Capitolo 3.

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Louis Tomlinson, in tutta la sua bellezza, era a casa mia.
Chi l'avrebbe mai detto!

"Benvenuto, L-Louis." Dissi inceppandomi un po sul suo nome.
Ecco, di nuovo la timidezza se ne approfittava di me.

"Grazie Harry, mh...che profumo!" Disse, con il naso all'insù alla ricerca di un odore che aveva captato mentre entrava nella mia dimora.

"Forse è il mio..ehm, nuovo profumo." Dissi, portando una mano alla nuca, che grattai.

Lui sorrise, alzando solo un angolo delle sue sottili labbra rosee.
Un suo sopracciglio era alzato, e i suoi occhi scrutavano attentamente il mio collo niveo.

Tossì e mi voltai, pronto ad andare in una direzione senza meta.

Forse volevo scappare dal suo modo così superbo di fare, dai suoi gesti, forse volevo scappare da lui prima che sia troppo tardi.

-che pensieri mi faccio.- pensai arrossendo lievemente.

Mi voltai nuovamente verso di lui.

"Hai portato gli accordi per il tuo test di musica?" Gli domandai, con un sorrisetto nervoso sul viso.

Dio, dovevo calmarmi, sembravo solo stupido.

O forse lo ero.

Lui si avvicinò a me, e mi porse i fogli con le varie tracce per il pianoforte.

Le presi, e accarezzando i fogli, che odoravano di nuovo, sfogliavo le pagine.

"Beh, parto col dirti che le tracce sono molto facili, però c'è questa.." Indicai col dito una canzone che avrebbe dovuto imparare al piano. "Si chiama 'Valerie' questa canzone, devi impararla, è un po difficile, ma ce la faremo." Lo rassicurai rivolgendogli un sorriso.

Lui sembrava agitato.

"Mi aiuterai, no?" Mi domandò.
Era solo una semplice domanda, ma mi provocò varie emozioni dentro me.

Annuii fiducioso nei suoi confronti, e lo invitai a salire in camera mia, dove stava il pianoforte.

"Già mi porti in camera, Mr. Styles?" Disse, mentre saliva le scale seguendomi.

Tossii nuovamente.

"Se lo dici in quel senso, saresti rovinato a vita." Risposi. "Non farti vedere in giro in mia compagnia, ti pesterebbero." Dissi continuando, mentre aprivo lentamente la porta della mia camera.

"Io sono etero, Harry." Ci tenne a precisare, mentre si accomodava sul soffice letto.

Quelle parole, mi fecero tremare, cazzo, che mi prendeva?.

"Oh..ehm, sì insomma, lo sapevo." Dissi balbettando un po.

Fece una smorfia confusa, visto che il mio tono di voce era diventato più basso e più squillante allo stesso tempo, e lui se ne accorse.

"È il tempo di studiare, Louis, siediti al mio fianco." Lo invitai a sedersi nello sgabello del piano forte, quello lungo, al mio fianco.

Lui non se lo fece ripetere due volte, e si accomodò.

I nostri gomiti si sfioravano e anche le nostre gambe.

Involontariamente, per voltarmi verso lui, portai la gamba sopra la sua.
Lui si scostò subito, e quel gesto mi fece sprofondare nella vergogna più totale.

Insomma, non volevo farlo...credo.

"Scusami." Dissi semplicemente.

Lui sorrise, e quando lui sorrideva, il mondo sembrava fermarsi.

"Tranquillo." Rispose, tenendo una pausa di cinque secondi. "Io so cantarla, 'Valerie' ma non so suonarla." Continuò.

Sorrisi.
Anche io sapevo cantare, ma accompagnato dal piano era tutto diverso.
Chiudevi gli occhi, e le dita si muovevano da sole accompagnata dalla melodia della tua voce soave.
Era tutto magico.

Misi i fogli, con gli accordi di 'Valerie' e li scrutai un po, prima di aprire bocca.

"Facciamo una cosa, tu canti ed io suono, così ti fai un idea, okay?" Gli proposi, e lui annuii.

"Uno, e due, e tre e quattro." Dissi, battendo il tempo, e cominciando a suonare.

Cominciai a muovere le dita, con gli occhi puntati sulle note negli accordi.
Sapevo il pianoforte a memoria, e mi ricordavo le note dalla terza media, in cui in una recita di fine anno, mi fecero cantare e suonare 'Valerie'.

Mentre suonavo, sentii Louis cominciare a canticchiare.
Non riuscivo a sentire la sua voce.

"Louis, voce!" Lo incitai, a cantare a gran voce, quasi a superare il pianoforte.

Lui sembrò ascoltare, e così, finalmente cominciò a cantare.

-Valerie, oh..Valerie..!- cantava Louis nel ritornello.

Sgranai gli occhi, senza smettere di suonare, ma sbagliando qualche nota, che fortunatamente, Louis da bravo inesperto, non se ne accorse.

Dio, che voce teneva.
Soave, melodiosa, meravigliosa.

Quel corpicino minuto e formoso, racchiudeva quella voce dolce e tranquilla.
Sembrava una ninna nanna.

Quando la canzone fu finita, tolsi lentamente le dita dai tasti, e mi morsi il labbro inferiore per qualche secondo, come era il mio solito fare.

Notai con la coda dell'occhio, che abbassava lo sguardo, e mi girai verso di lui.

"Dio Louis.." Dissi, mentre lui alzava il viso lentamente.

"Cosa..?" Chiese, insicuro di quella piccola performance in mia presenza.

"La tua voce è bellissima." Mi complimentai, e lui scosse lentamente la testa.

Si girò verso di me, e cominciò a dimenarsi contro se stesso, insultandosi.

"Faccio schifo, Harry." Disse infine, con le lacrime agli occhi, quegli occhi così puri e così meravigliosi.
Mi guardavano, dritto nei miei, erano colmi di lacrime.

Quella scena creò in me un senso di vuoto, e il mio stomaco si capovolse.

Mi avvicinai a lui, e premendo le mani sulle sue spalle, mi sporsi, fino a premere le labbra sulle sue.

Chiusi gli occhi, incosciente delle mie azioni.

Era un bacio sentito, da parte mia.

Potetti sentire Louis chiudere gli occhi, per un attimo, e finalmente mosse anche lui le labbra in sincronia con le mie.

Fin quando i suoi occhi si aprirono sgranandosi, e le sue mani con prepotenza premettero corto il mio petto, spingendomi e quindi staccandomi.

Lui aveva le goti color porpora, e nei suoi occhi, sembrava esserci dolcezza, ma dalla sua bocca, non uscii niente di dolce.

"Cazzo fai Harry?" Disse balbettando un po. "Sei un frocio di merda, fanculo." Disse, strappando i fogli con gli accordi della canzone.
Prese il suo zaino, e sbattendo la porta, velocemente fu fuori casa mia.

Cosa avevo fatto?

I miei occhi, si riempirono in fretta di lacrime, lacrime tristi, lacrime di rabbia.
Sì, rabbia nei miei confronti, la rabbia di non saper tenere a freno i sentimenti.

Mi inginocchiai a terra, accarezzando con mani tremanti i fogli strappati.

Quel momento, faceva più male di tutti i pugni e i calci dei bulli.

L'amore faceva male.

School Boy- Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora