Quel suono cessò all'improvviso.
Da dietro la porta una voce di bambina, dolce ma allo stesso tempo roca e spaventosa, le chiese nuovamente:«Vuoi giocare con me?»
Marta scoppiò in lacrime.
Le chiavi le scivolarono dalle mani e caddero a terra.
Rimase letteralmente paralizzata, continuando a singhiozzare e a fissare la porta della stanza di fronte a lei.
Quando sentì il rumore della serratura aprirsi si appoggiò al muro e si fece scivolare verso il pavimento, rimanendo seduta con le braccia attorno alle ginocchia.CLAK
Appena vide la maniglia iniziare ad abbassarsi lentamente si sdraiò su un lato, assumendo involontariamente la posizione fetale.
La porta si aprì di colpo.
Quello che apparve al di là della soglia non era l'ufficio del suo capo, ma la stanza di una bambina.
Sulle pareti che dovevano essere bianche era attaccata una tappezzeria rosa a fiorellini, con chiazze di sangue ovunque.Per terra bambole e pupazzi macchiati di rosso.
La palla arancione stava rotolando lentamente verso la parete in fondo.
Al centro della stanza una bimba con un pigiamino azzurro giaceva seduta a gambe incrociate con il viso fra le mani.
Al suo fianco si trovava una sedia rovesciata e sopra il suo capo dei piedi scalzi pendevano dall'alto.
