La festa dei folli

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LA FESTA DEI FOLLI

GRINGOIRE:

La Festa dei folli

La Festa dei folli
La Festa dei folli
La Festa dei folli
Lasciate che sia mia
La voce che da il via
E spinge l'allegria
Folle alla follia
La Festa dei folli
La Festa dei folli
E che il più brutto sia
Trovato e fatto Papa
In piazza per la sua
Fisionomia pazza
E quello che farà
Più orrore con la sua
Mostruosità sarà
Eletto e cosi sia
Il Papa e' lui
Il Papa e' lui
E quello che sara
Più orrendo regnerà
Il Papa è lui
E' la
E' lui

Ma lui chi e
Che fa, cos'è 
e lui che va
Di qua, di la
Ma lui chi e?
Ma quello la chi e'?

Quel mostro che laggiù
Nascosto se ne sta
Nel suo mostruoso buio
Il Papa e' lui
Il Papa e' lui
E' quello che ci fa
Più orrore e regnerà
Il Papa e' lui
E il campanaro e ha
La gobba su di se
Più brutto non ce n'e
e lui Quasimodo
E guarda come guarda
La gonna di Esmeralda

e gobbo e zoppo e orbo
e orrendo e regnerà
Il Papa e lui
Il Papa e lui
e orrendo e regnerà
e orrendo e regnerà
Quasimodo e orrendo e regnerà
e orrendo e regnerà
Il Papa e lui
e orrendo e regnerà
e orrendo e regnerà
Quasimodo
Il Papa è lui

Appena scese dalle scale, lungo la porta principale, Quasimodo entrò in piazza. Appena fu visto,
Quasimodo venne legato a una ruota del carro e venne alzato sino a raggiungere la vetta del campanile della cattedrale e poi fu lasciato cadere e a metà dell' altezza dell' enorme chiesa della Senna , la ruota fu arrestato e a Quasimodo venne messa una corona in testa e un mantello rosso porpora, deridendolo a causa del suo aspetto. Gli si fece anche vicino Esmeralda, e lui la guardava intensamente. 

IL PAPA DEI FOLLI

QUASIMODO:

Oggi no
Tutti i giorni ma oggi no
Non scherzate su di me
Ragazze non ridete
Il papa e qui
E sono io
E' il giorno della festa
dell'Epifania
E per un giorno
su ogni testa ho signoria

Mi amerai?
Mia Esmeralda
Mi amerai mai?
Ti importa assai
Mia Esmeralda
Ti importa assai

Che il Papa e qui
E il papa sono
Pazzo di te
Io sono un Re 

Frollo entrando in piazza, diede ordini alle guardie del re, di spazzare via bancarelle ribadendo che Notre Dame era la chiesa del Signore e chiamando Quasimodo da parte, gli mise a parlare riguardo al pericolo dei gitani.

LA STREGA

FROLLO:

Attenzione !
L'inferno è con lei è una zingara, è una straniera
E una strega, una cagna, una gatta
Va scalza alludendo alla sua nudità
E un peccato mortale, è magia
Dovrebbe vivere in gabbia
Che lei non possa strappare
I nostri cuori onesti
Incatenati a Notre Dame
Stasera le arriveremo più vicino
E poi la prenderemo
E l'imprigioneremo in una torre
E li le mostreremo
La religione di Gesù Cristo
Del ventre santo di Maria

QUASIMODO:

Da me quaisiasi cosa solo se
La domandassi a me
Io lo farei soltanto se tu
Tu la chiedessi a me
Io la farei per te
Io lo farò per te

IL TROVATELLO

QUASIMODO:

Se fui bambino anch'io
Fu perché fosti tu
La vita per me
Fu perché fosti tu
Quello che mi adotto
E che non mi chiamo
Mai mostro
Chi, e chi se non tu
Mi nutri, mi ascolto
Mi protesse e soffri forse un poco per me
Chi mi diede la gioia
Le campane che io
Suonai
Con te, per te io parlai
E scrissi e lessi e mai

Nei tuoi pensieri entrai
Profondamente mai
Tu mi hai legato
Come un cane
E mai un cane
Ha tanto amato, mai
Io ti appartengo
Piu di un cane
E mai un cane
Ha tanto amato, mai

A quel punto la festa finì a causa dell' ora tardi, e Quasimodo rientrò nella chiesa assieme a Frollo, mentre pensava ancora alla sua gitana. 


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