I proiettili cominciano a volare nell'esatto in cui indosso, incredulo il nuovo tessuto creato da quel ragazzo che mi pare sempre più enigmatico.
Ai lati della strada dei soldati arrancano, mitragliati dai balconi da altrettanti combattenti.
Steve mi fa segno di seguirlo allo scoperto e io ubbidisco col cuore in gola. Diversi proiettili mi arrivano sulla schiena, ma il giubbotto di Steve non mi fa colpire da nessuno di essi.
Arrivati dall'altro lato della strada ci fermiamo per prendere fiato e io alzo lo sguardo: sopra di noi dei caccia rincorrono un'astronave molto squadrata.
«Gabe, gabe» un suono ci raggiunge da dietro e ci scansiamo appena in tempo per evitare una sfera gialla che rotola fino a sotto una gelateria e (con tutta la mia sorpresa) divora l'insegna rappresentante un paio di ciliege. Si sente un rumore di acciaio triturato e poi l'individuo si allontana rotolando.
«Allora, le cose sono due: o sto sognando o sono completamente impazzito» dissi tra me e me. Decidiamo di entrare in una casa lì vicino. Spranghiamo la porta e aspettiamo...
Non sapevo cosa frullasse nella testa di Steve, ma quello che accadde dopo poteva essere uscito tranquillamente da un mio incubo...