_Capitolo 7._

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•••SPAZIO AUTRICE.•••

Okay, OKAY!
Lo so, volete tipo uccidermi in modi atroci per poi farmi resuscitare e obbligarmi a scrivere il capitolo nuovo, lo so.
But, i'm human, and ho bisogno di staccare anche io!
So..i'm here and non so perché prima parlo inglese e poi in italiano, bah...sono da rinchiudere.
Vi lascio al capitolo, my babes.
•••

-Capitolo 7.-

La notte precedente non avevo fatto altro che rigirarmi nel letto senza mai riuscire a prendere sonno, cosa che mi portò ad avere delle occhiaie marcate, in quella mattina nuvolosa.
E non capivo nemmeno il motivo per cui il mio risveglio fu così mattutino, visto che era Domenica.

Pensavo a cosa consistessero i vari "provvedimenti" che aveva intenzione di prendere Louis su di me, dopo l'accaduto in discoteca.

A proposito di discoteca; non sentivo Niall da quando ci salutammo all'entrata scolastica.

La prima cosa che feci appena misi i piedi per terra, dopo esser sceso dal letto, fu quella di andare a sedermi sulla scrivania e maneggiare subito il telefono, digitando il numero di Niall e portando l'aggeggio elettronico all'orecchio.

Uno, due, tre squilli e infine partì la segreteria telefonica.

Il cuore prese a battermi più velocemente e l'ansia prese il sopravvento su di me.
Dove poteva essersi cacciato? E se gli fosse successo qualcosa? E se non volesse parlarmi?
Tante domande mi passarono per la mente e tutte queste erano negative.

Ad un tratto fui risvegliato, dal mio momento di trance, dalla vibrazione del mio cellulare e sul display comparve il nome della mamma di Niall; Maura.

Per poco non mi cadde il telefono dalle mani per la tanta agitazione, e infine risposi.

-Pronto? Maura?-

-Buongiorno tesoro, come stai?- mi rispose lei, con il suo tono sempre materno. Ma la conoscevo troppo bene, la sua voce era un po' tremante.

-Io sto bene Maura. Niall è con te?-

-Uhm..di questo volevo parlarti. Non so cosa è successo ieri ma Niall non tornò a casa al solito orario e io continuavo a chiamarlo, ma nessuna risposta, così presi l'auto e andai a scuola pensando fosse con te, invece lo trovai disteso nel cortile, pieno di sangue...- disse tutt'ad un fiato, prima di prendere a singhiozzare.

Rimasi in silenzio, le mie paure si erano realizzate.
Deglutì e chiusi gli occhi, con le mani che sudavano e le gambe tremanti.

-Maura...cosa gli hanno fatto?- nella mia voce c'era preoccupazione e tanta, tanta rabbia.

Nessuno doveva permettersi di toccare quel viso.

-Gli hanno rotto il naso e due costole, è pieno di lividi e in alcune parti del cuoio capelluto mancano capelli, sicuramente gliel'avranno tirati fortissimo. Comunque Harry, si trova al S. Thomas Hospital, settimo piano, stanza 509.- mi spiegò.

La salutai in fretta, e subito mi preparai.

Non potevo immaginare il mio Niall in quelle condizioni e la cosa mi face stare male, mi face sentire in colpa per non essergli stato vicino in quel momento, invece di limonare con Louis, nel bagno.

Louis!

Non avevo tempo per mandargli un messaggi su Facebook, ma l'avrei pensato, e anche tanto.
[...]

Camminavo velocemente lungo il marciapiede, scontrandomi di tanto in tanto con la gente euforica di quella città.

Raggiunsi finalmente l'ospedale ed entrai quasi correndo, andando diretto verso l'ascensore.
Odiavo gli ospedali, quell'odore nauseante di medicinale e vedere i pazienti soffrire.

Raggiunsi il settimo piano velocemente, incontrando un'infermiera a cui chiesi informazioni sul numero della stanza. "Infondo il corridoio, l'ultima stanza a destra".
Seguì le informazioni, camminando veloce lungo il corridoio senza guardare tra le stanze con le porte aperte, ed infine raggiunsi la 509.

Mi appoggiai allo stipite della porta, respirando affannosamente.

Entrai, e lo vidi.

Mi fermai davanti a lui, per poi sedermi sul bordo del letto d'ospedale su cui era adagiato dolorante.

Aveva un occhio aperto e uno chiuso che non riusciva ad aprire per via di un pugno che gli aveva causato un'ematoma violaceo e intenso.
Alcuni ciuffi biondi fuoriuscivano dalle bende che teneva in testa.
Il naso era fasciato, così come l'addome su cui teneva un busto.

Non avrei mai voluto vederlo in quelle condizioni.

Allungò la mano tremante e la poggiò sulla mia gamba, facendomi sorridere teneramente dopo un "Sei qui", detto con una tenerezza disarmante.

"Che voce stridula che hai con il naso rotto!" Sdrammatizzai ridacchiando.

Mi diede uno schiaffetto sulla gamba.
"Non farmi ridere, stronzo!" Sbuffò trattenendo le risate.

Rimasi lì per due orette circa.
Mi disse che sarebbe rimasto ricoverato per una settimana e che avrei potuto andarlo a trovare ogni volta che volevo.
Gli raccontai di Louis e di quello che successe in bagno dopo la rivelazione di Mitch e fu contento e un po' confuso.
Infine parlammo di quello che successe a scuola e ci fu un momento di silenzio.
Decidemmo di lasciar perdere tutto, e far finta che non fosse successo nulla.

Tornai a casa verso le 16:00, dopo aver mangiato fuori, e mi misi al computer, accedendo a Facebook.

3 messaggi.
4 notifiche.

«A Louis Tomlinson piace la tua foto.»
«A Louis Tomlinson piace la tua foto.»
«A Louis Tomlinson piace la tua foto.»
«A Louis Tomlinson piace la tua foto.»

Sorrisi spontaneamente, immaginando già di chi fossero i messaggi.

Li aprì.

*Chat con Louis Tomlinson, aperta.*

(08:34) Louis: bimbo?
(08:55) Louis: dove sei?
(09:22) Louis: cazzo, devi rispondermi!

(16:15) Harry: Eccomi..ero da Niall in ospedale.

(16:16) Louis: ospedale?!

(16:16) Harry: l'hanno pestato a sangue ieri.

(16:18) Louis: un po' se li meritava, ti ha baciato!

(16:18) Harry: che dici, Louis!

(16:20) Louis: forse devo passare alle maniere forti per farti capire di chi sei?

School Boy- Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora