CAPITOLO 10

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Non faccio in tempo ad addormentarmi che, finita alla canzone, sento il campanello suonare.

Sbuffo, mi tolgo gli auricolari e a passo lento scendo le scale per aprire la porta. Quello che vedo non è quello che mi aspettavo.

Sorrido alla visuale, e faccio entrare Calum. Ha una pizza in mano. La appoggia sul tavolo in cucina, per poi togliersi il giubbino. Viene e mi abbraccia, mentre io mi faccio sempre più piccola tra le sue braccia.

-Come stai?- lo guardo e lui mi sorride.

-La domanda è: cosa ci fai tu qui? Siamo tornati da scuola un'ora fa.- ridacchio.

-Beh, ho pensato di portarti il pranzo e di aiutarti in matematica tutto il pomeriggio, sempre se non ti di fastidio.- sembra in imbarazzo e la cosa mi fa sorridere.

-Certo che non mi da fastidio.- cerco di farlo sentire più a suo agio.

Neanche io mi sento normalmente adesso, ma sembra che lui si senta peggio di me.

Non ho tanta fame, ma Calum mi costringe a mangiare metà della pizza dicendo che sono troppo magra. La mangiamo in silenzio, Non un silenzio imbarazzante, Ma un silenzio comodo da cui non vorresti più svegliarti.

Quando finiamo butto il cartone e vado di sopra a pendere i libri mentre lui prende i suoi.

È molto gentile e la cosa mi fa piacere, magari un giorno riuscirò a fidarmi di lui così tanto da raccontargli dei miei demoni senza paura. Ma fino all'arrivo di quel giorno devo conoscerlo meglio devo imparare a fidarmi delle persone.

Quando torno al piano inferiore, trovo Calum seduto sul divano. Lo raggiungo e poso i libri accanto a me.

-Come ti senti? - mi guarda. Abbasso il capo e rispondo.

-Bene- mi appoggia due dita sotto i mento per farmi alzare il capo. Incontro i suoi pozzi neri e non capisco più niente.

-Non mentirmi.- lo dice come se mi stesse pregando.

-Non ti sto mentendo, sto bene.- faccio un piccolo sorriso per alleviare la tensione.

-Sai che puoi dirmi tutto.- suona più come una domanda che un'affermazione.

Non rispondo e sposto i miei occhi dai suoi al muro bianco dietro di lui. Senza pensare do voce ai miei pensieri.

-Io non posso dirti niente.- Adesso si incazzerà e mi lascerà sola come succede sempre.

Lui sospira e cerca di avvicinarsi a me con le braccia aperte, cercando di abbracciarmi. Io mi lascio cullata dalle sue braccia, con la testa appoggiata sul suo petto e la mani che stringono la sua maglietta per non farlo andare via.

-Non lasciarmi sola.- sussurro così piano che penso non mi abbia sentito, ma dalla sua reazione so che non è così. Mi abbraccia più forte e io non posso che esserne felice.

-Lasciamo perdere matematica, tanto ho capito che non possiamo fare niente, guardiamo un film?- mi stacco dal suo abbraccio e lo guardo. È bello.

Annuisco e vado a prendere un DVD in camera mia. Mi guarda interrogativo mentre mi alzo, ma dal suo sguardo quando ritorno con il film, capisco che ha capito.

Prendo Città di Carta e quando Calum lo vede, sorride.

Metto il film e mi siedo sul divano con lui accanto a me. Mi porto le ginocchia al petto, e avvolgo le mie gambe con le mie braccia.

Con Calum mi sento bene anche se un po a disagio. Io sono una sfigata, lui è uno di quelli belli e fighi e non capisco perchè abbia deciso di venire a casa mia. Mentre guardo il film sento più volte il suo sguardo su di me e io cerco di non farci caso.

A metà del film sento un paio di mani prendermi per le spalle facendo sciogliere le mie braccia dall'abbraccio alle mie gambe. Mi mette coricata sul divano con la testa sul suo petto. Cerco di nascondere il rossore sulle mie guance mettendomi i capelli sul viso.

Lui lo nota e sento il suo petto alzarsi e abbassarsi velocemente e il suono della sua risata. Mi piace quando ride, fa ridere anche me.

Alzo lo sguardo su di lui mentre lui abbassa il suo sguardo su di me. Il salotto è diventato buio, a parte la luce della televisione. È bello anche così.

Mi alzo un po dal suo petto e lo guardo come per chiergli il permesso. Annuisce sorridendo e io infilo la testa nello spazio tra il collo e la spalla. Mi piace il suo odore. Il mio profumo preferito è Calum Hood. Trattiene il fiato mentre io inspiro il suo profumo.

Capisco che mi sta guardando e sta sorridendo. Sembro una bambina con il suo giocattolo preferito. Sorrido al pensiero, lui non è un giocattolo.

Riesco a intravedere i tatuaggi che ha sul petto perchè indossa una maglietta bianca. Senza pensare appoggio un dito su un tatuaggio e, sulla maglietta traccio il suo contorno. È un numero romano.

Lui mi guarda senza fermarsi, ma questa cosa stranamente non mi mette a disagio. Mi piace quando mi guarda e a lui piace quando lo guardo. Lo capisco dal fatto che sorride tutte le volte che lo guardo, e mi guarda anche lui.

Il resto del film lo guardiamo appiccicati uno all'altra, mentre io stringo la sua maglietta nelle mie mani per fare in modo che non se ne vada.

Mi piace stare in questo modo, è come se i miei demoni capiscono che in questo momento non possono entrare dentro di me, Calum mi protegge.

Un suo braccio avvolge la mia schiena e io non sono mai stata meglio di così.

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Scusate i possibili errori.

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