Un'altro giorno noioso di scuola susseguì il nostro incontro e quel giorno, ti misi accanto a me di tua spontanea volontà.
Risi alle tue battute tanto forte quanto il loro livello di squallore; erano veramente penose.A pranzo, mangiammo insieme nella mensa della scuola e tu mi introducesti al gruppo dei tuoi amici, quelli reputati "belli e senz'anima" per il loro carattere freddo e maleducato.
Ma, durante quel pasto, uno di loro si lasciò sfuggire una frase nei miei confronti, quasi come se fossi un fantasma: "Quindi sei riuscito a portarla fuori? Hai vinto la scommessa?" e a quel punto presi e me ne andai, tornai in classe e con una scusa, uscii da scuola e tornai a casa, saltando le ore pomeridiane.
A casa, continuai a pensare a te e quella frase e all'improvviso capii il litigio al ristorante: il mio accompagnatore senza nome non voleva che ti parlassi per via della scommessa.
Avevo ancora il suo numero, quindi lo chiamai e lui mi spiegò che eravate amici, ma era contro la scommessa fatta tra te e un'altro del gruppo.
A fine chiamata, mi chiese di uscire ancora e io risposi di si anche se a malincuore, perché pensavo ancora a te.Al secondo appuntamento, tornasti con quella camicia azzurra mal assortita e tirasti un pugno al tuo ormai ex amico. Lui rimase con un occhio nero tutta la sera e tu invece con un volto scuro: non ti volevo parlare.
Decidesti di spiegarmi tutta la faccenda per filo e per segno e non era un malinteso come speravo, però alla fine qualcosa sbocciò come se i due appuntamenti li avessi avuti con te.Sotto ad un albero spoglio in mezzo al parco, con le foglie arancioni tutte sparse dal vento, mi baciasti.
Ero felice e sembravi esserlo anche tu, all'inizio.I nostri compagni non riuscivano a crede ai loro occhi: dopo una settimana arrivammo a scuola mano nella mano, dopo una nottata passata al telefono a parlare.
Ogni giorno con te era come una pagina nuova da leggere e qualcosa da scoprire, ogni giorno mi piacevi sempre di più.
Uscivamo tutti le sere e facevamo solo quello che andava bene ad entrambi, come un picnic in riva al fiume o sotto le stelle, una partita di biliardino al bar o una pizza e bowling.Ci divertivamo insieme, anche dopo la fine dell'ultimo anno di liceo decidemmo di restare insieme mentre tutti gli altri amori adolescenziali si sgretolavano sotto ai nostri occhi, come le foglie che iniziavano a cadere, come tutti gli autunni.
L'anno in cui iniziammo l'università, mi dicesti che l'autunno era la tua stagione preferita.
Perché ti ricordava me.
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Autunno.
Short StoryL'autunno era la nostra stagione preferita. Le foglie cadevano fuori mentre noi stavamo accoccolati sotto alle coperte, con delle tazze fumanti in mano a guardare vecchi film. Ora, la foglia sono io.