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Non so cosa dire, ma in questo pochissimo tempo ho notato che ha degli occhi bellissimi. Non ne ho mai visti di così belli. Come può una persona farti innamorare dei suoi occhi in meno di due secondi?

Mi accorgo che lo sto fissando da troppo tempo.

Faccio finta di niente e mi siedo al mio posto.

'Ciao' dice fissandomi. Odio essere osservata.

'Ciao' gli rispondo.
Fa come per parlare ma lo fermo.
'Qualunque cosa tu abbia da dirmi ne parliamo dopo' aggiungo.

Credo voglia parlarmi di quello che ho sentito stamattina, ma comunque, non so perchè, ho un brutto presentimento.

'Okay' dice borbottando qualcosa tra sè e sè.

[...]

Suona la campanella. Finalmente.

Ho passato l'ora con la curiosità che mi usciva da tutti i pori. Ho fatto a botte con me stessa per non parlare ad Harry per chiedergli quello che deve dirmi, ma sarebbe stato incoerente.

Lui si alza dal banco ed esce dalla classe. Lo inseguo. Lui non cammina, corre. Ogni suo passo equivale a tre dei miei. Noto che non ha uno zaino con se. Sarà il solito tipo fuori dalle regole.

'Harry, fermati' dico sfinita.

Si gira, si guarda attorno e poi mi vede. Il suo sguardo è indecifrabile.

'Ah' dice. Ma non doveva parlarmi?

'Che mi dovevi dire?'

'Non posso dirtelo ora'

'Che vuoi dire con questo?' Che differenza c'è?

'Il corridoio non è un posto sicuro. Vediamoci tra un'ora nel retro, alla panchina' dice, fa per andar via ma si ferma.

'Conosci David Landson?' mi si blocca il respiro e non so perchè ma non riesco a formare una frase.

'Si - sbuffo - perchè?' dico fingendo una finta tosse improvvisa.

'No, niente' dice e se ne va.

Mi lascia lì, a bocca aperta, in messo al corridoio.

Ora ho più domande di prima. Ho più dubbi. Se ha detto che qua non è un posto sicuro si tratta di una cosa seria? Si tratta di quella cosa "gravissima" che hanno fatto a Manchester? Cosa avranno fatto di così grave? E perchè vuole parlarmene?

Tra un'ora alla panchina. Mi ripeto.

L'ansia mi divora.

Dovrò saltare l'ora di biologia, ma non me ne importa. Per delle informazioni, qualsiasi cosa.

Per Harry qualsiasi cosa, aggiunge il mio subconscio, ma non gli do retta.

Odio questa maschera che indosso quando sono a scuola. Devo fare la perfettina del cazzo, ma non ci riesco.

Non riesco mai a fare nulla di buono.

Non riesco a trattenermi, sono come una bomba a scoppio ritardato, che quando scoppia, crolla e trascina tutto con sé.

È in questi momenti che mi manca il fumo. L'unica cosa capace di farmi rilassare.

Ho dovuto smettere per far vedere alla gente che ero una persona perfetta, ma che in realtà non sono, e non riesco ad esserlo.

Consapevole di quello che sto per fare, giro per un paio di corridoi fino a trovare una porta, quella sul retro. Non ho voglia di passare un'ora presa tutta dall'ansia.

Non vado all'angolo della panchina perchè ha le telecamere, non voglio guai.

Girovago ancora un po' e trovo un angolo vuoto.

Appoggio lo zaino a terra e prendo il pacchetto di sigarette d'emergenza. Accendo la sigaretta e aspiro quel fumo che dicono faccia tanto male.

Avevo letto in qualche libro dove c'era una ragazza che fumava non per piacere, ma per morire. Come me insomma.

Mi viene automaticamente da pensare a Dave.

[...]

È arrivato il momento. Ho fumato metà pacchetto. Mi mancava, tanto.

Sento una voce, che ormai ho imparato a riconoscere. Quella voce così roca può appartenere solo ad una persona, lui. Harry.

'Hei, fumare fa male, ragazzina' mi dice Harry, ha una voce che farebbe spaventare chiunque, ma ormai sono abituata a questo genere di cose. Dave mi parlava sempre o quasi con questo tono. Dave.

'Chi ti credi di essere?' dico per niente sorpresa dal tono che ha usato con me.

'Cara, io sono Harry'

'Per me sei uno stronzo come tutti gli altri' sospiro e mi accendo un'altra sigaretta.

Sbuffa e mi toglie la sigaretta per poi portarla alle sue labbra. Non l'avevo mai visto così attraente. Voglio ribattere ma non ci riesco, resto a fissarlo, o meglio a fissare le sue labbra.

Lui, i suoi capelli, le sue labbra rosee, quegli occhi verde smeraldo ammazzerebbero chiunque, non so come io faccia ad essere ancora viva.

'Non dovevamo parlare?' chiedo, visto che sembra che lui non voglia aprire il discorso.

'Si, infatti' dice e spegne la mia sigaretta contro il muro.

SPAZIO AUTRICE

Heeei.
Un'altro capitolo, anche se corto spero vi piaccia! Se vi va, votate e commentate.
Byee.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 11, 2016 ⏰

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