10. Il venditore di fumetti.

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Rebecca.

Fisso il mio riflesso dal finestrino. Il volto è ben coperto, ma do gli ultimi ritocchi prima di scendere dall'auto. L'enorme struttura si erge d'avanti ai miei occhi, e di notte fonda sembra ancora più ombrosa. Scavalco il cancello principale facendo attenzione alla direzione delle telecamere di sicurezza, poi mi intrufolo velocemente nella struttura facendo leva su un canale di scolo fino ad arrivare ad una finestra, che forzo abilmente. Disattivo l'allarme di sicurezza e mi avventuro nelle oscure camere del posto. Apro tutte le stanze chiuse a chiave con più e più giri, fin quando mi ritrovo nel posto da me desiderato:l'archivio. Inizio a sfogliare i diversi fascicoli cercando quello di mio interesse.
《Jessica Howard, Jessica Howard...》continuo a sussurrare, ma mi imbatto inaspettatamente in un altra cartella clinica che attira la mia attenzione.《Anthony Miller!》esclamo sottovoce stupita. Sfoglio la cartella che segnala un caso di depressione cronica. Il cellulare squilla nelle mie tesche.《Pronto?》《se credevi davvero che i videogames fossero la mia priorità, ho cattive notizie per te. Qualcosa in cambio di qualcosa, è così che funziona adesso, no Rebecca?》pronuncia la voce di Fox dall'altro capo. Mi affaccio alla finestra e lo vedo, in pedi, con lo sguardo rivolto nella mia direzione e una cartella sotto il braccio.《Cosa vuoi in cambio?》
《Te.》

Lexy.

Josh è appena andato via ed Ethan ha ritenuto un gesto prudente quello di acconpagnarlo a casa sua.
Sono da sola in questa villa dopo quasi due settimane dal mio trasferimento, e aspettavo questo momento da molto tempo. Controllo che tutte le stanze siano aperte e mi intrufolo in quella di Ethan. Inizio a cercare instancabilmente. Dietro la libreria, sotto il materasso, tra i suoi modellini strambi di star wars, nella spazzatura... mi muovo all'interno delle altre stanze, nella dispensa, nel giardino, nel piccolo ripostiglio... nel ripostiglio! Ethan non me lo aveva mai mostraro di sua iniziativa; scelta che mi era parsa alquanto sospetta, e quando svuoto gli scatoloni al suo interno ne capisco il motivo. Diversi chilogrammi di polvere bianca sono sistemati ed impacchettati come normalissima merce, come si nascondono i regali di Natale ai bambini. Appena sento scricchiolare la porta d'entrata sollevo lo scatolone e lo porto nella sala principale sbattendolo pesantemente a terra dal nervoso. Ethan mi fissa con la faccia di chi è stato sorpreso in flagrante e si gratta il capo senza parole per spiegare, mente lo fulmino con le braccia conserte e lo sguardo accigliato. Non si decide a parlare, quindi comincio io. 《Quanta di questa roba è nascosta in questa casa?》
Fa per allontanarsi, ma glielo impedisco prendendolo da un braccio.《Tu non capisci! Non puoi capire cosa si prova!》strattona via il suo braccio. 《Allora spiegamelo.》Il mio tono e freddo e calmo, so di non dover cedere alla rabbia. Lo sguardo di Ethan si addolcisce, e si dirige in cucina facendomi segno di seguirlo. Stappa una bevanda e me la offre, poi si sistema su una delle poltroncine.《Che ci fai qui, Lexy? Perché sei qui?》mi chiede.《Ed a te cosa dovrebbe interessare?》
《Tu sai che andrà via di nuovo, vero? Sai che lei non vuole e non può restare...》
《Sono convinta di essere l'unica in grado di convincerla a venir fuori da quella maledetta sporca vita.》
《Lexy, lei non può venirne fuori perché non conosce altro modo di vivere, lo capisci questo?》
《E tu cosa cazzo ne sai?!》urlo furiosa battendo le mani sulla superficie della poltrona. Ethan resta in silenzio, il tempo che basta a farmi prendere fiato, poi si accende disinvoltamente una sigaretta poggiandola tra le labbra.《Conosco Rebecca molto meglio di quanto tu possa immaginare, io le devo la vita.》
Quelle parole mi spiazzano e mi confondono, aspetto spiegazioni fissando confusa il pavimento.《Perché credi che ti abbia lasciata il una villetta fuori dal mondo assieme ad un venditore di fumetti?》ride. Lo guardo negli occhi e mi ci perdo dentro.《Avevo una casa a Philadelphia ed una moglie. Già, una moglie bellissima》,comincia. Prende il suo portafoglio, tira fuori una foto e me la mostra《Poi, la sua vita andò via per dare alla luce lui, Kurt, il bambino più bello che io avessi mai visto.》La foto rappresentava un neonato fasciato in un lenzuolo azzurro che richiamava il colore dei suoi ipnotici occhi.《Lasciai il mio incarico di soldato di primo ordine e la mia carriera militare per prendermi cura di lui, ed iniziai a lavorare ovunque mi capitasse, faticando alcune volte persino ad arrivare a fine mese. Lui amava i fumetti, ne leggevamo uno ogni sera prima di andare a dormire. Poi a sette anni, la leucemia mi portò via anche lui, e li cominciarono i miei guai.》I suoi occhi brillano di lacrime, e tira su col naso tra una parola e l'altra.《La cocaina era l'unico modo che avevo per sentirmi bene, e non mi bastava, non mi bastava mai. Ero diventato un cliente abituale per Fox ed i suoi mandanti, e mi stavo lentamente uccidendo. Una sera come tante, mi cosegnò la mia roba, ma subito dopo le sirene della polizia lo costrinsero a fuggire senza avere il tempo di intascare il denaro. Sapevo che sarebbe tornato, e lo stavo aspettando. Ma il giorno dopo fui sfrattato dal mio appartenento, e con quel minuscolo cervello che mi ritrovavo usai il denaro di Fox per pagare l'affitto. Pochi giorni dopo dalla finestra di casa mia fece capolineo Rebecca, puntandomi la piatola alla testa mentre la pregavo in lacrime di non sparare. "Paga o muori" continuava a ripetere, ed io non facevo altro che singhiozzare a terra con la testa tra le gambe. Lei mi fissava, e continuava a fissarmi...poi abbassò l'arma e mi lanciò un biglietto aereo per Havenswood."Tu non sei mai stato qui, io non ti ho mai visto. Va via e non tornare più" concluse fuggendo via.》《Aspetta, aspetta!》lo interrompo.《Mi stai dicendo che Rebecca aveva pensato altre volte di tornare?》
《Non lo so. Ci siamo tenuti in contatto, ma mi ha tenuto sempre all'oscuro dei suoi loschi affari. Sono sicuro che Rebecca non sia una di loro, ma che si sia adattata alla loro vita.》
Rimango in silenzio delusa dalla risposta, e mi sollevo dal mio posto.
《Mi dispiace Ethan》pronuncio.《Sai che ci faccio qui? L'aspetto, forse continuerò a farlo per sempre.》
Esco da quella casa in quel modo teatrale e la vedl tornare abbandonando il veicolo scuro. Scende dalla macchina un po' barcollante e si avvinghia al mio collo come non aveva mai fatto prima, quasi crolla tra le mie braccia. Non le domando che diavolo ha combinato, avevo perso ogni speranza di venire a conoscenza dei suoi affari.《Josh è andato via》le comunico.《Scusami》sussurra lei, e benchè non abbia idea del motivo per cui si stia scusando, immagino che qualcosa debba esserci, ma che non me lo direbbe mai, così mi limito ad annuire. Rientiamo in casa assieme e si precipita nella doccia.《Mi sistemo nella stanza vuota》,dice una volta fuori trascinando la sua unica borsa in camera. Prendo posto sul suo letto mentre riordina i capi nel suo armadio. Mi viene da pensare che questa è la prima volta che la vedo alle prese con un'azione normale come disfare le valigie. Rebecca non deve aver mai avuto la mia stessa quotidianitá.《Ethan mi ha raccontato di come vi siete conosciuti.》
《Ah, si?》
《Ti hanno incaricato di ammazzare altre persone?》
《No, mi sono opposta, e Fox è stato sempre un docile micetto ai miei piedi. Non sono uno qualsiasi dei suoi scagnozzi.》
《Immagino il perché》sussurro, e lei annuisce amaramente. E pensare che mi aspettavo d'infastidirla con quell'affermazione.
《Ho mollato Jenna.》Si volta di scatto nella mia direzione.《Perché?》chiede con gli occhi spalancati.《Perchè lei non mi basta》rispondo disinvolta scrollando le spalle.《Cosa ti e saltato in testa Lexy!》si porta afflitta una mano alla fronte e si avvicina a me.《Non lo capisci per davvero? Non puoi avere con me ciò che avevi con lei! Io devo proteggerti, posso starti accanto adesso ma prima o poi sarò costretta a fuggire! E non credere che questo non mi faccia male!》urla stringendo i lembi della mia maglia.《Ma quando lo farò, non voglio portarmi via nessun frammento della tua vita, tu non lo meriti!》
Aspetto che si calmi, ma lei china solo la testa.《Sono stanca di sentirmi ripetere che andrai via. Ora sei qui》sussurro, lei solleva gli occhi.《Ti odio!》la colpisco debolmente sull'addome aggrappandomi ai suoi fianchi.《Perchè?》ride.《Perché tu mi basti》sorrido sulle sue labbra e l'attiro su di me, approfondendo quel bacio senza alcuna fretta, in modo da goderne interamente. Ho tra le braccia una ragazza che è stata distrutta, e di cui sto cercando pazientemente di risanare i cocci, chiedendomi se mai riuscirò a farlo in tempo da farla restare con me. Mi esplode una immensa rabbia dentro ed averla è l'unico modo per placarla, ma fa male. Mi spoglia lentamente, ed avverto tutta la cura che ci mette, sfiorandomi e baciandomi come una reliquia preziosa.
Quanto amore hai da dare, Rebecca?
Mentre lo faccio anch'io noto sul suo corpo insoliti segni. Pesanti graffi e lividi sparsi lungo di esso. Mi fermo ad osservarli, lei se ne accorge e noto un'espressione preoccupata sul suo volto. Non faccio domande, ho già capito. Passo una mano su di essi, sfiorandoli, poi le bacio le labbra ancora, ed il collo.《Non farlo mai più》mormoro al suo orecchio, mentre avverto il freddo del suo corpo totalmente spoglio a contatto con il mio. È la sensazione più bella che io abbia mai provato. Intrecciando le nostre mani noto sul suo polso un bracciale, lo stesso che le avevo regalato da bambina, sorrido al pensiero che l'abbia indossato ancora. I suoi occhi mi parlano, il suo respiro ed il suo ansimare mi incitano a continuare, e mentre le bacio il seno le sue mani stette sulla mia schiena, tra i miei capelli, mi danno i brividi. Percorro la lunghezza del suo corpo lasciandoci baci, carezze, mai violenti, voglio farla sentire amata come probabilmente non è riuscito a fare mai nessuno. Lei infatti mi sembra molto presa e capisco di star riuscendo nel mio intento. I suoi occhi mi perdono solo quando lentamente comincio a baciare l'interno delle sue gambe, allargandole con quanta più delicatezza posso, per poi fermarmi sul punto che lei sembra tanto attendere. Lo accarezzo poche volte con le dita e poi lo bacio, lasciando entrare lentamente la lingua a stimolarlo. Di tanto in tanto mi sollevo ad osservare la sua espressione, non è mai stata più dolce e provocante prima. È bellissima come lo è sempre stata, solo fissarla mi rende priva di parole e di fiato, incapace di razionalizzare, invasa da scosse mai provate prima. Il mio stomaco è fuori di se, e la desidero cosi tanto! Mi chiedo cosa provi lei, e se il fatto che abbia avuto più orgasmi urlando il mio nome questa sera, significhi che magari io sia riuscita a trasmetterle una piccola parte di ciò che sento.
Abbiamo fatto l'amore per molto tempo ed ora ci fissiamo, senza dire parole, scambiandoci solo abbracci e carezze. Il nero dei suoi occhi mi fa sentire al sicuro.《Come sono andata?》mi chiede.《Dovremmo farlo più spesso!》rido, e lei mi fissa con tanta dolcezza che nasconde un retrogusto amaro sotto, come la marmellata d'arance.《Ammetti che provi qualcosa anche tu!》la bacio.
《Non l'ho mai negato.》
《Allora dimmelo, e potrò morire senza rimpianti anche adesso.》
Sorride.《Non morirai adesso, idiota.》Si solleva sul busto scoprendo il seno nudo e si accende una sigaretta espirando fuori dalla finestra. Io resto al mio posto, stretta debolmente alla sua vita chiudo gli occhi. Passano i minuti, ma sono ancora cosciente quando mi sento scorstare una ciocca di capelli e pronunciare:《Buonanotte, ti amo anch'io.》
Sorrido sotto i baffi.
Quando mi sveglio come al solito non c'è accanto a me, ma il suo profumo si si sente ancora tra le lenzuola. Lo inpiro riempiendomene i polmoni e mi sollevo immergendomi nella doccia. In cucina c'è un biglietto con un numero telefonico da chiamare in caso d'emergenza, Ethan sembra essere uscito per una commissione importante.
Sotto il tavolo è nascosta ancora la roba del giorno prima. Mi avvicino cautamente ad essa come se potesse scottarmi. Ne afferro un pacco tra le mani e lo fisso."Tu non capisci! Non puoi capire cosa si prova!" Mi tornano in mente le parole di Ethan. Perché questa merda è così indispensabile? Cosa prova Rebecca? Cosa c'è da capire? Darei la mia vita per riuscire a farlo. Darei la mia vita...
Apro uno di quegli affari e ci intingo il dito, emulando ciò che ho visto vagamente fare Rebecca quando ne assumeva in piccole dosi. Lo porto al naso ed inspiro, aspettando di capire.

Identity girls (Lesbian)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora