<<muovi quel cazzo di culo e vieni ad aiutarmi, stronza>>


Alzai gli occhi al cielo alle parole della mia amica Cindy, una tappetta di un metro e sessanta con delle curve che farebbe invidia anche a Niky Minage.


Presi una scatola dal cofano della sua macchina e lo entrai nella sua nuova casa, che traparentesi era "per caso" accanto alla mia.


<<cammini o devo fare tutto io?>>


Sbuffai ma non dissi niente, per sua fortuna oggi ero di umore migliore rispetto al solito, i ringraziamenti erano tutti per il temporale della scorsa notte che mi aveva fatto calmare.


Ripensai all' uomo che avevo visto e un brivido mi salì su per la schiena. Mi chiesi se era soltanto frutto della mia immaginazione, dovuto allo stress che avevo da un po' di tempo a questa parte.


Avevo un brutto presentimento che aumentava col passare dei giorni, mi sembrava di essere costantemente osservata.


<<dio, ma come ho fatto a sposarla?>>


Ancora in sovrappensiero, mi girai e vidi Eddy entrare uno scatolone pieno di libri due volte più grosso di lui, anche se non era molto difficile visto che era alto e più magro di un chiodo. Sorrisi, erano davvero una coppia stramba ma si taglierebbero un braccio pur di non separarsi e io ero felice per loro. Per quanto può esserlo una ragazza che non crede alla parola amore pur avendo la dimostrazione davanti.


Ogni volta che provavo ad uscire con qualcuno, dopo cinque minuti perdevo ogni interesse. Non vedevo l'ora di andare a casa a leggere un libro e dimenticarmi che ogni giorno mi avvicinavo sempre di più sull'orlo del baratro.


Sospirai, addio buon umore, è stato un piacere averti conosciuto.


<<penso tu sia un po' masochista. Io ora devo andare, ci vediamo più tardi>>


<<va bene, non dimenticare che stasera sei invitata a cena>>


Già, come avrei mai potuto dimenticare una cena di tale importanza? Stavo cercando l'ennesima scusa, ma lui capendo al volo alzò una mano.


<<niente scuse. Oggi ceni da noi e non voglio sentire storie. Cindy è preoccupata per te, e lo sono pure io. Se ci dai buca ci resterà molto male, lo sai meglio di me>>


Abbassai gli occhi guardandomi le scarpe e scrollai le spalle. Ce la potevo fare, in fondo era solo un tavolo con tre persone sedute intorno, un po' di cibo sopra e un maxi interrogatorio sui miei fatti personali da parte di Cindy. Ero fottuta.


<<va bene, a stasera>>


Salutai Cindy che era in cucina a sistemare i cassetti e uscì.


Fuori non c'era nemmeno un briciolo di vento e stavo sudando, perciò prima di andare a vedere la nuova palestra che aveva aperto il giorno prima, rientrai in casa e mi feci una doccia veloce.


Presi la mia macchina per fare più veloce, anche se non era molto lontano. L'edificio era piuttosto grande e strabuzzai gli occhi davanti uno slogan che diceva: "fuori ci pensiamo noi.. dentro puoi fare qualcosa solo tu"


Forse era stata una pessima idea, se questo era il loro motto stavano partendo decisamente col piede sbagliato con una frase così banale.


Decisi di sfidare la sorte ed entrai, l'aria fresca mi diede sollievo all'istante. Stavano riguadagnando punti.


<<benvenuta al body center, possiamo fare qualcosa per lei?>>


Stavo guardando l'atrio, era una stanza abbastanza spoglia. Solo qualche foto incorniciata di addominali e altre con degli orari. Quando sentì parlare una voce femminile. Girai la testa a destra e vidi una ragazza non molto più grande di me con un sorriso abbagliante e denti bianchissimi. I capelli lunghi erano biondi e lisci e gli occhi erano del colore dell'oceano. Stava seduta dietro un bancone di mogano con una penna in mano e mi fece cenno di avvicinarmi. Ero abbastanza sicura che la ragazza con la sua bellezza, facesse dimenticare molto velocemente lo slogan appeso fuori.

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