9-Testa

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La vita. Una moneta che cade lungo una scala. Un avvenimento dietro l'altro. Scalino dopo scalino. Senza sosta. L'unica certezza è la casualità. Scalino dopo scalino. Fino alla fine. Non puoi predire cosa uscirà quando la moneta toccherà terra, ma una cosa la sai per certo: si muove rapida.

Senza preavviso, accade e basta. Nessuna ulteriore attesa. Lei entra nella mia aula. Così separato dalla mia mente, il mio corpo prosegue imperterrito. Non saprei nemmeno cosa succederebbe se dovessi trasmettere con quest'ultimo l'emozione del momento. L'esultanza dentro di me coprirebbe l'urlo di mille persone. In poche occasioni sono stato tanto felice di entrare in classe per una tediosa giornata di scuola. È in momenti come questo, immagino, che la vita è capace di sorprenderci.

Manca poco all'inizio della lezione. Prende posto in un banco libero. Questa volta non c'è uno zaino ad occuparlo. Sicuramente, se avessi prestato maggiore attenzione i giorni passati, avrei sentito parlare del suo arrivo. La verità è che molte cose non le registro e basta. Fino ad oggi non avrei dedicato nemmeno un cassetto del mio palazzo mentale a quelle informazioni. I miei compagni che l'hanno vista entrare la salutano adesso. Lei risponde a tutti in modo pacato. Sono troppo concentrato sul suo volto per ascoltare veramente le sue parole. La sua espressione rimane impassibile, quasi distaccata.

Certo la posso capire. L'arrivo in una nuova scuola, nuovi compagni, ambienti diversi: appare tutto molto surreale. Ci si sente dei completi estranei. Nel posto sbagliato. Solo ho l'impressione che non sia solo l'effetto del primo giorno in una nuova classe. Come se fosse un interruttore più profondo a tenere spento il suo sorriso. Sto per avvicinarmi anch'io per salutarla. Penso già ad una frase ad effetto. Qualche riferimento a quanto successo in autobus prima. Perché di certo si ricorda. Deve ricordarsi. Indugio qualche secondo di troppo e l'insegnante entra in aula. Dobbiamo sederci. Il tempo è sempre nostro alleato nei momenti di indecisione.

Il mio banco è in ultima fila. Non è stata una scelta casuale, ovviamente. Posso osservare tutti i miei compagni e professori. In definitiva, la migliore posizione per godersi il film della scuola. Non mi perdo mai nessuna battuta, riesco a seguire bene ogni passaggio, ogni singola azione dei personaggi. Oggi, in particolare, sono contento di non perdermi nulla di lei. Tiene le punte delle scarpe incrociate. Fa oscillare dolcemente il tallone destro. Ora che ha tolto il cappotto posso vedere un grande cappuccio caderle sulle spalle. Indossa un maglione senza cerniera di una taglia più grande della sua. La testa leggermente china in avanti permette ai capelli di accarezzarle le guance. Quando la voce della professoressa di chimica rompe il silenzio sussulta leggermente. Ed io con lei. «Vedo che avete già conosciuto la vostra nuova compagna, perché non ci racconti qualcosa di te?» la invita. Involontariamente, mi ritrovo a trattenere il respiro.

Melodia. Non avevo colto, nel trambusto del mezzo pubblico, la delicatezza della sua voce. Succosa ogni sua parola, armoniose le pause. Danzo a ritmo di questa musica. Da solo, con tante note che mi avvolgono, volteggio. Quanto spreco di tempo, tante le vane ricerche, quando ecco, ora posso dirmi felice. Felice perché una persona senza risposte sarà sempre tormentata, in agonia, ed io so finalmente cosa devo fare. Sebbene sia conscio della fragilità del momento, che quando il disco smetterà di girare la vita potrà sembrarmi di nuovo cupa e piena di problemi, adesso sono completo. Un castello di carte fronteggerà uragani, se c'è qualcuno disposto a crederci.

La moneta atterra. Per un attimo può sembrare ferma, ma rapida rimbalza verso il basso. Inesorabile.



-I nostri protagonisti sono ora, finalmente, legati. Stessa scuola, stessa classe. Ingredienti perfetti. Commentate :) -






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