Chapter 1

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Accettando il nome che il popolo ha scelto per me, mi metto al suo servizio.

~ dal giuramento dei sovrani di Phados


-Ti va di parlarne?- mi chiede Andrew passandomi la sigaretta. È uno dei pochi privilegi che ci concediamo, qui a Ovest.
-No. Non lo so... Okay- so che ho bisogno di sfogarmi con qualcuno. E per "qualcuno" posso solo intendere Drew. È l'unico amico che ho, ma va bene. Non vorrei perderlo nemmeno per altri venti, anche se dubito che possa essere possibile. Le persone tendono a starmi alla larga, specialmente le ragazze. Non che la gente usi socializzare molto qui, comunque.
Guardo la nuvola di fumo levarsi dalla mia bocca e svanire nell'aria umida e nebbiosa. È tutto l'anno così, o quasi. Perlomeno l'umido c'è sempre.
Porgo la sigaretta a Drew, che la prende e continua a fissarmi. Anche lui non ha molti amici, credo che risulti abbastanza inquietante quando studia le persone, ma io lo trovo carino. Gli occhi verdi non sono ben visti da queste parti, ricordano quelli del Nord, i traditori. O almeno così si dice, quasi nessuno ha abbastanza soldi per pagare le spese degli studi e delle cure mediche, non si ha tempo né denaro sufficiente per viaggiare.

-Okay. Stamattina ci siamo svegliati tutti bene, solo che era troppo calmo oggi. Non fraintendermi, sono contenta se ha superato la cosa, il fatto è che non ci crederei nemmeno se me lo giurasse- ecco, gliel'ho detto. È tutto il pomeriggio che mi chiede cosa mi turba e nemmeno ho provato a fargli credere che non sia niente, non ci casca mai. Il problema è mio padre, il ventiquattro aprile lui non è mai stato tranquillo, stamattina invece si è alzato come se niente fosse. All'inizio ne sono stata sollevata, poi però ho pensato che potesse anche essere un segno negativo, così è tutto il giorno che mi chiedo cosa abbia in mente.
Come sempre Andrew si limita ad annuire, non si sforza di dire qualcosa di carino, non è il tipo.

-Grazie- gli dico guardandolo premere sull'asfalto della strada l'estremità della sigaretta.

-Un piacere- sorride al vuoto davanti a sé, prima di alzarsi e tendermi una mano per tirarmi su.
Così è molto meglio, da in piedi. È che non mi piace vederlo seduto, non so perché, probabilmente sono pazza. Siamo più o meno uguali, sarà al massimo cinque centimetri più alto di me.

-Possiamo andare al KyClub stasera, se ti va- mi propone mentre camminiamo verso casa. Non me la sento di uscire, non oggi, ma prima che possa dargli una risposta mi fa segno di tacere e mi tira verso un vicolo. Restiamo schiacciati contro il muro, finché i kres che abbiamo cercato di evitare ci passano affianco e ci guardano divertiti.

-Uh, piccioncini, non avete scelto un bel posto per sbaciucchiarvi- dice uno con tono di scherno mentre Drew stacca la bocca dalla mia. Sono due, saranno sulla trentina ma ne dimostrano quasi il doppio. Puzzano, puzzano come un cassone dell'immondizia. Non sono kres, e mi si stringe lo stomaco quando mi rendo conto del destino che li attende. Hanno tre ore, poi verranno portati via, o "giustiziati". Se di giustizia si può parlare.

-Ci piace abbastanza stare qui- risponde Drew tranquillo. -Disturbiamo?- chiede poi con aria molto disponibile.

-Mh... Non saprei. Joeh?- il suo compagno sorride in modo inquietante, con uno sfavillio negli occhi opachi. Poi alza le spalle.

-La ragazza è carina- osserva, e in questo momento sono particolarmente grata del fatto che il corpo di Drew mi copra quasi interamente. Questi due sono ubriachi marci, il fetore che emanano le loro bocche è quasi peggiore della puzza che si portano dietro normalmente.

-Che ore sono?- chiede Andrew mentre il battito del mio cuore accelera rapidamente. Non lo sta facendo, perché se lo sta facendo lo strangolo in questo preciso istante.
Il primo uomo alza il braccio, ma lo lascia sospeso a mezz'aria. I suoi occhi non ci possono più vedere mentre il terrore lo assale. Lo sapeva già, Drew gliel'ha solo ricordato, facendo in modo che ne abbia la piena consapevolezza. Nessuno dei due uomini si muove: uno è completamente perso nell'angoscia, l'altro è paralizzato dalla paura. Forse, se non avessero bevuto, avrebbero avuto qualche chance di cavarsela.

Braves - the third cityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora