Capitolo 1: Un breve racconto

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Una raggio di sole mi riscalda il viso facendomi nascondere sotto le coperte per continuare a dormire beatamente; un leggero venticello di aria fresca entra nella stanza portando un meraviglioso profumo di rose.

Mi alzo dal letto stiracchiandomi pronta per un'altra giornata di duro lavoro. Davanti a me ancora sotto le coperte, mia sorella Mia che dorme profondamente come un piccolo cucciolo.

Scendo dalle scale per arrivare in salotto dove vengo accolta dal meraviglioso sorriso di mia madre Idrial seduta a tavola che sorseggia il te hai frutti di bosco. Mi siedo a tavola mentre mia madre mi osserva e mi porge delicatamente la mia ciotola piena di frutta fresca.

<<Rose tua sorella ha intenzione di alzarsi questa mattina?>> domanda la meravigliosa donna che mi ha messo al mondo circa 17 anni fa. Lei è sempre stata una meravigliosa madre, sempre ben vestita e molto educata, disponibile con tutti oltre ad essere un'eccezionale guerriera.

<<Penso proprio che anche oggi non uscita di casa.>> rispondo mentre continuo a mangiare la mia frutta ed a sorseggiare il te.

Pochi mesi fa mia sorella minore Mia di 15 anni, è stata lasciata proprio il giorno del matrimonio che si teneva nel tempio delle rose dove si celebrano tutti i rituali. D'allora non ha più contatti con l'esterno, è sempre chiusa in casa ad aiutare nostra madre.
Nel nostro villaggio al compiere di 15 anni si celebra il matrimonio con la persona che reputi idonea a rimanere al tuo fianco; ma oltre a me, non conosco nessuno che alla mia età non sia sposato.

Finita la mia colazione depongo la ciotola e la tazza nel lavandino per poi dirigermi verso la porta.

<<Rose>> sento chiamarmi.

<<Si madre?>>

<<Aranel è insieme ad Admir da tuo nonno, raggiungili il prima possibile.>> conclude mia madre mandandomi un bacio.

Sono ormai fuori casa mia e mi dirigo verso il bosco in compagnia di Luna, la mia lupa bianca con una particolarità innata del suo clan, un occhio azzurro ed un occhio verde. Ormai sono passati anni da quando ho incontrato Luna dormire sotto un'albero. All'inizio non ci avevo fatto caso e per sbaglio inciampo su di lei svegliandola notando immediatamente i suoi due occhi. La capacità del suo clan è quella di identificare la purezza, i luoghi sacri, diciamo che il loro compito e quello di difendere questi luoghi dalle forze oscure; infatti hanno tutti gli occhi blu. Ma la cosa che mi affascino particolarmente è  il suo occhio verde, segno di comando e di saggezza.

Riguardo a me ed al mio popolo invece, rispettiamo molto il nostro Re, la nostra guida. Il nostro re, p un anziano molto saggio e rispettato da tutti per le sue gesta eroiche. Lo rispettiamo molto come rispettiamo ogni singola famiglia.

Il rispetto per la famiglia è molto in vigore nel nostro popolo anche se per mia sorella è tutta una sciocchezza. Quando si parla con uno della nostra famiglia se lo chiama sempre per nome sopratutto ad un'anziano, mentre dire: madre o padre è anche un segno di rispetto che solo noi figli di sangue possiamo chiamarli in tale modo.

Io e Luna siamo arrivati in prossimità del castello dove soggiorna il re. Mi accingo ad entrare. Vengo accolta subito dalla servitù con un inchino.

<<Bentornata signorina Rose,  il re e Aranel la stanno aspettando. Ci segua>> dicono in coro le tre tra ragazze della servitù che mi accompagnano all'esterno del castello nel meraviglioso pieno di alberi e fuori che emanano il loro profumo.

<<Mia cara nipotina, ben tornata. Desideri un bicchiere di rugiada?>> mi chiede il re. Esatto! io lono la nipote, primogenita del re.

<<Ti ringrazio nonno, ma sono venuta qui solo per parlare con mio padre>>

<<Oh, lo trovi seduto la in fondo con Coran.>> risponde mentre sorseggia il suo bicchiere di rugiada fresca.

Mi incammino con Luna verso l'enorme arco posto pochi metri da me, in corrispondenza di una cascata.

<<Buongiorno padre>> dico in lontananza richiamando la sua attenzione e quella di Coran, il suo animale guida.

<<Eccola la mia piccola elfa. Vieni, siediti vicino a me>> mi invita a sedere mentre accarezza il suo grifone. Ogni elfo ha un'animale guida. All'età di 14 anni durante un rituale ogni elfo viene messo alla prova, una prova di sopravvivenza e di coraggio per la ricerca del suo animale guida anche se...io non ne ho ancora uno.

<<Padre, sono venuta qui perché volevo chiederti una cosa>> mi blocca e abbasso la testa mentre accarezzo Luna che si accovaccia al mio fianco.

<<Riguardo il tuo animale guida? Non preoccuparti arriverà il momento in cui riuscirai a trovarlo>> risponde per poi alzarmi lo sguardo.

<<Tu sei la figlia di un potente guerriero che non si è mai tirato in dietro. Non preoccuparti, pensa solamente alla prossima prova che ti aspetta. Preparati bene perché è una sfida che dovrai superare da sola con tutte le tue forze. Vai ad allenarti ora.>> conclude mio padre dandomi un bacio sulla fronte.

Dopo aver parlato con mio padre mi dirigo verso il bosco fermandomi davanti all'enorme grotta dove avvera la prossima sfida. Rimando ad osservare il fitto bosco, cupo e spaventoso. Questo posto mette davvero i brividi, non oso immaginare quando dovrò superare la grotta e infiltrarmi nel bosco solamente con la mia spada e con i miei poteri. Nessuno sa di cosa si tratta questa sfida, si sa solamente che tutto è lecito, non ci sono regole con la probabilità che si vada in contro alla morte.

La leggenda di RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora