6. Identità svelate PART2

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Alice era ancora infuriata per l'uscita dell'insegnante di storia, quando raggiunse la classe di letteratura. Fu la prima a uscire dall'aula al suono della campanella e la prima a presentarsi alla lezione successiva. Solo il signor White era presente, seduto alla cattedra e intento a scrivere qualcosa in un raccoglitore. Quando Alice si sedette al suo posto in fondo all'aula, quello del giorno prima, il professore smise di scrivere per lanciarle uno sguardo sorpreso, e i loro occhi si incontrarono per un istante. Alice non riuscì a decifrare la sua espressione; sembrava quasi scrutarla. Esattamente come il giorno prima, White la guardava come se fosse un indecifrabile ma interessantissimo rompicapo.

Inquietante.

Distolse lo sguardo e prese i suoi libri dalla borsa. Era solo il secondo giorno e Alice già stava perdendo la pazienza. Non aveva idea di come avrebbe sopportato tutti quegli sguardi invadenti. Perché mai la gente amava tanto impicciarsi della vita altrui? Se la loro non era abbastanza interessante, non era certo colpa sua. Se solo avessero vissuto anche un solo giorno al suo posto... Se solo Alice avesse potuto prendere il posto di una qualsiasi di quelle persone... Se solo avesse potuto dimenticare tutta la sua vita in uno schiocco di dita e ricominciare da capo...

Se solo avesse potuto impedire quel...

«Scappi da qualcosa?», chiese White, prima di sfogliare un quaderno.

Lo sguardo di Allie scattò nel suo.

«Alice, giusto? Sei entrata correndo», constatò dopo che la ragazza annuì, fissandolo. Quegli occhi azzurro cielo le ricordavano tanto...

Scosse la testa e tornò a fissare il banco.

No. Aveva giurato di non guardarsi più indietro e non l'avrebbe fatto.

Fortunatamente in quel momento i ragazzi cominciarono ad entrare in aula e quella breve conversazione terminò. La lezione iniziò subito, tutta incentrata sul concetto di amore nella letteratura inglese dell'Ottocento. Infine il professor White diede un compito per la settimana successiva: scrivere un saggio sul tema dell'amore in Orgoglio e Pregiudizio, Cime Tempestose e un altro libro a piacere. Alice pensò che era troppo facile, aveva già letto quei libri un centinaio di volte.

Ma una risata improvvisa la distrasse e fece indirizzare tutta la sua attenzione su un ragazzo biondo in fondo all'aula.

«Crow, ridi perché ti sembra un compito troppo facile per te?», gli chiese il professore. Alice allora lo riconobbe come il ragazzo con cui aveva visto parlare Janet poco prima. «Cosa ne dici di risponderci ora? Avanti». Incrociò le braccia, improvvisando un notevole sorriso sghembo.

Lui impallidì. «Uhm... No, grazie».

«Cortese», commentò White provocando le risate dell'intera classe.

«Lei me l'ha chiesto, io le ho risposto».

«Mi sembra giusto. Riformulo subito la frase: Crow, deliziaci con uno dei tuoi illuminanti consigli sentimentali. Rispondi a questa domanda: cos'è l'amore? I più grandi autori si sono arrovellati il cervello per trovare una risposta e dare una propria interpretazione a questo quesito. Perciò sei fortunato, ora anche tu hai questa opportunità. Illuminaci».

Sull'aula calò un silenzio tombale e nessuno si azzardò a fiatare per i successivi cinque minuti.

«Forza, Taylor, non fare il timido. Conosciamo tutti la tua movimentata vita sentimentale. Dovresti saper rispondere meglio di chiunque altro», continuò con un ghigno compiaciuto, provocando risate sommesse.

L'espressione di Taylor era decisamente confusa. Possibile che fosse tanto stupido da non capire che quel genio di White lo stava sfottendo? Alice cominciava davvero a stimare quell'uomo.

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