prima di impazzire, prima di morire.
Scesi le scalette di casa e mi incamminai verso il parco di fianco a questo piccolo quartiere che ci tiene intrappolati in questa realtà odiata da tutti e amata da pochi.
Forse è proprio questo il problema, siamo convinti di essere intrappolati in città che vorremmo bruciare. Siamo convinti di essere bloccati in questa realtà, ma se non fosse davvero così? Se fosse possibile andare via? Scappare? Il mondo sarebbe più semplice così.. Sarebbe più leggero.
Tuttavia i miei ragionamenti non avevano senso alle 6 del mattino.

《Credevo fossi una ragazza stile 'dormo fino alla conclusione della terza guerra mondiale'.》

Che cosa ci faceva lì?

_____

Si è cortissimo lo so, e l'ho pubblicato dopo 3 settimane.. ma sto risistemando tutti i capitoli e non sapevo come continuare. Prendetelo come un capitolo in transito.
Tranquilli, la storia durerà ancora una ventina di capitoli, intanto mi piacerebbe sapere come vorreste che continuasse la storia.
Baci!
-Diana.

Psycho - Dylan O'Brien [Stallison]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora