Capitolo 3

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Sono già passati due giorni da lunedì ed oggi è già giovedì.
Sono cambiate un paio di cose. I genitori di Safaa se ne vanno oggi pomeriggio e tornano tra un mese e mezzo, se non più. Quindi oggi dopo scuola passo a prendere le valigie,che ho appena finito di fare, poi vado insieme a Zayn a casa sua. Già, si è proposto di accompagnarmi a prendere le valigie e poi direttamente a casa sua,perché ha la macchina e dopo scuola comunque deve andare a casa sua.
Ero ancora mezz'addormentata.
Presi le chiavi, il cellulare, le sigarette, gli auricolari e il caricabatterie e li misi tutti nella borsa. Uscì di casa e mi avviai a scuola a piedi, dato che oggi sono molto in anticipo.
Dopo un paio di minuti che stavo camminando sentì un clacson di una macchina, ma non mi girai. Si può sapere a quest'ora chi è che gira cercando la preda? Mah, l'ignoranza di questi poveri cristiani. Suonò un'altra volta e io mi fermai, si affiancò a me e si abbassò il finestrino. Non avrei mai pensato che era lui. Mi sorrise sfacciatamente.
Io: bisognava per forza fare il cretino sapendo che se perdevo la pazienza non ti avrei risparmiato?
Lui annuì di nuovo, mi sembrava veramente un cretino di prima categoria.
Io: eddai Luca cosa vuoi?
Lu: vuoi un passaggio da questo bellissimo gentiluomo?
Risi, divertita dal suo atteggiamento e accettai l'offerta di Luca. Ah già! Luca è un mio amico, è di origini italiane ed è molto simpatico e sa essere un vero amico.
Parlammo del più e del meno intanto e scoprì che tra una settimana va in Italia dalla sua ragazza e poi se ne torneranno qui insieme, da quanto ho capito anche lei si trasferisce qui.
Io: sono davvero felice per te, Luca, te lo meriti.
Lu: grazie bella.
Gli sorrisi calorosamente e scesi dalla macchina, eravamo già arrivati a scuola.
Mi diressi dentro la scuola, per il corridoio e arrivai davanti al mio armadietto. Presi quello che mi sarebbe servito la prima ora e mi diressi in classe.
Appena entrata mi accorsi che non ero l'unica a essere già in classe venti minuti prima dell'inizio delle lezioni. Infatti c'era Zayn al suo ultimo banco che dormiva con la testa tra le braccia, appoggiato al banco.
In silenzio mi andai a sedere al mio posto, cioè davanti a Zayn.
Presi il mio cellulare e girai un po' sui social, ma non c'era niente di interessante, così spensi il cellulare e pensai a cosa fare.
Za: e quindi oggi ti ha accompagnato quel demente...
Sobbalzai dallo spavento e mi girai verso di lui.
Io: non è un demente, a differenza di qualcun altro.
Quasi ringhiai.
Za: Nadya ascolta i-
Io : no Zayn non ti voglio ascoltare più! Ti rendi conto che mi hai distrutta?
Gli chiesi. Lui sospirò e abbassò il capo guardando il banco.
Za: Sì lo so, eccome se lo so. E mi dispiace un sacco, ma tu non mi hai mai voluto ascoltare, non hai mai voluto sapere come sono andati veramente i fatti.
Io: cosa dovrei sapere di più? Quello che ho visto mi è bastato per capire che tu ti prendevi solo gioco di me!
Quasi urlai sul punto di piangere. Non ne potevo più, così mi alzai e uscì fuori dalla classe, diretta in bagno. Qualcuno mi afferò il braccio e sapevo perfettamente chi era, dato che conoscevo ormai molto bene quel tocco delicato e allo stesso tempo forte.
Za: ti scongiuro almeno ascoltami.
Annuì rassegnata e lo seguì. Eravamo dietro la scuola nel piccolo cortile. Era il nostro posto quando stavamo a scuola.
Io: bene sono pronta ad ascoltarti
Sospirai
Za: quel giorno Luana, Lidia o come cazzo si chiama era venuta da me tutta in lacrime e io l'ho fatta entrare. Le ho fatto il tè e lei mi aveva detto che non lo beveva se non lo bevevo anche io e po-
X: poi l'ho mandato a prendere lo zucchero e nella sua tazza ci ho versato qualcosina. Ah e mi chiamo Laila.
Rise alle nostre spalle.
Io e Zayn ci girammo verso la voce. Era infatti quella puttana.
Sgranai gli occhi.
Io: p-perché l'hai fatto?
Lo chiesi con un sussurro.
La: facile, volevo che vi lasciaste così lui sarebbe stato mio, però il giorno dopo mi ha mandato a fanculo ed è corso da te. La vita è dura.
Io: sei una lurida puttana però eh.
La: no, l'ho fatto perché ormai era l'unica cosa che rimaneva da fare, però non ha funzionato.
Io: e ti stupisci che non ha funzionato? Ma allora sei proprio da ricovero. Come cazzo ti è saltato in mente?
Za: ma infatti! Lo sai che hai rovinato la vita ad entrambi? Hai distrutto a tutti e due. Secondo te avrei cambiato lei a una puttana come te?
Iniziai ad indietreggiare piano. Tutta quella sofferenza è stata colpa di Laila. Tutti quei momenti peggiori della mia vita sono tutti opera di quella lurida puttana. Neanche la mia infanzia può essere paragonata a quel dolore che ho provato in tutti i sensi. Avevo solo bisogno della mia amica, la mia lametta. Ormai era un'abitudine. Camminai molto velocemente fuori sotto lo sguardo di Zayn e quando fui fuori dalla scuola iniziai a correre fino al parco. In questo parco venivamo sempre io e Zayn quando eravamo fidanzati.
Mi sedetti sulla panchina sotto il nostro albero. Mi girai verso l'albero e osservai la "Z+N". Iniziai a piangere ed estrassi dalla tasca dei jeans la mia lama.
Iniziai a tagliarmi il braccio. Non mi preoccupai di guardarmi intorno perché qui gente non ce ne poteva essere, era un posto abbastanza isolato da tutto il parco.
Piangevo a dirotto ricordando tutto il peggio. La mia vista era offuscata a causa delle troppe lacrime ed ero sicura che ora non ero per niente presentabile.
Qualcuno mi fermò dal farmi un altro taglio e mi abbracciò.
Za: piccola basta, va tutto bene dai.
Io: no cazzo, non va niente bene. Sono un fottuto errore. Lasciami morire!
Sussurrai a malapena.
Zayn si staccò un po' da me e si tolse la camicia rimanendo solo con una T-shirt, me la avvolse intorno al braccio e non capì più niente, la testa mi girava e mi abbandonai al buio.
***
Aprì gli occhi molto velocemente non ricordandomi cosa mi era successo. Alzai il busto e la testa mi girava un po'. Avevo il polso fasciato e lì mi ricordai tutto. Però non ero ancora abbastanza cosciente per capire dove sono. Mi girai verso l'altra metà del letto e trovai un Zayn che dormiva pacificamente; ora capivo tutto:ero in camera sua e mi ero appena svegliata. La casa Malik ormai la conoscevo molto bene ma non mi troverei a mio agio se uscissi come se niente fosse da questa stanza. Non sapevo che giorno è che ora era, chissà se i genitori di Zayn stanno a casa, dov'è Safaa?
Pensai di svegliare Zayn e nel momento che mi rigirai di nuovo verso di lui, lo trovai che aveva proprio appena aperto gli occhi.
Za: hey ti sei già svegliata? Come stai?
Io: penso bene, ma non so che ore sono...Io ora dovrei essere a casa mia...
Za: ma se dovevi venire a vivere da noi per un mese e più!
Io: Ah già, ma che giorno è?
Zayn accese un attimo il suo cellulare e lo spense quasi subito.
Za: è giovedì sera e sono le dieci sospirò a malapena.
Annuì e mi alzai dal letto.
Za: dove vai?
Io: devo andare in bagno ma ehm...I tuoi genitori stanno ancora qui?
Za: non lo so, ma puoi tranquillamente andare anche qui nel bagno di camera mia.
Io: ok grazie.
Mi chiusi in bagno e mi guardai allo specchio sospirando.
Non aveva ancora accennato sui tagli. Feci quello che dovevo fare in bagno, mi sciacquai le mani ed uscì.
Zayn stava sdraiato sul letto a pancia in su e guardava il soffitto.
Io: ehm grazie Zayn, di tutto...ora vado in camera "mia".
E feci due virgolette con le dita sul mia.
Za: no aspetta un attimo per favore. Si alzò dal letto e si mise una maglia velocemente.
Za: dobbiamo parlare.
Io: Zayn sono le dieci passate, fammi andare a letto, parleremo domani magari.
Za: non dire sciocchezze, lo sappiamo perfettamente tutti e due che non ti addormenterai facilmente, non è questo il tuo orario
Abbassai lo sguardo perché era tutto vero, lui mi conosceva molto bene.
Io: va bene parliamo, di cosa vuoi parlare?
Za: tutto tuttissimo

Prima mi hai distrutto e poi ricostruito//Zayn Malik//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora