Capitolo IV

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Lauren's pov

Per oggi ho finito le mie consegne. Ho guadagnato un bel po', sono contenta per questo.
Sono le 17:15 e io non ho un cazzo da fare. Vorrei andare al mio posto preferito, ma sicuramente troverò quella ragazza così bella quanto rompi palle. Non so se andarci oppure no. Ho paura, paura che possa aprire un discorso con lei, magari fare amicizia, io non voglio farla, lei non si merita la mia amicizia.. È così diversa da me, siamo proprio il contrario.
La buona e la cattiva in poche parole. Le avrò detto cinque parole forse e lei già ha capito molte cose di me, dice che mi manca la felicità, ma come fa a saperlo? È proprio questo che mi fa paura: riesce a capirmi guardandomi negli occhi, senza che dica una parola.
Questo è così bello quanto pericoloso dato che non voglio che nessuno sappia niente di me, voglio vivere nella mia oscurità come ho sempre fatto. So che mi fa male star da sola ma ormai ci ho fatto l'abitudine. Anche se a volte vorrei spaccare il mondo, anche se a volte l'unica cosa che vorrei è un abbraccio, non ricordo neanche più che sapore hanno, a volte vorrei solo una persona che mi capisse, mi capisse davvero, guardandomi negli occhi, senza che spieghi come sto, come fa quella ragazza.
Ma se è solo una trappola? Un'altra trappola della falsità delle persone? Ci resterei fregata io, come al solito d'altronde. Però chi lo sa, magari é la volta giusta, di una vera amica, di una vera persona di cui possa fidarmi e se fosse il contrario? Non sono pronta per un'altra ferita ne ho ricevute fin troppe, però se non rischio non saprò mai.
Prendo una decisione: vado al parco e la incontrerò, vada come vada e sarò anche più gentile con lei.

Per mia fortuna il parco non dista molto da casa mia cosicché possa fare la strada a piedi ogni volta.
Arrivo e trovo l'albero vuoto, sono sollevata così non sono io ad avvicinarmi a lei. Mi arrampico sull'albero e mi siedo su un ramo robusto come faccio sempre, da qui su si vede il mare. Ho un po' d'ansia nel vederla, non so neanche come comportarmi, non so neanche come si trattano bene le persone, sono abituata a trattare male tutti.
Accendo una sigaretta e controllo l'orologio, segna le 17:45. Lei mi ha detto che sarebbe venuta alle 18:00 e se non verrà? No, impossibile, almeno spero. Ho paura di vederla, ma non vedo l'ora di farlo.

Camila's pov

Prendo tutto il mio materiale e decido di studiare al parco, sperando di trovare Lauren. Spero di vederla dato che se non ci sarà non ho alcun modo per cercarla. Non so dove abita, né il suo numero, ho solo la speranza.

"Mamma, io esco!!" urlo per farmi sentire chiudendo la porta alle mie spalle

Arrivo al parco alle 18:15, controllo l'albero e lo vedo vuoto, ci rimango male. Forse ho sbagliato comportamento con lei, sono stata davvero pesante. Sbuffo e mi avvicino, decido di rimanere a studiare qui tanto non mi va di ritornare a casa. Mi siedo sotto l'albero come al solito, incrocio le gambe posando i gomiti su esse e tenendomi il viso con le mani, sono triste e non so neanche il perché tenessi davvero tanto a vederla oggi. Sbuffo un'altra volta.

"Sei in ritardo" sento una voce, la sua voce, bassa e roca, ma stupenda.

Alzo la testa e la vedo seduta su un tronco. Sorrido, senza neanche accorgermene, sento il cuore battere veloce, come ho potuto non pensare che fosse li? Che scema che sono

"Pensavo non ci fossi" tengo la testa alzata, per continuare a guardarla

"Ti sbagliavi" scende da lì sopra, sedendosi vicino a me

"Sono contenta che sei venuta" la guardo negl'occhi, lei fa lo stesso

Oggi sono diversi, le brillano

"Non sono venuta per te, ma solo perché vengo sempre qui" ha un tono sempre serio, ma meno acido delle altre volte

"Non importa" sposto lo sguardo a terra, un po' delusa dalla sua risposta. È ovvio che non è qui per me.

Lauren's pov

"Ci sei rimasta male?" dico, vedendola dispiaciuta

"Tanto non ti importa" risponde, tenendo lo sguardo sull'erba.

"E perché?" chiedo.

"Perché dovrebbe importarti?"

Non rispondo, non so che dire. Ho già sbagliato ma non potevo dirle che sono qui per lei, penserà che ci tenga o che siamo "amiche" e dal momento in cui non so neanch'io cosa voglio non so come comportarmi con lei.

Prende i suoi libri e inizia a studiare, io resto a fissarla nella sua semplice perfezione.

"La smetti di fissarmi?" sbotta, d'improvviso ma tiene lo sguardo sempre sul suo libro

Sorrido a mia volta non togliendole lo sguardo da dosso.
Si gira e i nostri occhi si incontrano.

"Sei bella quando ridi" mi guarda per qualche secondo "dovresti farlo spesso"

Distolgo lo sguardo, ritornando seria.

Perché lo sto facendo? La testa mi dice di fare la stronza e acida come sempre.
Il cuore di trattarla bene.
E c'è una lotta tra loro che non vuole smettere.

"Raccontami qualcosa di te" dico, d'improvviso, non sapendo neanche perch.

Mi guarda, sorpresa. Sorride, chiude il libro

"Cosa posso dirti di me? Faccio l'ultimo anno del Liceo, mi piace parlare con le persone, confrontarmi, capirle. A scuola ho molti amici e ho una famiglia stupenda"

Quando sento le ultime parole sento una coltellata al cuore, sento la rabbia e la tristezza salire. Lei continua a parlare, ma io non l'ascolto più, perché i miei pensieri vanno alla mia famiglia

Vedo me e mia madre, quando mi abbracciava e rideva.
Vedo mio padre, i discorsi complicati che facevamo noi due, senza senso, per poi finire che ballavamo come pazzi.

"Ehi Lauren ci sei?" scaccio via i pensieri, la guardo fissa negli occhi, non mi accorgo che ho il viso pieno di lacrime.

Mi alzo e me ne vado

"Ehi, dove vai?!" mi prende per un polso facendomi girare

"Spiegami cosa cazzo vuoi da me?!" urlo con le lacrime agli occhi, la vedo traumatizzata, ma non m'importa nulla in questo momento

"Non so cos'ho sbagliato, ma non volevo, mi dispiace" dice, guardandomi a sua volta dritta negli occhi

"Ti dispiace? Ti disp.." rido tristemente, portando gli occhi al cielo "Cos'é che ti dispiace, cosa dovrebbe dispiacerti? Sarai la solita figlia viziata che non le manca nulla, popolare a scuola, famiglia perfetta e mi vieni a dire che ti dispiace? Cos'é, ti sembro un cane bastonato? Sappi che io non ho bisogno di te. Tu non sai neanche cosa vuol dire la parola "soffrire" al massimo avrai sofferto perché papà non ti avrà comprato un nuovo telefono appena uscito. Sai cosa ti dico? Fatti una bella vita e VAFFANCULO!"

Me ne vado. Via da tutti e tutto.

Sento il mio nome urlare, ma non mi importa. Sapevo che non dovevo farlo. Sapevo che era la solita puttana con la vita perfetta.

In pochi minuti sono a casa. Non voglio pensare, vorrei solo uccidermi in questo momento.

Prendo delle pasticche, ne ingoio tre, ma non funzionano, i pensieri sono cicatrizzati dentro me.

Sniffo un pò di polvere bianca, mi butto sul divano e inzio a bere la prima bottiglia che trovo nel mio ripostiglio. Finché non vedo più nulla

Camila's pov

Cos'ho detto di male? Forse la famiglia. Forse lei non ha una famiglia che la riempie d'amore, come la mia. Che scema che sei Camila. Proprio una scema!

Non so dove cercarla, così prendo il mio zaino e ritorno a casa.

Mi butto a letto e scoppio a piangere. Sbaglio tutto. E con lei non volevo sbagliare, con lei non dovevo sbagliare.

Ello pipol.
Come state? Vi sta piacendo la storia? Spero di si, anche se scrivo sempre storie depresse scusatemi, ma sono depressa anch'io ehehe. Lasciate qualche commento, amo leggerli.



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