||Amo il mio professore|| Harry Styles

Sgabuzzino

Tornare a scuola il giorno dopo, sarebbe stato traumatizzante. Questa era l'unica cosa che riusciva a pensare, minuto dopo minuto, mentre camminava. Infreddolita e preoccupata, arrivò ai cancelli di scuola. Per fortuna, non sembrava esserci traccia di Harry nei dintorni, così passò la porta e si diresse in classe, dove trovò Amy, seduta sul banco, che l'aspettava. Era sempre bello vederla, era una certezza. Lei c'era sempre, potesse crollare il mondo. Aveva le parole pronte, sulla punta della lingua ed avrebbe voluto pronunciarle, ma poi quando l'amica le sorrise, non riuscì a raccontargli di Harry. Non poteva dirle che prendeva ripetizioni dal loro professore di Spagnolo, per di più a casa sua e si erano anche baciati. Anzi, erano arrivati a spogliarsi, ma poi la sua segretaria, perchè lui aveva una segretaria ed una villa, li aveva interrotti. Non avrebbe assolutamente potuto dire una cosa del genere a Amy. Non avrebbe saputo tenere la bocca chiusa e poi era stato solo una volta. Non c'era niente di male infondo, o forse si... decise comunque di stare zitta e muta, anche se si sentiva terribilmente in colpa, mentre l'altra le sorrideva e l'abbracciava. La lezione incominciò con Biologia, di una noia assurda e proseguì con Inglese. Arrivarono alla terza ora: Spagnolo. Lo stomaco di Hazel si attorcigliò mentre la campanella suonava e la prof di inglese usciva. Avrebbe voluto chiederle di restare per sempre la dentro, evitandole quella figura barbina. Aveva paura. Cosa sarebbe accaduto? Sarebbe successo di nuovo? Perchè proprio lei? Faceva così con tutte le sue studentesse?

Si impose di rimanere calma, mentre aspettava, ma quando Harry, con una camicia bianca, leggermente sbottonata, gli occhiali tirati sopra i capelli ed il cappotto sul bracciò, entrò, perse tutti i suoi buoni proposti. Lui le rivolse uno sguardo mentre sorrideva sotto i baffi e si diresse alla cattedra. Non poteva far a meno di fissarlo. Era il paradiso.

-Bene ragazzi, incomiciamo. Disse e si sedette.

Fece l'appello, fermandosi particolarmente sul nome di Hazel, cosa che la imbarazzò molto.

-Ho dei mini test a sorpresa per voi oggi.

Un mormorio generale si levò dalla classe, con sbuffi e fischi, ma Harry richiamò subito l'attenzione.

-Vi conviene muovervi, avete solo 15 minuti. Aggiunse, con un sorriso di sfida stampato sul volto.

Consegnò tutti i compiti e si sedette di nuovo alla cattedra.

Grazie alle ripetizioni dei giorni precedenti completare il compito, per Hazel fu facile. Lo riconsegnò e tornò al posto sculettando, certa che il professore la stesse fissando. Passarono i 15 minuti e tutti consegnarono. Harry incominciò a controllare i compiti e li ridistribuì con i voti segnati. Si fermò solo a quello di Hazel.

-Hazel, puoi uscire un secondo? Vorrei dirti una cosa a proposito del tuo compito.

La ragazza annuì, non potendo in alcun modo rifiutare, con tutti gli sguardi puntati su di lei.

Seguì il professore, che si diresse nel corridoio. Strano che non si fosse fermato fuori dalla porta. Pensò Hazel.

Svoltò e con sua sorpresa si trovarono davanti all'armadietto delle scope. Harry aprì la maniglia e afferrò Hazel per un braccio tirandola dentro. Si richiuse la porta alle spalle e ci poggiò Hazel sopra.

-Non provocarmi. Disse avvolto dall'oscurita.

Hazel sorrise, non capendo bene i contorni del suo volto, in mezzo al buio.

-Oh, mi scusi professore. Disse con una voce stridula apposta.

Harry la baciò, come il giorno prima, con foga e qualcosa che non capiva, attrazione, voglia. Mille sensazioni l'avvolsero. Baciarlo era bellissimo. Le sue labbra morbide la facevano impazzire.

La mano di lui vagò sulla sua schiena, fino ad intrecciarsi nei suoi capelli.

-Questa era la giusta punizione. Disse staccandosi e sorridendo.

Hazel rise.

-Allora puniscimi più spesso. Ripose.

Harry le diede un ultimo bacio sulla bocca e poi uscirono di nuovo. Avrebbe voluto che quei momenti non finissero mai.