Ocean eyes

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Quando era entrata in classe, quell'anno, aveva ipotizzato un altro anno noioso e spento proprio come quelli passati. Era il terzo anno al college dove studiava soprattutto lingue, che si basava più sull'aspetto esteriore che sulla sostanza dell'insegnamento. Aveva cambiato quasi tutti i professori quell'anno perché nel triennio, succedeva così. Hazel, 17 anni da compiere era una ragazza solare, per quanto si diceva in giro, ma anche acida e stronza. Nessuno la conosceva davvero, se non Amy, la sua compagna di banco e migliore amica. Aveva preso posto Hazel, in ultima fila, ma il nuovo professore di Italiano aveva ritenuto che fosse meglio se prendesse il banco in prima fila insieme ad Amy che aveva offeso l'uomo prendendosi un rapporto e la chiamata dei genitori. Tutto sommato, era iniziato piuttosto bene, già un rapporto e non era passata nemmeno un ora.
L'amica continuo a Borbottare infastidita per tutto il resto della giornata e quando finalmente uscirono, la pioggia divagava. Si bagno tutta, completamente e quando suonò al campanello dei nonni si becco la Ramanzina sul fatto di aver lasciato l'ombrello a casa. Maledisse tutto quanto è si chiuse in camera sua, appena finito di mangiare.
Cerco di suonare la chitarra, ma era troppo nervosa per farlo, così si conficco le cuffie nelle orecchie ed ascolto la musica, fino a che il sonno non la travolse.
Quando aprì gli occhi, l'oscurità l'avvolgeva e solo un piccolo spiraglio di luce passava da sotto la porta chiusa. Intontita si alzò e sbatte contro la scrivania.
-Fanculo. Mormorò e si diresse verso la porta.
Quando la spalancò sua mamma, stava freneticamente correndo per il corridoio della grande villa, con il telefono all'orecchio e solo un tacco al piede.
-Sì. . Si ritardo solo alcuni minuti. La sentì dire al cellulare.
Poi riattacco e si precipitò davanti alla figlia.
-Secondo te va bene? O è troppo lungo? Trillo la donna.
Hazel avrebbe voluto rispondere che era assolutamente troppo corto, ma non lo fece e si limito a squadrare la madre.
Il vestito dorato, ricoperto di paiette, arrivava nemmeno a metà coscia e la scollatura metteva in mostra il seno.
Ai piedi aveva dei tacchi dello stesso colore del vestito, ma pieni di brillantini e non potè far a meno di scuotere il capo.
-Sì lo so, è un po lungo, ma non avevo altro stasera.
Hazel era preparata a quei tipi di scene anche se gli sembrava di avere di fronte una sua compagna di scuola. -Stai bene. Disse semplicemente.
-Grazie! Sai stasera apre un locale nuovo e devo proprio andare. Magari tornerò a casa con qualcuno. Rispose ammiccante e la ragazza represse il vomito che le era salito.
-Fai ciò che vuoi, stasera, ci vediamo domani.
Detto questo la donna afferrò una borsetta nera come il colore dei suoi capelli e si lanciò verso il corridoio, aprì la porta e sparì dietro di essa.
La stessa scena che si ripeteva ogni santa volta. Sua mamma aveva 33 anni ed era stata una ragazza madre, che non aveva mai avuto la voglia di badare alla figlia. Suo padre era stato una delle tante notti di fuoco che sua mamma aveva avuto e continuava avere, sentendosi ancora una ragazzina di 18 anni. Quello aveva poi pensato di risarcire bene, offrendo una villa ed un posto di lavoro sicuro e prestigioso, in una rivista di moda. Non l'aveva mai visto, ma sapeva che si chiamava Louis o qualcosa del genere. L'infanzia l'aveva passata con i nonni ed adesso viveva praticamente da sola. Non che le dispiacesse, non sopportava sua madre. Così anche quella sera chiamò Amy e restarono tutta la sera a parlare, fino a che le risate si assopirono sui cuscini della camera da letto.
-Muoviti! Urlò una voce.
Hazel si tirò su di scatto. Amy era davanti a lei, che brandiva una spazzola.
-È tardi dobbiamo andare. Aggiunse poi si voltò e torno in bagno.
A fatica uscì dal letto e si vestì come meglio credette. Passo a malapena la spazzola nei suoi capelli mossi e uscì di casa con Amy al seguito.
Il giorno di scuola passò tremendamente lento, fino all'ultima ora, dove conobbero il loro professore di spagnolo era nuovo e le voci giravano già.
26 anni appena, intelligente tanto quanto bello e carismatico. Così quando varco la soglia della porta, tutta la classe ammutoli. Un uomo o ragazzo, alto e muscoloso era appena entrato dalla porta. I lungi riccioli neri, ornati dagli occhi chiari, così perfetti, mozzarono il fiato a Hazel che continuo a fissarlo, mentre questi sorrideva e scopriva due tenere fossette.
-Io sono Harry Styles e per quest'anno sarò il vostro professore di spagnolo.
La ragazza non stacco lo sguardo, nemmeno quando questi si sedette alla cattedra ed aprì il registro. Osservò le sue mani grandi e affusolate sfogliare i fogli e si morse il labbro inferiore.
Harry Styles si voltò ed incrocio il suo sguardo con il suo, sorrise e poi si passò una mano nei capelli. Hazel ne era certa, aveva appena firmato la sua condanna a morte.

Angolo autrice: ho deciso di scrivere questa fan fiction perché amo Harry Styles ed il mio vero professore di spagnolo ahahaha e mi attirava l'idea di una storia del genere. Spero possa piacervi e se vi va commentate. :)

||Amo il mio professore|| Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora