Pioggia. Che suono soave, un qualcosa di triste, caldo, appiccicoso ma estremamente bello.
Dovrebbero essere le 7.00 all'incirca e questo vuole dire solo una cosa: madre Teresa sta per venire a svegliarmi e chissà quale tortura ha preparato oggi per me.
"Alzati, dai alzati non ho tempo da perdere" mi disse la vipera "Ti ho portato il programma di oggi"
"Colazione, aiuto in cucina, aiuto con i più piccoli e poi devi accogliere i nuovi arrivati. Due ragazzini di otto e sei anni. Li farai ambientare in questi giorni. Ah e dimenticavo alle 19.00 torni in isolamento senza cena perché l'ho deciso io e poi guardati se continui a mangiare così diventerai obesa prima dei vent'anni."
Se ne andò via come uno tsunami e sbatté la porta. Non avevo obbiettato, non aveva senso farlo, lei era il capo,lei aveva sempre ragione.
Mi vestì velocemente con la solita divisa grigia e corsi in mensa, non c'era ancora nessuno apparte Marie.
"Buongiorno Julie" mi disse
"Buongiorno Marie" le risposi
"Dormito bene"?
"Si dai non è poi così male in isolamento se ti ci abitui"
"Vorrei tanto aiutarti Julie ma madre Teresa è una strega"
"Lo so bene, non devi preoccuparti e poi te l'ho detto, ci sono abituata, la mia stanza non è poi così diversa da questa" la tranquillizzai
"Sono fiera di te Julie, sei una ragazza cosi forte, non fai trasparire la debolezza da dentro di te, mi ricordi tanto la mia cara Vee, sono sicura che sareste andate d'accordo se solo il buon Dio non me l'avesse portata via" mi disse triste
"Mi sarebbe piaciuto conoscerla"
"Perdonami, devo finire di pulire la cucina e i bagni" mi disse Marie
"O non preoccuparti anch'io ho un gran bel da fare"
Finita la conversazione con Marie feci colazione e pulii la cucina, verso le 12 salii al piano superiore dove c'erano Olly, Dennis e Alan.
Amavo quei piccoletti, avevano tutti 10 anni e mi trattano come se io fossi la loro dea, con loro mi sentivo bene anche se apparentemente.
Alle 16 bussarono alla porta, andai ad aprire e una donna mi lasciò un foglio e due bambini, sapevo che quello non era un gran bel posto ma non era il caso di scappare così.
Passai tutto il pomeriggio con quei due bambini: i loro nomi erano Justin il bambino di otto anni e sua sorella Kate.
Sono due bambini dolcissimi con una storia tristissima alle spalle; i loro genitori sono stati assassinati da due delinquenti e i piccoli non hanno nessun altro che può badare a loro per cui sono stati spediti qui come un pacco.
Sarei rimasta a parlare con loro ma quella perfida di madre Teresa fece irruzione come una furia, mi mandò via da quella stanza e prima di ritornare nella mia mi diede quindici frustate perché non avevo lustrato come voleva lei la cucina. Patetica, almeno poteva smetterla di inventare inutili scuse.
STAI LEGGENDO
Nessuno mi può salvare
Random"Pensavo di essere sola, avevo paura che la vita mi avrebbe risucchiato un giorno l'altro ma non successe mai.'' Vissuta per anni nel peggior orfanotrofio di New York Julie non ha sogni,speranze, non sa cos'è l'amore,l'amicizia. All'età di 17 anni s...
