sesto

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Gli incubi, si realizzarono.

Non tornasti proprio, quella sera. Niente telefonate, niente messaggi e niente te.
Uscii di fretta, sapevo dov'eri andato e quando arrivai mi chiesi perché avessi voluto venire da te. Eri pieno di sangue e quei tipi ti stavano ancora picchiando, con calci in pieno stomaco e volto, pieni di violenza inaudita. Urlai il tuo nome nel freddo di dicembre e loro scapparono, come  cani impauriti dal bastone, con la coda in mezzo alle gambe. Ma quando venni da te a salvarti, già non respiravi più e nemmeno io, per colpa delle lacrime che mi accecavano pure. Chiamai la polizia, l'ambulanza e feci tutti il possibile, ma lo feci invano.

Moristi quella stessa notte, all'ospedale. Non sapevo il numero di telefono dei tuoi genitori e non li avevo mai visti ma sapevo quale sarebbe stata la loro reazione. Quando arrivarono all'ospedale, contattati dalle infermiere grazie ai loro numeri sul tuo telefono, vidi te nei loro volti:
Tua madre era una donna bella e con una carnagione scura, ben curata e sofisticata ;
Tuo padre sembrava il tipico uomo rigido ed intelligente che impone la sua stessa disciplina ai figli che al contrario, crescono ribelli. Proprio come te.

Quando loro videro me, ci fu uno scambio di sorrisi deboli per sostenerci fra di noi e niente di più. Poi, caddi emotivamente come una foglia nel periodo più bello dell'anno.

Al funerale non ci andai, non potevo sopportare di vederti chiuso in una bara, che sarebbe poi finita sottoterra. Però, ti venni a trovare e ti parlai anche, lasciando qualche foglia arancione e marrone vicino al tuo nome per ricordarti di me e di noi.
Solitamente te ne lasciavo due, una arancione come i miei capelli ed una marrone come i tuoi; ma quel giorno te ne lasciai tre, di cui una molto piccola.
Immaginai il tuo sorriso per il mio modo di dirti che saresti diventato padre e sorrisi perché mi avresti sorriso comunque.

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Ora la piccola ha tre anni e chiede sempre di te, e sorride sempre come te. Ha una bella carnagione come la tua e ogni giorno le ripeto che non deve piegarsi alle parole cattive che i suoi compagni le dicono solo perché é diversa.
Quando ho scoperto che era il motivo per il quale ti avevano picchiato e ucciso, da allora continuo a ripeterle che la sua pelle é bellissima.

Ogni volta che percorriamo la strada asfaltata in mezzo agli alberi e le foglie cadono, lei abbassa il finestrino e cerca di prendere una, poi l'attacca sul suo quaderno e ci disegna un cuore accanto; ormai ne ha a centinaia di quelle foglie.

Sai come si chiama?

Autumn.

Autunno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora