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"26 maggio 1494
Cara mia dolce Margarita,
sogno celeste, infinita grazia, dolcezza pura;
tremo ancora al pensier che tu fosti mia e ora il tuo spirito di grazia fugge dalle mie dita... stesse dita che i boccoli tuoi dorati han sfiorato, stesse dita che la tua dolce pelle han assaporato.
Oh, mia perfetta creatura, t'amo ancora di una passione forte e, ora che so che tu più interamente e puramente mia non sarai più, le lacrime non riesco più a far cessare.
Mia, dimmi almeno che il tuo cuore è mio, Margarita.
Bellezza estrema che fa impallidire perfino Iulia la Bella, perfino a Lucrezia Borgia, perfino Venere stessa.
Non posso pensar al fatto che le tue labbra e le tue mani sfioreranno un altro oltre a me e che la tua anima sia legata a quell'uomo indegno della tua raggiante persona. Mia dolce Margarita, non riesco ancora a credere al tuo matrimonio ormai prossimo...
Oh, Margarita, non riesco a sopportarlo: fuggiamo. Fuggiamo, mia bella, fuggiamo.
Rispondimi presto...
Tuo per sempre, Goffredo"

Nello stesso istante in cui chiuse la lettera la sua anima traballò e si sentì morire... la mancanza e il vuoto si fecero spazio tra le sue costole, fino allo stomaco e il respiro si fece affannato. Si guardò allo specchio e scoppiò in lacrime: nonostante guardasse le sue pallide guance, i suoi occhi... nonostante guardasse il suo volto non riusciva a vedere altro che il suo passato, i ricordi dietro ai suoi occhi... non riusciva a vedere altro, che solamente lui.

Amore TiepidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora