Una Famiglia Quasi Perfetta

capitolo 7

Forse avrei dovuto esserne felice..
Il ruolo di protagonista nella recita scolastica avrebbe anche aumentato le sue possibilità di ottenere un posto presso la facoltà di medicina. Gli esaminatori apprezzavano che gli studenti avessero interessi al di fuori del corso di studi: serviva a controbilanciare il carico di lavoro per diventare dottore. La mia valvola di sfogo era dipingere, eliminava lo stress della medicina generica. Aperto di nuovo il rubinetto, osservai l'acqua roteare in vortici fanghiglia e scomparire nello scarico. Avevo quasi finito il ritratto di Demi e in quel momento sentii il richiamo dei pennelli. Ogni volta che dipingevo ero in un mondo differente; ogni preoccupazione svaniva. Il cavalletto era a poche rampe di scale, in mansarda, e avrei voluto rifugiarmi lì più spesso. Buttai le bucce di patate nella pattumiera e tirai fuori le salsiccie dal frigo. Il piatto preferito di Theo da quando ha mosso i primi passi: salsiccie e purè. Con Demi avrei parlato l'indomani. Più tardi di Ted mi telefonò per dire che era stato trattenuto in ospedale. I gemelli tornarono a casa affamati come lupi. Ed alzò una mano in un accenno di saluto e salì di sopra con una pila di sandwich. Sentii la porta della camera chiudersi alle sue spalle e lo immagini accendere la musica, buttarsi sul letto con uno sandwich in mano, chiudere gli occhi.
Ricordai come funzionava quando avevi diciassette anni: speravo che nessuno bussasse alla tua porta o, peggio ancora, entrasse a parlare con te. Theo, il volto pallido eccesso di lentiggini, snocciolò i trionfi della giornata mentre sgranocchiava biscotti, con uno dopo l'altro, dando fondo al barattolo.
Demi scese in cucina, sul collo le ciocche di capelli ancora umidi. Le infilai in fretta qualche sandwich nello zaino prima che uscisse, poi rimasi sulla soglia per alcuni minuti, ascoltando il rumore dei suoi passi percorrere lentamente la strada, sempre più lontani.