Rebecca.
Sono le 04.45 di pieno lunedì ed io e Fox abbiamo appena consegnato un ottimo carico. Da giorni ormai i miei occhi non vogliono saperne di chiudersi alla notte, così dopo aver tirato su un paio di strisce decido di fare qualcosa di costruttivo. Il mio pensiero va a Ethan, che a quest'ora dovrebbe essere alle prese con la puttanella. Ho avuto l'accortezza di impiantare un rilevatore nel suo orologio da polso in modo da sapere sempre la sua posizione, infatti mi reco al California Hotel e parcheggio l'auto in una zona ombrosa. La scelta del posto mi sembra troppo cara per scoparsi una puttana, fiuto puzza di bruciato. Dopo un'ora lo vedo uscire, accompagnato da un volto già visto: ha scelto la biondina diciottenne. E bravo il mio Ethan! Scelta davvero tattica; le ragazzine sono più facili da manovrare. La ragazza lo saluta con un gesto della mano e prende la sua strada, Ethan rimane fermo per pochi minuti accendendosi una sigaretta ed io ne approfitto per raggiungerlo.
《Ehi idiota, in due settimane di puttane potrei farne innamorare dieci, lo sai?》
《E perché non ci hai pensato tu allora?》
《Perché non mi piacciono le cose troppo facili. Allora, cos'hai trovato?》
Giro uno spinello e me lo accendo tra le labbra.
《Dammi del tempo Becky, sto cercando di essere delicato... è una ragazzina!》
《Oh...è una ragazzina!》gli faccio il verso e lui sospira.
《Sai cosa penso io? Penso che tu stia mettendo in serio pericolo quel culo da bastardo》continuo.
《Cosa stai insinuando?》
《Sto insinuando che la puttanella ti abbia cotto a puntino.》
Spegne la sigaretta sotto la suola della sua scarpa con un sorrisino beffardo, ridacchiando.
《E tu sai bene cosa si prova, no Rebecca?》Lexy.
Lo studio è quieto, gli unici rumori che riesco ad udire sono il ticchettio dell'orologio e la penna del dottore che striscia sul foglio immacolato.
《Continui, prego...》pronuncia il dottor. Marshall.
Prendo un forte sospiro.《Vede... ero solo una bambina, troppo giovane e poco matura per capire; eppure ora riesco a concepire che tutto ciò che riconoscevo di buono nella mia vita, mi collegava indirettamente a lei. Sono stata davvero, davvero male. A quattordici anni pesavo poco più di trenta chili e bevevo, bevevo come un cinquant'enne vedovo e disoccupato e poi Sky mi ha tirata su da una strada, un sabato sera come tanti mentre i miei "amici" erano sgattaiolati via.》Ridacchiai sentendomi lentamente le lacrime riempire gli occhi.
《Sky mi ha mostrato il lato peggiore del vivere in quelle condizioni, me lo ha fatto detestare, mi ha insegnato come amare, come amare le donne e dedicare la mia vita a qualcosa di mio e solo mio. Così ho iniziato ad occuparmi di me stessa e di Josh. Ho cambiato casa, ho terminato gli studi, ho conosciuto Jenna. Provavo qualcosa di davvero forte per lei, o almeno questo ho sempre detto. La questione è che se ci ripenso adesso, adesso che lei è qui, tutti questi anni mi sembrano vuoti, sterili, futili...è come se vivessi solo attraverso di lei, che presto potrebbe andar via di nuovo. Come ho fatto proprio io a caderci nel mezzo? La cocaina, proprio la cocaina poi... credo di iniziare a detestare anche me stessa.》
Mi interruppi sentendo il campanellino suonare, il dottore annuì scarabocchiando ancora qualcosa, poi sollevò lo sguardo e mi porse la mano. 《La nostra ora è finita, ci vediamo la prossima settimana signorina.》
Gli strinsi la mano, raccolsi le mie cose ed uscii fuori dallo studio.
Mi recai direttamente al negozio sfrecciando tra le auto sulla solita indistruttibile bici. Il vento mi attraversava i capelli e la musica le orecchie.
Non avrei dovuto farlo, lo so, avrei dovuto aspettare Ethan, avvisarlo del mio incontro per poi farmi accompagnare a lavoro, ma odio questa storia, odio il fatto di essere costantemente tenuta sotto controllo. Sono un'adulta e loro devono tenerlo bene a mente. Il post-it che ho lasciato sul tavolo da pranzo farà in modo che non si preoccupino troppo.
Pedalo ancora con foga e quando mi ritrovo avanti al piccolo alimentari il mio cuore perde un battito.
Accucciata sul pavimento, poco più avanti, c'è Rebecca. Sorride divertita, sembra stia porgendo delle cibarie al barbone mal concio che si ferma sempre in quell'angolo di strada. Mio Dio, sembra avere una vera passione per la gente che vive in strada! Scendo dal mezzo legandolo stretto ad un palo e la chiamo a pieni polmoni.
《Rebecca!》
Il suo sguardo si rivolge nella mia direzione.
《Lex, eccoti!》
Mi avvicino di più.《Cosa stai facendo?》
《E tu perché non sei con Ethan?》mi fissa con aria di sfida. Ora capisco. Sollevo le spalle contrariata e lei ride.《Hai dimenticato il pranzo》,mi porge un sacchetto scuro. Sono confusa, lei sa bene che non ho delle pause pranzo in quel posto. Afferro l'affare avvertendo tra le mani del freddo metallo e stupita e sconcertata realizzo: è una pistola!
Mi guarda ancora accennando un sorrisino.
《Presa salda ed occhi aperti》conclude lasciandomi un bacio sulla guancia prima di allontanarsi. Infilo in fretta l'oggetto all'interno della mia sacca e mi dirigo nel negozio. Indosso il solito grembiule scolorito prima di notare che il posto è totalmente vuoto, e questo mi agita non poco.《Zio Arth?》chiamo con voce tremante mentre il mio sguardo si muove velocemente da un angolo all'altro della stanza, ma non ottengo risposte.《Jenna!》riprovo, camminando a piedi piatti. Questa volta ricevo risposta dall'interno del magazzino e tiro un sospiro di sollievo. Jenna sta scaricando un pesante scatolone, appena la vedo corro in suo aiuto, ma non basta. Il peso dell'affare la travolge facendola cadere in dietro con violenza. La sento guaire leggermente e subito la libero dal peso spingendo lo scatolone di fianco.《Stai bene?》le chiedo con un tono dolce.《Fanculo!》impreca appallottolandosi.《Mio padre non si fida di me, volevo dimostrargli che sono in grado di badare al negozio da sola ma non sono capace neanche di sollevare un cazzo di scatolone di... macarons confezionati!》
Solleva un dolcetto rotolato via prima di riscaraventarlo con forza a terra ed io rido di gusto.《Sta calma, andiamo.》
L'aiuto a sollevarsi vedendola leggermente zoppicare.《Forse è meglio che ti fermi alla cassa per un po'》consiglio ottenendo la sua approvazione. L'accompagno vedendo i suoi occhi azzurri martellare pesantemente su di me. Cerco di non darci peso, ma quando ho intenzione di allontanarmi lei mi trattiene.《Torna con me, mi manchi e ti sto aspettando》dice con un tono supplicante.《Ricordi il giorno in cui litigammo pesantemente con mio padre che non accettava la nostra relazione? Dicevi che saremmo andate via e non ci saremmo arrese. Possiamo falo ancora, Lexy.》
Mi avvicina stringendomi forte sui fianchi e le sue labbra prendono la direzione delle mie, ma tutto ciò che riesco a fare è stringerle con forza le braccia al collo in un magnetico abbraccio.《Scusami》, continuo a sussurrare ripetutamente al suo orecchio con un nodo in gola stingendola più forte mentre i suoi capelli scivolano tra le mie dita. Ma non posso, non voglio concedermi altro. C'è Rebecca e qualsiasi altro corpo tra le mie braccia, qualsiasi altro profumo, qualsiasi altro respiro, tocco, sguardo, le labbra di qualsiasi altro individuo non mi farebbero mai, mai sentire nuda, inerme, indecentemente ed instabilmente completa quanto le sue. Ci penso ancora alla sera e mi mancano, non mi è concesso sfiorarle neppure ed ho bisogno di lei. Ho bisogno di sentirla addosso ma non posso far altro che immaginarla. Non posso far altro che ricordare i suoi occhi eccitati ripercorrermi ed insegurmi come se stessi scappando via. Ne ho bisogno come un affamato ha bisogno di cibo, come un pesce ha bisogno d'acqua e le lenzuola sono troppo fredde mentre lei è a pochi metri da me. La mia mano accarezza il mio corpo succube delle mie fantasie, ma io stessa sarei incapace di accontentarmi. La sua stanza è proprio accanto alla mia, scorgo la sua ombra china sul p.c. attraverso la porta socchiusa. È così seria... e così bella. La mano scende ad accarezzare l'interno delle mie gambe mente ascolto il mio respiro farsi pieno, pesante, rumoroso. Sul mobile accanto al letto c'è il mio cellulare, mi volto e lentamente lo sfioro indecisa con una mano, ma sono troppo eccitata per non proseguire. Il chiarore della luna illumina il mio corpo semi nudo mentre aspetto una risposta, che ottengo alla svelta:《È così faticoso alzarti per raggiungermi nella stanza, Lex?》pronuncia ridendo.《Preferisco sia tu a venire nella mia》la provoco con tono soffice e fiatato. Rebecca non risponde ancora alla mia provocazione e la mia mano ormai vaga sconsiderata sul mio corpo raggiungendo le zone del piacere.《Che aspetti? Non farmi fare tutto da sola!》continuo ansimando.《Non posso Lexy, non posso...》sembra molto forzata; anzi, lo è.
《So che lo vuoi, so che ti manco, so cosa provi. Perché scappi?》
《Sei il mio interesse.》
《Vigliacca!》,l'accuso dopo aver cacciato fuori un gemito che sembra darle una scossa.
《L. Lexy...》balbetta. È incapace persino di parlare, non può negare di essere eccitata.《Puoi fare la cattiva ragazza quanto vuoi, non vale a nulla se non hai neppure il coraggio di venire qui a scoparmi.》
Tentenna ancora, ma il suo tono di voce non è più lo stesso.《Perché mi rendi le cose difficili?》
《Mi vuoi?》controbatto alla domanda.《Fin troppo.》Sorrido;《fa alla svelta.》
Entra nella stanza con le braccia conserte e la schiena dritta, mi fissa con ardore, sorride e gattona su di me. Sono completamente senza fiato, il mio stomaco ha deciso di ribellarsi e le mie mani sono incerte. Mi è davvero concesso toccarla?
《Ho fatto abbastanza in fretta?》sussurra a pochi centimetri dal mio viso, e senza rispondere mi fiondo sulle sue labbra. Sono completamente fuori di me. Scivolo con prepotenza sul suo didietro perfetto, coperto da un lucido ed aderente pantalone rosso che ben presto finisce sul pavimento e lei continua invece a toccarmi in modo lento, frustrante...
《Mio Dio, ti scongiuro...》gemo sotto il tocco delle sue labbra, ma il ritmo non cambia.《Mi hai provocata, queste sono le conseguenze...》
Tira via i miei slip tra i denti e respira con forza sulla mia entrata stimolandola leggermente con le mani.《Sei così eccitata!》constata mordendosi le labbra per poi avventrarsi di nuovo sulla mia bocca, sul collo, sul seno...il solo contatto con il suo corpo mi manda in estasi.
Tira su i miei fianchi baciando le cosce, poi sento lentamente la sua lingua farsi spazio al mio interno. Afferro la sua testa delicatamente facendole capire che ho bisogno di qualcosa di più e sono tremendamente impaziente, ma lei non demorde. Continuo ad agitarmi sotto i suoi movimenti con desiderio immenso e quando quasi mi sento stremata avverto le sue dita entrare con violenza al mio interno. Spalanco gli occhi inarcando la schiena mentre ancora lei pompa, sempre più forte dandomi una immensa sensazione di pienezza. Vengo urlando con forza il suo nome, percorsa da scosse che mai prima d'ora ho mai provato. Lei continua a succhiare fin quando non nota il mio corpo totalmente accasciato sul materasso. Risale lasciando baci sul mio ventre e mi accarezza il viso.《Quanto ti sono mancata?》sussurra con dolcezza mordendo il lobo del mio orecchio.《Dovrei chiedertelo io, date le prestazioni》rido lasciando scorrere la mia mano tra le sue gambe prima di invertire le posizioni prontissima a ricambiare il favore.
Per la prima volta, la mattina seguente provo la meravigliosa sensazione nello svegliarmi abbracciata ancora al suo corpo che con un'espressione innocentemente persa, dorme accanto a me.
Fa di me ciò che vuoi Rebecca, ma non dividere le nostre anime.
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Identity girls (Lesbian)
RomanceAlexis e Rebecca non sembrano avere molto in comune se non la profonda amicizia che le lega fin da bambine. A tredici anni la complicata vita di Rebecca prende il declino quando dopo essere rimasta sotto shock alla vista del corpo usurato ed inanim...