CAPITOLO 9

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Ad essere sincera mi sono un po spaventata quando Calum mi ha detto che non vuole più essere mio amico. La cosa ha fatto un po male, ma quando mi ha abbracciato è svanito tutto e il sollievo ha preso il posto alla paura nel mio cuore.

Sono contenta che lui non abbia cambiato idea, anche se all'inizio pareva proprio di sì. Era così freddo, così irremovibile, ma poi mi ha fatto pensare che non era vero.

Mi ha abbracciato per la seconda volta da quando ci siamo conosciuti e non posso credere che io, Caitlyn, ho un amico. Nonostante io e lui ora siamo amici, non credo di essere ancora pronta a raccontare tutto. Sono pronta ad avere un amico, ma non a raccontare tutto il dolore, le sofferenze e le mie paure a una persona che non ho nessuna certezza che rimarrà nella mia vita a lungo.

Lui sembra convinto di questa cosa, ma io non mi posso fidare di lui ciecamente. È come se chiedessi a un cieco di dipingere il cielo.

Non è che non mi fido di lui, mi fido abbastanza da accettare di essere sua amica, ma non sono certa che lui in futuro sarà una presenza costante nella mia vita.

Persino mia mamma non è una presenza costante, non posso chiedere che lo sia lui.

Iniziano a piacermi gli abbracci, quelli che mi da lui. Non sono stata abbracciata spesso, neanche da piccola. I bambini mi consideravano un pericolo da cui stare lontani.

Non ho mai capito il perchè di tutto questo panico per una semplice bambina come loro.

Una volta sono anche svenuta in classe e si sono tutti allontanati come se io fossi una merda che tutti hanno paura di calpestare. Ero solo in seconda elementare! Solo la maestra, anche se se n'è accorta dopo, mi ha aiutata e ha telefonato i miei genitori, per farmi venire a prendere.

Se c'erano tutte queste differenze alle elementari, immaginiamo alle superiori!

Quella volta non mi sono messa a piangere quando mi sono svegliata,anche se mi stavano tutti intorno senza aiutarmi. Non capivo perchè tutti si comportavano così con me.

Adesso invece ho trovato un amico che non credo mi abbandonerebbe se io perdessi i sensi. Non mi abbandonerebbe neanche se glielo chiedessi.

Torno a casa da scuola e vado direttamente in camera mia, non so se sono in grado di mangiare. Non mangio molto, forse è anche per questo che assomiglio ad uno scheletro, l'unica differenza è che io sono viva, per ora.

Calum all'uscita da scuola si è offerto di accompagnarmi a casa, ma ho rifiutato e lui ha accettato, non volendo forzando la nostra amicizia appena iniziata.

Ho voglia di dormire e non pensare a niente. Vorrei che qualcuno mettesse una porta alla mia camera perchè in questo modo mi sento spoglia. È come se qualcuno mi potessero vedere sia da dentro, che da fuori.

Oggi la scuola è andata abbastanza bene a parte il compito a sorpresa in inglese. Sono abbastanza brava perciò spero sia andato bene.

In questi giorni dovrei andare da mia madre, cosa che non voglio assolutamente. È sempre così fredda con me. Secondo me non mi vuole tra i piedi, anche se questo dovrebbe essere abbastanza logico avendomi lasciata in questa casa con mio padre. Sarebbe la prima volta che la vedo in sette anni.

Mi piacerebbe pensare che non fosse così, ma purtroppo questa è un'altra verità che fa male.

Tutto è partito quando avevo sei anni. Essendo picchiata da mio padre ha preferito andarsene, prendendo con lei solo mia sorella, di cinque anni. Lei mi ha lasciata qui e ho dovuto e devo subire la sua ira verso di me.

Non so come mai lui ha iniziato a picchiarci, ma mi ricordo che un giorno è tornato a casa ubriaco, è stata la prima volta. Mia mamma non ebbe finito di preparare la cena prima del suo arrivo  e così si arrabbiò e iniziò a picchiarla, avevo solo quattro anni e quel ricordo è molto sfocato.

Beh, dopo due anni di costante sofferenza mia mamma se ne andò, lasciandomi qui. Dopo due anni dalla sua decisione di andarsene mia sorella morì. Ricevetti solo una telefonata da parte del suo nuovo ragazzo. Non ha neanche avuto il coraggio di dirmelo personalmente.

Quando mi chiamò mi disse solo poche parole.

-Tua sorella è morta Caitlyn.- me l'hai detto così, senza farsi tanti scrupoli, senza contare che io avevo solo otto anni. Mi sono lasciata cadere a terra e ho pianto, e ho pianto e ho pianto. Mio padre non era neanche in casa in quel momento.

Sì, lasciava sola in casa una bambina di otto anni, cosa mai vista sulla faccia della terra.

Mia madre non è neanche venuta a vedermi, perchè importarsene tanto, no?

In quel momento non mi disse neanche come era morta. Me lo disse in una seconda telefonata, dopo qualche giorno e sempre il compagno di mia madre.

Andai al suo funerale, e la cosa che ha fatto più male è stata quella di non averle potuto dirle quanto le volevo bene.

La guardai dentro la bara, era bellissima come sempre e non posso ancora credere, dopo sette anni, che non vedrò più quegli occhi azzurri che mi fanno tanta paura.

Prendo l'emp3 e mi metto le auricolari, facendo partire la musica al massimo. Parte "How you remind me" dei Nikelback. Adoro quella canzone.

Mi metto sotto le coperte e appoggio la testa sul cuscino. Vorrei avere qui con me Calum, mi darebbe uno di quei suoi abbracci che solo lui sa dare.

Mi danno sicurezza e conforto i suoi abbracci. Mi fa sentire a casa. Lui è altissimo, neanche io sono molto bassa, ma abbastanza bassa e magra da capire che le sue braccia sono qualcosa di inspiegabile. Potrei creare una casa tra le sue braccia, tanto a lui non dispiacerebbe.

Così non Potrei mai andarmene da lui.

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Scusate i possibili errori.

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