Inizio

363 19 3
                                    

*Drin drin* sento la sveglia suonare, non ho voglia di ricominciare un'altra giornata, non voglio andare a scuola, odio sentirmi sola, sta diventando un vero incubo.
Raccimulo tutta la mia forza fisica e mentale per alzarmi dal letto, il mio povero braccio fa male, o meglio i tagli della sera prima, bruciano, sento quel pizzichio famigliare, vorrei non aver preso la lametta in mano, erano ben cinque giorni che il metallo non toccava la mia debole pelle, ma nulla mi sono arresa, la lametta mi ha chiamato ed io ho premuto sul mio polso.
Corro in bagno alzo la manica della maglietta, apro l'armadio e rubo l'ennesimo cerotto, ma vedo che non basta più, ci sono andata troppo giù questa volta, il sangue scorre ancora, amo vederlo, lo tocco e lo spalmo sul lavandino, il sangue è umano, sono viva. Prendo in fretta una garza e l'avvolgo sul mio debole braccino, con più lo vedo con più mi dico, da domani basta, ma quel ''domani'' per me è mai.
Saluto mamma e prendo una merendina al volo e le dico che la mangio durante il tragitto prima di arrivare sull'autobus, ma alla fine la butto nel primo cestino che trovo, come ogni mattina.
Inizia a piovere, ed io sbadata come sono non ho l'ombrello, la pioggia penetra attraverso il maglioncino che indosso, raggiunge i tagli, grido con tutto il fiato che ho in gola. Vedo piano piano che il sangue raggiunge il maglione. Vado nel panico più totale, sono disperata, non so che fare, non so come coprire il tutto. Metto la mano sulla macchia, ma ciò implica solo il peggio, la macchia si espande, guardo l'orario, fra poco il bus dovrebbe arrivare. In fretta e furia penso solo ad una cosa, marinare la scuola, sarebbe la prima volta per me, sono indecisa, ma mi sembra l'unica cosa da fare.
Corro ed entro nel primo bar, mi sento malissimo, tutti quanti si sono voltati verso di me, sono bagnata fradicia, i miei capelli sono zuppi, nel maglione ho una macchia di sangue, il mio zaino è bagnato, i libri anche. Ordino un caffè e mi siedo al tavolo, chiedo subito dove fosse il bagno e mi stipo li per ben mezz'ora. Tremo come una foglia, ho freddo e allo stesso tempo ansia per ciò che stavo facendo, mi sento in colpa, guardo l'ora e la lezione dovrebbe essere già iniziata da circa venti minuti.

Piccoli Ricordi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora