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Quando ero tornata a casa avevo trovato diversi scatoloni ad attendermi nella mia camera.
Perfetto, finalmente una parte della mia camera di Chicago era arrivata anche a Sydney!

-WOW! La tua camera è stra fantastica! Beata te, io ho quella più piccola perché Ethan voleva quella più grande, mentre i gemelli essendo in due devono avere un sacco di spazio a disposizione e bla bla bla. I miei genitori non capiscono che essendo una ragazza ho bisogno di un sacco di spazio! Cioè quale ragazza di sedici anni ha a momenti un sottoscala come camera?! Voglio dire, persino ad Harry Potter, che passava a casa due mesi scarsi, aveva una camera più grande della mia!- disse Elise.

Quella ragazza era fantastica, riusciva a inserire Harry Potter in un monologo sulle camere.

-Beh Harry Potter ha vissuto per undici anni in quel sottoscala, e sono sicura che la tua camera non sia poi così piccola- dissi scartando uno degli scatoloni.

All'interno c'erano numerosi libri che avevano occupato le mensole della mia libreria per anni.

-Appena vedrai la mia camera ti ricrederai sicuramente! Ehi ma quante foto!- esclamò la mia amica aprendo un altro degli scatoloni.- Sono i tuoi amici questi?

Mi avvicinai, e appena vidi la foto che teneva fra le mani sorrisi. Eravamo a Malibu, in uno di quei bar sulla spiaggia che sono ovunque. Eravamo felici, con i capelli tutti bagnati e la pelle abbronzata.

-Si, sono loro- dissi semplicemente.

-Sembrate felici.

-Lo eravamo, e tanto.

-Dove eravate esattamente? Non sembra per niente Chicago- disse guardando con maggiore attenzione la foto.

-Eravamo a Malibu. Un posto da sballo.

-Wow! E dire che i miei genitori non mi fanno andare neanche a Melbourne.

-Oh ma i nostri genitori non lo sapevano- dissi allontanandomi leggermente e iniziando ad aprire i vari scatoloni che trovavo sotto mano.

-In che senso i vostri genitori non lo sapevano?

-Beh lo scorso maggio siamo scappati da Chicago e siamo stati due settimane a Malibu.

-COSA?!- esclamò Elise sconvolta.

-Sono state solo due settimane, la fate tutti così tragica! Ci siamo divertiti, e non abbiamo fatto nulla di male- dissi prendendo degli spartiti da pianoforte in mano e vedendo quali mi fossero arrivati.

-Siete andati in un altro Stato! E tu eri minorenne!- Elise era sempre più sconvolta.

-In realtà lo eravamo quasi tutti, e si, siamo andati via, ma l'abbiamo fatto specialmente perché era il compleanno di Ben, e lui voleva fare qualcosa di folle. La scelta era fra la California e il Messico, ma alla fine abbiamo preferito rimanere nel Paese.

-E tuo padre?

-Si è arrabbiato parecchio, e immagino anche preoccupato. Anche gli altri genitori l'hanno fatto. Visto che siamo stati quindici giorni fuori hanno chiamato la polizia e hanno iniziato una ricerca in tutto l'Illinois. Non sapevamo di aver alzato tutto quel polverone, e appena siamo arrivati al confine siamo stati scortati in una centrale. Mio padre era sollevato nel rivedermi viva, ma era anche incredibilmente arrabbiato. Mi ha messa in punizione per un mese, niente uscite, niente telefono, niente computer, vespa sequestrata e mi ha tolto le chiavi di casa.

-Oh mio Dio! E tu cosa hai fatto?

-Ho letto, un sacco. E quando lui andava a dormire uscivo dalle scale antincendio. Ben, il mio migliore amico, mi ha procurato una nuova scheda telefonica, mentre Zack un telefono nuovo. Abbiamo fatto la stessa cosa con Madison, che sarebbe la mia migliore amica. Siamo andati avanti così per un mese, e nessuno ci ha mai scoperto. In realtà Margaret l'ha fatto, però mi ha coperto come sempre.

Serendipity (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora