◈Capitolo 45◈

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'E poi entrò il prof.'

All'inizio non ci feci molto caso.

Ero troppo distratto.

Ricevetti una pallina sulla testa.

Mi girai e vidi che era di Maia.

Le mimai un 'che c'è?' e mi rispose facendomi segno di sedermi vicino a lei.

Prima che il prof se ne accorgesse mi alzai e la raggiunsi.

"Allora, stai meglio?" le chiesi.

"Si, volevo chiederti scusa" disse sussurrando.

"Capito, beh Peyton mi ha spiegato più o meno cos'è successo, e ti dò ragione, però penso comunque che dovresti parlarne con loro" dissi.

"Si, e poi mi legherebbero al letto e risolverebbero tutto loro, Austin preferisco fare da sola" disse.

"Cosa stavi scrivendo prima?" chiesi.

"Niente di importante" rispose accennando un sorriso.

"Okay, non insisto perchè so che mo lo diresti la davanti" dissi ridacchiando.

"Esatto, vedo che hai capito" disse sorridendo.

Feci spallucce e ricambiai il sorriso.

Solo quando alzai lo sguardo mi resi conto che quello che era entrato non era il prof della nostra materia.

"Oggi il prof è assente, lo sostituisco io, fate quello che volete e non fate casino" disse il prof.

Maia dallo zaino fece uscire un computer e lo appoggiò al banco.

Aprì pagine su pagine di diversi siti.

Poi prese il telefono e scrisse velocemente un messaggio.

Rimise via il telefono e tornò a concentrarsi sul pc.

"Che stai guardando?" le chiesi mentre disegnavo sul banco.

"Non posso dirtelo, e non perchè non voglio, ma non posso" rispose mentre le sue dita veloci scrivevano qualcosa. 

"Sei molto veloce" dissi.

"Grazie" disse mentre premeva invio.

Poi chiuse una delle pagine.

Arrivò alla seconda e la vidi compilare alcune cose.

Premette invio e chiuse anche questa finestra.

Alla terza entrò nella casella postale, confermò un link e poi uscì.

"Che fai?" chiese riportandomi alla realtà.

"Ehm...niente" dissi tornando a disegnare.

"Stavi guardando cosa facevo?" chiese.

"Forse, ma non ho capito niente, troppe finestre" risposi sorridendo.

Chiuse l'ultima finestra e poi andò sul lettore musicale.

"Cosa ascolti?" chiesi.

Mi diede una cuffietta e poi premette play.

Sorrisi involontariamente quando capii che ascoltava una mia canzone.

Ogni tanto prendeva il telefono per rispondere a dei messaggi.

"Chi è? Isaac?" chiesi sorridendo.

"No, non è Isaac" rispose.

"Posso saperlo?" chiesi.

"No" rispose mentre metteva via il telefono.

"Ti ricordi quando ci siamo conosciuti?" chiesi mentre la musica andava avanti.

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