Capitolo 2: La fata

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Nella foto la fata Betula.

Mi trovo in prossimità di una radura, dove mi alleno spesso con la magia e con la spada. Non saorei quanto tempo dia passato, ma sono veramente stanca.

Deposito da mia spada nella sua custodia.Mi dirigo verso il fiume che scorre poco più avanti di me per rinfrescarmi e rilassarmi.

Rimango li per qualche minuto a godermi il meraviglioso sole anche se, sarebbe ora di rientrare a casa e riposarmi. Con controvoglia, mi alzo e afferrando la mia spada, mi dirigo verso casa dove vedo mio padre esercitarsi con la spada.

<<Finalmente sei tornata. Vuoi fare un piccolo combattimento per testare la tua forza?>> mi domanda mentre continua a maneggiare la spada come se nulla fosse. I movimenti sono coordinati, fluidi e decisi; sembra che stia maneggiando una piuma.

<<Certo!>> rispondo entusiasta cosi mi avvicino a lui.

Iniziamo!

Si sente il rumore delle lame colpirsi più volte, le gocce di sudore scendono per il viso.

Mio padre non sembra stanco anzi...sembra che qualsiasi colpo gli infliggo per lui sia tutto una sciocchezza.

Dopo un po, cado a terra sfrenata e senza forze. Mio padre mi fissa con un sorriso per poi sedersi al mio fianco.

<<Sei diventata davvero forte e molto determinata. Sono fiero di te>> afferma mio padre dandomi un bacio sulla fronte per poi dirigersi verso il bosco.

Dopo una bella mangiata, decido di portare mia sorella a fare quattro passi per il paese, illuminato da meravigliosi fiori di ogni colore, con le lucciole che si appoggiano ad essi.

Ci sediamo in prossimità di una fontana. <<Era da molto tempo che non uscivo di casa. Non mi ricordavo di tutti questi colori e di tutta questa allegria.>> inizia il discorso Mia che per la prima volta vedo sorridere.

<<Devo ammettere che la situazione è un po strana. Ormai è passato tanto tempo da quando ti portavo con me qui in paese.>> continuo. Lei si avvicina e mi abbraccia.

Rimaniamo così per circa un minuto, perché subito dopo, si sentono delle urla provenire da un negozio. Io e Mia ci alziamo ed iniziamo a correre per vedere cosa succede e veniamo bloccati da alcune guardie.

<<Lasciatemi passare!>> ordino. Le guardie ci riconoscono e ci lasciano proseguire.

Vedo una ragazza distesa a terra. Il colore della sua pelle è roseo come il mio, i capelli lunghi e biondi come me ma con un qualcosa di particolare...non ha le orecchie a punta. Non riesco a capire che cosa fosso così ordino alle guardie di chiamare il re e mio padre.

Le sollevo la testa appoggiandola sulle mie gambe. Il suo vestito color oro è tutto rovinato, strappato e sporco di sangue. Mando Mia a prendere dell'acqua mentre chiedo aiuto alla proprietaria del negozio ma si rifiuta. La gente intorno a me sembra spaventata. Mentre gli osservo e li sento urlare, una guardia si avvicina a me avvisandomi dell'arrivo di mio padre,

Mia ritorna con dell'acqua. Aiutiamo questa ragazza a bere e la rinfreschiamo un po. Notiamo subito che inizia a riprendere conoscenza anche se pero poco tempo.

<<Aiutateci>> sussurra la ragazza per poi svenire di nuovo.

Vedo mio nonno e mio padre correrci in contro seguiti da delle guardie ch esaminano subito il posto e interrogano tutte le persone li presenti.

<<Rose! Cosa è successo?>> domanda il re mentre controlla la ragazza.

<<Eravamo sedute la giù e ad un certo punto abbiamo sentito urlare così io e Mia siamo corse subito qui. Ho visto questa ragazza a terra e...>>

La leggenda di RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora