Tiana alzò gli occhi al cielo e si morse la lingua per evitare di imprecare ad alta voce. Distese le labbra in un sorriso che voleva essere rassicurante, ma risultò solo minaccioso. "Vi, allora?" chiese, una punta di impazienza che le acutizzava la voce.
Victoire negò vigorosamente con la testa. "Non ce la faccio! Non posso!"
L'altra sospirò e si impose di contare fino a dieci prima di aprire la bocca. "Devi solo oltrepassare una porta!"
"Ma è pieno di gente e non ho i miei occhiali e poi mi vergogno!" confessò, stringendo tra le mani la gonna di chiffon color avorio.
"Così ti stropicci il costume." la sgridò l'amica. Poi, nel vedere Victoire così angosciata, lo sguardo di Tiana si addolcì. Sospirò. "Guarda che stai benissimo. Farai morire d'invidia tutte: cavoli, sono invidiosa anch'io!" scherzò. Le porse la maschera bianca che Vic si era tolta qualche metro prima di entrare nella Sala Grande, dove si stava svolgendo il Gran Ballo di Carnevale. "Forza, rimettila e va' a far vedere a Lupin cosa si sta perdendo!"
Victoire prese la maschera e se la rigirò tra le dita. Alzò lo sguardo per incontrare quello dell'amica, travestita da Strega Babbana, con tanto di porro sul naso. Sospirò. "Scusa, mi sto comportando da imbecille. È che..." si bloccò e sospirò di nuovo. "Non so neppure io che mi prende..."
"È che sei innamorata. Ed insicura. Cosa molto sciocca, in realtà, perché se Teddy ti rifiuta stasera dovremmo concludere che bazzichi dall'altra sponda, non so se mi spiego..."
Victoire scoppiò in una risata sincera, la tensione smorzata. Poi guardò l'amica con un sorriso colmo di affetto. "Sono io ad essere invidiosa di te, Tiana: non c'è al mondo un'amica migliore."
Tiana sorrise a sua volta. Victoire aveva molti difetti: aveva una mente contorta, si faceva mille problemi per questioni sciocche, era testarda e, se aveva la luna storta, diventava acida e sarcastica. Per non parlare di quanto fosse irritante entrare nella stessa stanza assieme a lei e passare sempre inosservata a causa di quel suo charme che attraeva gli sguardi maschili come falene alla luce, tra l'altro senza che lei facesse assolutamente nulla per attirarli! Ma, proprio come le aveva detto Teddy tanti anni prima, era una buona amica e non l'avrebbe cambiata con nessuno al mondo. Beh, forse con Abel Stair di Serpeverde... Chissà se sarebbe stato lo stesso così tremendamente carino con una maschera di bellezza sul viso e le unghie smaltate, a parlare di ragazzi e vestiti? Scacciò quell'immagine dalla mente prima di scoppiare a ridere. Alzò il naso per aria, con fare da presuntuosa. "Lo so, non c'è bisogno che tu me lo dica!" scherzò, lucidandosi le unghie della mano sul tessuto scuro del suo costume. "E ora entriamo, altrimenti quando ti deciderai sarà già ora di andare a letto!" La prese per mano e la trascinò davanti alla porta della Sala Grande. Si sistemò la propria maschera e prima di entrare si volse verso l'amica. "Sei pronta?"
Victoire deglutì, ancora un po' nervosa, e si mise la maschera. "No, ma penso che non lo sarò mai. Perciò apri quella porta e che Dio me la mandi buona..."
La porta cigolò e la musica ed i coriandoli multicolore le accolsero...
Teddy stava bevendo il suo Idromele, quando Ethan gli affibbiò una gomitata tra le costole per richiamare la sua attenzione. La bevanda dolciastra gli andò di traverso, rischiando di uscirgli dal naso.
"Ethan!" tossì seccato.
"Scusa, amico. Ma guarda chi è arrivato..." disse il ragazzo dalla pelle color caffelatte, mascherato da sultano arabo, indicandogli una ragazza travestita da strega ed una da principessa.
A Teddy sembravano vagamente familiari, ma era quasi impossibile dirlo con quelle maschere che coprivano loro buona parte del viso. Scrollò le spalle e bevve un altro sorso di Idromele. "Sì, e allora?"
"Come 'e allora?'?! Non hai visto quella vestita da principessa?"
"Mm... mm... È carina."
Ethan gli lanciò uno sguardo incredulo. "Carina? Amico, di' le cose come stanno: quella è una bomba!"
Teddy ridacchiò. "D'accordo. D'accordo." Quando il sorriso svanì dalle sue labbra, lanciò uno sguardo mesto nella direzione di una ragazza travestita da fata che rideva assieme ad un ragazzo col costume da vampiro. La mano di lui era appoggiata sulla schiena di lei. Un po' troppo in basso per essere considerato appropriato, rifletté tra sé Teddy, corrucciandosi.
"Ehi, Ted..." lo richiamò l'amico. "Ascolta: Grace ormai sta con lui, devi fartene una ragione. Dovresti guardarti intorno, divertirti un po' e non pensare a lei."
"Più facile dirlo che farlo..." borbottò.
Ethan scoccò un'occhiata alla giovane in abito color avorio, che stava pian piano raccogliendo l'attenzione di gran parte dei ragazzi presenti in sala. Un sorriso furbesco gli distese le labbra. "Non sono d'accordo. Anzi, potresti cominciare subito con l'invitare quell'adorabile Principessina a ballare con te..."
"Ma se non so nemmeno chi è!" protestò.
"Questo rende il tutto più intrigante..." disse l'amico con voce maliziosa. Di fronte all'occhiata eloquente di Teddy, Ethan sbuffò. "Se vai a chiederle di ballare, puoi anche chiederle come si chiama, no?"
Il giovane Metamorfomago cambiò peso da un piede all'altro, a disagio. "Non so se è il caso..."
"Per Merlino, Lupin! Smettila una volta tanto di fare il bravo ragazzo e buttati nella mischia!"
"Vorrei ricordarti che sono Caposcuola."
"Io non vedo distintivi appuntati sul tuo costume da..." Ethan si fermò per scrutare perplesso il costume multicolore dell'amico. "Da che cos'è che hai detto che ti sei travestito?"
"Da Arlecchino, Ethan. Una maschera italiana."
"Beh, quella roba lì. Vai a divertirti! È il nostro ultimo anno: se non ci divertiamo ora, quando?"
Teddy sbirciò la Principessa: effettivamente era molto carina. No, era più che carina: era bella. E sembrava anche infastidita dalle avances di un Grifondoro del quinto anno... Forse poteva andare ad aiutarla... "Va bene, vado a fare un tentativo."
"Non devi tentare." lo corresse Ethan. "Devi andare a segno."
Teddy alzò gli occhi al cielo e ridacchiò. "Okay, okay..."
"Se vuoi posso andare a prenderti un Succo di Zucca o una Burrobirra..."
"Non ho sete. Grazie."
Ma dov'era finita Tiana?, si chiese Victoire, resistendo all'impulso di dire chiaro e tondo a quell'appiccicoso di Brayden Knight di levarsi dalle scatole.
"Mio padre è il Presidente dell'azienda di catering che ha fornito le cibarie." la informò Brayden, incrociando le braccia sulla redingote del costume da damerino settecentesco.
Tirò verso l'alto gli angoli della bocca, socchiudendo lievemente gli occhi. "Ma davvero?" commentò, assai poco interessata.
"Già." proseguì lui, senza accorgersi di nulla. "Abbiamo una casa in Normandia. Ti andrebbe di venirci per Pasqua?" le propose, di punto in bianco.
Lei boccheggiò un attimo per la sorpresa, chiedendosi se fosse stato assegnato a Grifondoro per il coraggio di fare certi inviti. "Scusa, ma non sai nemmeno chi sono..." ragionò.
Il ragazzo scrollò le spalle. "Sento che c'è una certa alchimia tra noi..." le spiegò, abbassando la voce di un'ottava, sperando di farla risultare più sensuale.
Le perfettamente arcuate sopracciglia della ragazza scattarono verso l'alto e, a quel punto, Victoire si domandò se: a) avesse a che fare con un idiota; b) il suddetto idiota appartenesse alla grande specie degli idioti colossali o c) avesse inavvertitamente attivato il Sortilegio Incantante che maman le aveva insegnato. La magia delle Veele, insomma.
Dopo il primo disastroso utilizzo della magia delle sue antenate (Bobby D. non le aveva dato tregua per giorni e ancora oggi, se le capitava di passare nei pressi del vecchio parco giochi, le venivano i brividi al ricordo), aveva giurato di non fare più affidamento su quello stupido trucco. Se qualcuno (TeddyTeddyTeddy) l'avesse mai voluta, sarebbe stato perché era una ragazza intelligente e carina, non a causa di uno sciocco sortilegio.
Fissò con commiserazione il patetico essere che aveva di fronte e si preparò a porre fine a quella pantomima. "Ascolta, forse c'è alchimia nell'aria, ma di certo non tra noi due." sentenziò secca. "Ci sono tante altre Principesse a questa festa: perché non provi con loro, mm?"
Brayden sbatté le palpebre, stordito da un tanto schietto rifiuto. Poi emise un verso incredulo. "Dovresti imparare ad essere più gentile."
"E tu a non importunare le ragazze che non conosci." ribatté pronta Victoire, dandogli definitivamente le spalle e scoprendo così dove era andata a finire Tiana: nella pista da ballo, tra le braccia di Stair, il Serpeverde del loro anno per il quale aveva una bella cotta...
Hai capito?, si disse con un po' di amarezza. Lei sì che sapeva ottenere ciò che voleva. E senza perdere tempo.
Sorrise, nonostante tutto, felice per l'amica che, a giudicare da come la guardava il ragazzo, aveva fatto decisamente colpo. E sperò che prima o poi anche Teddy la guardasse in quel modo speciale...
"Ero venuto per salvare una Principessa in pericolo, ma a quanto pare la Principessa si è salvata da sola."
Victoire si voltò di scatto, sgranando gli occhioni azzurri nel vedere proprio Teddy Lupin, in piedi di fronte a lei, travestito da Arlecchino, che le sorrideva divertito. Deglutì nel notare come il ciuffo color cobalto gli ricadesse sulla fronte, abbastanza lungo da far risaltare gli occhi grigio cupo, che la guardavano con uno sguardo che non gli aveva mai visto. Come se la vedesse sul serio. Come se avesse finalmente realizzato che anche lei era una ragazza...
Di fronte all'espressione sorpresa della Principessina, Teddy sentì il coraggio scemare. Mise le mani avanti. "Ehm... Non ci sto provando, è solo che sono Caposcuola e ho pensato che fossi nei guai e... uhm..." si impappinò, come sempre quando era da solo con una ragazza. "Beh, visto che è tutto a posto, me ne vado. Ciao." Si voltò e si diede dell'idiota per la figura barbina che aveva appena fatto: da quando dava retta a quell'imbecille di Ethan? Forse aveva bevuto troppo Idromele quella sera...
"Aspetta!" Lo fermò trattenendolo per una manica.
Stavolta si girò lui con espressione stupita. La Principessina abbassò immediatamente lo sguardo quando i loro occhi si incrociarono e Teddy vide il rossore salirle dal collo fino alle gote, seminascoste dal pizzo della maschera.
"Sei... uhm... stato gentile. Grazie." mormorò talmente a bassa voce che quasi Teddy non la sentì.
"Di niente."
Per un lunghissimo minuto non si dissero niente. Teddy lo passò a mordersi l'interno della guancia, dibattendo con se stesso se chiederle o meno di ballare. In fondo, l'aveva avvicinata per quello, no? Si umettò le labbra, secche per il nervosismo, e poi li vide. Grace ed il suo ragazzo che ballavano proprio nel mezzo della pista. E la gelosia gli fece ritrovare la voce.
"Ti va di ballare?" Gli occhi azzurri della Principessina lo scrutarono dubbiosi. E a lui sembrò di averli già visti. Aggrottò la fronte, tentando di ricordare. "Ma ci conosciamo?"
Sulle labbra di lei si disegnò un sorrisetto furbo. Anche quello gli sembrò familiare. "Forse..." rispose enigmatica. Gli si avvicinò. "Comunque, sì, mi va di ballare."
Non l'aveva riconosciuta! Certo, tra maschera ed mal di gola che le aveva arrochito la voce non era proprio facile... Non sapeva se esserne contenta od offesa. Decise che ci avrebbe pensato dopo, mentre lo seguiva tra coppiette di studenti che si scatenavano al ritmo di una canzone pop. Teddy si fermò e si voltò verso di lei, cominciando a muoversi a tempo con la musica.
"Sono bravi, eh? I Wicked Boys, intendo."
"Li adoro." confessò Victoire.
In quel momento, il ritmo da sfrenato che era si fece più rilassato. Le coppie si strinsero di più in un abbraccio dondolante.
Victoire guardò Teddy speranzosa, ma lo sguardo del ragazzo era attirato da qualcosa oltre le sue spalle. Lanciò anche lei uno sguardo in quella direzione e si lasciò andare ad un sorriso amaro. Ma certo, chi altri poteva catturare i suoi occhi se non Grace Sommers? Gli mise una mano sul braccio per riguadagnare l'attenzione perduta e tentò di ignorare la capriola che fece il suo stomaco nel percepire il calore della sua pelle al di sotto della stoffa. "Beh, grazie per il ballo. Torno dalla mia amica." Una bugia, perché suddetta amica stava ancora ballando con Abel Stair, ma non c'era più motivo di stare lì con lui.
"Aspetta." la richiamò Teddy stavolta. "Ti va di ballare anche questa canzone?" Aveva le guance un pochino rosse quando glielo chiese e Victoire lo trovò adorabile. "Cioè, se non ti va, non c'è problema, ma visto che siamo qui..."
"Dici sul serio?"
Teddy annuì ed aprì le braccia. "Ti va?"
"Sì." rispose Victoire, scivolando nel suo abbraccio con il cuore che le frullava nel petto come le ali di un uccellino in gabbia. Che parve volare libero nel cielo quando le mani calde di Teddy le circondarono la vita.
Ma che stava facendo?, gli gridava la sua mente. Era ridicolo ballare con una di cui non conosceva nemmeno il nome quando Grace era lì a due passi! Gli occhi di Teddy continuavano a cercare il volto di Grace tra la folla di coppiette e quando la vide appoggiarlo sul petto di quel dannato Tassorosso, si assottigliarono di rabbia.
Sentì la Principessina trattenere il fiato: senza accorgersene l'aveva attirata in un abbraccio più stretto. Aumentò la distanza tra loro. "Scusami."
"No, non fa niente." Lei era nuovamente arrossita e Teddy pensò che gli sarebbe piaciuto vedere il suo viso per intero. La Principessina alzò lo sguardo e lo fissò dritto negli occhi. "Secondo me, la Sommers sta sbagliando in pieno: Adams è un cretino."
Quelle parole lo sorpresero. "Sei amica di Grace?"
Lei fece una smorfia disgustata. "Assolutamente no!"
Teddy ridacchiò di fronte a quella reazione. "E allora come mai la conosci?"
"Così..." rispose la Principessina, facendo spallucce.
"Sai, quando l'ho conosciuta, mi ha tirato del Succo di Zucca in faccia. Eravamo sull'Espresso ed è stato un colpo di fulmine. Ma non sono mai riuscito a dirle quanto mi piaccia." le confidò Teddy, cercando ancora una volta la testa bionda di Grace. Sospirò. "Ed ora è troppo tardi..."
Lei rimase in silenzio. "Dovresti... provare lo stesso. A dirle quello che provi, intendo." disse, come se le costasse molta fatica.
Teddy scosse la testa. "Ci ho pensato, ma lei è felice con lui e non voglio rovinare la nostra amicizia."
"Quindi tu credi che, se la persona a cui tieni è innamorata di un'altra, non si debba dar voce al proprio cuore?" domandò la Principessina, con una voce strana, come sul punto di rompersi.
"No, bisogna aspettare. Quando la persona a cui tieni sarà pronta, allora potrai parlare."
"E se non fosse mai pronta?"
Teddy guardò la ragazza che aveva tra le braccia: aveva la testa lievemente chinata in avanti in una posa di sconforto. "Parli per esperienza personale? Ti piace un ragazzo a cui piace un'altra?" le chiese con voce gentile.
Lei annuì debolmente.
"Lascialo perdere: è un idiota! Come fa a non accorgersi di una ragazza carina come te?" le disse per consolarla.
"Me lo chiedo anch'io, sai?" replicò la Principessina con un sorriso triste.
Teddy provò una strana tenerezza e la strinse un pochino di più. Le prese una ciocca di capelli e la carezzò con il pollice. "Capelli verdi per una principessa, mm? Una scelta originale." commentò con un sorriso.
"Non ti piacciono?" chiese lei con una vocina piccola piccola, che per un attimo gli parve conosciuta.
"Scherzi? Il verde è uno dei miei colori preferiti!" Il cobalto dei suoi capelli si trasformò in verde foresta. "Ecco, così siamo intonati." le sorrise più ampiamente, guadagnandosi come ricompensa una risata da parte di lei. Ancora una volta estremamente familiare. Chinò il viso verso di lei, percependo il profumo dei suoi capelli e della sua pelle. "Mm... Buono..." mormorò, chiudendo gli occhi, senza accorgersene. "Hai un buon profumo..."
La sentì irrigidirsi nel suo abbraccio sempre più stretto. "G-Grazie..." balbettò lei, ormai con il volto in fiamme.
Arrossì anche Teddy, accorgendosi della situazione imbarazzante e ripristinando la debita distanza tra loro. "Scusami ancora. Non so che mi prenda stasera."
La Principessina abbassò lo sguardo con un sorriso. "Non fa niente."
"Senti, non riesco a fare a meno di pensarci: sono sicuro di conoscerti, ma non riesco ad inquadrarti. Qual è il tuo nome?" domandò Teddy, dopo qualche istante di silenzio. La canzone era giunta alla sua conclusione ed i due si erano separati.
"Non mi hai riconosciuta?" domandò lei, guardando la mano di Teddy che ancora teneva la propria con occhi tristi.
Lui si strinse nelle spalle. "No, mi spiace."
La Principessina sospirò e portò lentamente la mano libera al volto. Esitò un attimo prima di scostare la maschera dal viso...
"Victoire?!?"
Victoire chiuse gli occhi, incapace di sostenere l'espressione sconvolta che si era dipinta sul viso di Teddy. Congiunse le mani al petto (lui aveva prontamente lasciato quella che stava stringendo fino a poco prima), aspettando il verdetto.
"Victoire?!?" ripeté Teddy, guardandola come se le fosse cresciuta una seconda testa. I capelli tornarono color cobalto, mentre lui vi infilava le lunghe dita affusolate.
"Ehm... Sorpresa!" sorrise debolmente lei.
"Ma che sorpresa!" esclamò lui, arrabbiato. "Sei impazzita?! Perché non me l'hai detto subito che eri tu?" Arrossì violentemente quando intercettò i suoi occhi e puntò i propri ai suoi piedi. "Oddio! Non riesco neanche a guardarti in faccia, ora!"
"Ora?!" Un moto di rabbia le contrasse il volto. "Di' la verità, Teddy: tu non mi hai mai guardata prima d'ora! È per questo che non mi hai riconosciuta! È per questo che non hai mai capito niente!" alzò la voce talmente tanto che tossì, irritandosi la gola e facendosi venire le lacrime agli occhi. "È stato davvero così disgustoso ballare con me? È perché non sono Grace? O sono proprio io che non vado bene? Cosa c'è che non va in me, eh, Teddy? È un qualcosa di specifico o è tutto l'insieme?" Aveva il fiatone e le guance in fiamme, ma non aveva intenzione di fermarsi. "Anzi, no: non rispondere. Non lo voglio sapere. Non ti darò mai più fastidio, di questo puoi starne certo!" disse, voltandosi giusto prima che le lacrime cominciassero a scivolare sul suo volto, disegnando scie fresche sulle guance ardenti. Spiccò una breve corsa, nonostante i tacchi, spingendo con forza la porta, lasciando una sala piena di gente basita.
Teddy boccheggiò imbarazzato, stupito, confuso, arrabbiato. Erano talmente tanti i sentimenti che provava in quel momento che non riusciva nemmeno a distinguerli. Vide la Strega Babbana lanciargli uno sguardo carico di rimprovero e correre fuori dalla Sala Grande. Ma certo! Era Tiana Wright! Come aveva fatto a non riconoscerla?
Come aveva fatto a non riconoscere Victoire, piuttosto. Perdiana, era cresciuto assieme a lei!
"Ehi, amico. Tutto bene?" gli chiese Ethan, mettendogli una mano sulla spalla.
"No. Non va per niente bene..." rispose lui, ancora stordito. "Io non avevo capito che era lei... Non ci avevo nemmeno pensato..."
"Perché sei un imbecille, Lupin." si intromise Tiberius Haggard, spostandosi la benda da pirata dall'occhio per guardarlo meglio. "La Weasley ha una cotta per te da una vita. Gliel'ho sempre detto che sprecava il suo tempo dietro ad un perdente come te..."
"Ma che stai dicendo?! Victoire non ha una cotta per me!" protestò Teddy, nascondendo dietro la rabbia la confusione.
Haggard sbatté le palpebre e si concesse un sorrisetto. "Fantastico! Sei più stupido di quanto pensassi!"
Teddy strinse i pugni. "Haggard, non ti conviene infastidirmi ora..." sibilò minaccioso.
"D'accordo. Perdono." sghignazzò l'altro, alzando le mani. "Però, permettimi di darti un consiglio: io non mi lascerei scappare la Weasley per una come la Sommers." Gli lanciò un'occhiata maliziosa. "Comunque, se la vuoi lasciar perdere, a me sta bene. È dall'anno scorso che tento di uscire con lei: forse con te fuori dalle scatole mi dirà finalmente di sì."
"Non ci provare nemmeno ad avvicinarti a lei! È ancora piccola!" ringhiò Teddy.
"Ehi, sveglia! Ha quasi sedici annii! Ed è una gran bella..."
Teddy assottigliò gli occhi. "Non osare."
Haggard sospirò, rimettendosi a posto la benda. "Come vuoi. Ma ricordati quello che ho detto." disse, facendosi largo tra gli studenti che avevano smesso di parlottare ed avevano ripreso a ballare.
"So che lo ritieni un deficiente," parlò Ethan "però in questo caso ha ragione: Victoire è una ragazza e pure molto bella. Grace non..."
"Grace non c'entra." lo interruppe Teddy, che stava ancora guardando male Haggard. "Per me Victoire è come una sorella. Punto. Non ci potrà mai essere niente di più che affetto tra me e lei." affermò con più forza del dovuto, col risultato che sembrava voler convincere soprattutto se stesso.
Ethan gli batté sulla spalla in segno di comprensione.
Teddy sospirò. "Andiamo: ho bisogno di bere..." disse, sperando che l'alcool sfumasse l'intensità di quel turbinio di emozioni...
Victoire tirò su col naso, tamponandosi gli occhi gonfi e rossi. "Mi dispiace, ti ho rovinato la serata..."
"Non dire stupidaggini." la ammonì Tiana, passandole un braccio attorno alle spalle. Victoire si asciugò altre due lacrime sfuggite al suo controllo. Tiana si imbronciò. "Se becco Teddy...! È un idiota insensibile come tutti i maschi a questo mondo!"
"Anche Stair?" domandò Victoire.
Tiana arrossì. "Come tutti i maschi a parte lui." si corresse, facendola sorridere per un attimo.
Victoire tirò ancora su col naso, mentre un nuovo fiotto di lacrime cadeva dai suoi occhi. "Volevo solo che per una volta guardasse me, invece che Grace. E guarda che cosa è successo..." singhiozzò.
"Su, non fare così. Non si merita le tue lacrime." le sussurrò l'amica, abbracciandola e cullandola dolcemente.
"Hai ragione, ma non riesco a smettere..." gemette, aggrappandosi all'altra disperatamente, mentre il suo cuore spezzato scandiva il ritmo di un dolore sordo che non l'avrebbe abbandonata tanto presto.
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10 spintarelle per Teddy Lupin e Victoire Weasley
FanficDieci momenti della vita di Teddy Lupin e Victoire Weasley, dal loro primo incontro alla nascita del loro amore... Scriverò una volta al giorno