Capitolo 3

8.6K 673 267
                                    

Nico's pov

Mi sveglio e mi trovo in un letto che non è di sicuro il mio. Sono circondato da un mare giallo fosforescente, che mi rendo conto sia la coperta.

Mi guardo attorno confuso e improvvisamente mi ricordo di essere in infermeria. Mi alzo e tolgo il separè che mi separa dal resto della stanza. Molti dei pazienti di ieri non ci sono più, mentre gli altri stanno leggendo, ascoltando musica... Niente che mi possa interessare.

Visto che non sto molto male e che un "certo" dottore non è presente e non mi può sgridare decido di mettermi a esplorare l'edificio.

Lascio la stanza ed entro in un'altra piena di scaffali, che a loro volta immagino dovrebbero essere pieni di medicinali. Dovrebbero, perché sono mezzi vuoti. Penso sia a causa della recente guerra, ci sono stati molti feriti.

Continuo il mio giro. Ci sono altre camere come quella dove mi trovo io, tutte con almeno qualche letto occupato.
Torno indietro e, vicino alla mia postazione, vedo una porta.

La supero e mi trovo in quella che credo sia la stanza del personale. Al suo interno ci sono due ragazzi, figli di Apollo immagino, che non appena mi vedono mi rimandano a letto.
Solitamente non li ascolterei, ma se lo facessi probabilmente mi caccerebbero dell'infermeria. E io non voglio andarmene. Se succedesse smetterei di vedere Will, e io non posso stare senza di lui.
NO, NO, NO! Nico cosa stai facendo? Devi smettere di pensare a quel biondino. Tu vuoi rimanere in infermeria perché ne hai bisogno, non per lui. Lo conosci solo da pochi giorni, non è importante per te.

Mi siedo sul letto, mentre la vocina interiore continua a urlare nella mia testa. Inizio ad avere un leggero mal di testa e mi porto le mani ai lati del capo.

-Nico, tutto ok?

Alzo lo sguardo. Davanti a me c'è Will, intento a fissarmi.

-Tu-tutto ok.

Come fa quel ragazzo a mandarmi in confusione solo guardandomi?

-Ti ho portato il pranzo.

Mi mostra un sacchetto, contenente quello che immagino sia del cibo.

-Ma che ore sono?

Non posso aver dormito così tanto.

-È mezzogiorno passato. Hai dormito molto.

Ho davvero dormito così tanto.

Will si siede sul letto e io mi sposto per fargli spazio. Tira fuori dal sacchetto dei panini e una bottiglietta d'acqua e me li porge.

-Tu ora mangi.

Mi sorride incoraggiante. In questo momento potrei sciogliermi. Non ho neanche il tempo di iniziare i miei monologhi mentali che riprende la parola.

-Non ti piacciono i panini? Avrei dovuto prendere altro? O è l'acqua? La volevi frizzante? Oppure...
-Solace, puoi smettere di parlare? Mi va tutto benissimo, basta che ti calmi.

Lo vedo arrossire e credo che anche le mie guance si siano tinte di rosso. Si è davvero preoccupato per me?

Cerco di sciogliere la tensione che si è creata togliendogli il cibo dalle mani e iniziando a mangiare. Mi rendo conto solo ora di quanta fame avessi e divoro tutto in un secondo.

Quando rialzo lo sguardo mi accorgo che Will mi sta osservando. Gli sorrido, un sorriso sincero, e lui ricambia. Rimaniamo così, in silenzio a sorriderci, per quello che mi sembra un tempo minuscolo, troppo corto.

-Nico, ci sono visite!

Ci giriamo contemporaneamente verso Austin, che sta guidando verso il mio letto Annbeth, Frank, Hazel, Piper, Percy e Jason. Reyna si trova subito dietro di loro. Sono felice di vedere il pretore, negli ultimi giorni mi sono molto affezionato a lei, è una delle poche persone che sono riuscite a superare la barriera che mi sono creato intorno per allontanare gli altri.

Sorrido a tutti mentre si avvicinano. Sento il mio letto sollevarsi leggermente e mi giro verso il ragazzo biondo al mio fianco. Will si sta alzando.
-Io vado, ti lascio con i tuoi amici.

Mi dispiace che se ne vada e poi mi è sembrato freddo. Ho paura d'aver fatto qualcosa di male, ma non ho il tempo di preoccuparmene perché vengo circondato dai ragazzi con cui ho condiviso gli ultimi mesi.
Mi metto a chiacchierare con loro, sforzandomi di non pensare al bel dottore che mi faceva compagnia prima. Dopo poco mi accorgo che non è facile come pensavo, il suo sorriso sciogli-ghiacciai continua ad apparire nella mia testa.

Mi giro verso la saletta del personale dell'infermeria e lo vedo, intento a guardare nella mia direzione con evidente disapprovazione.

Percy sta parlando di non so cosa, ma io non lo sto ascoltando perso in quegli occhi pieni di disappunto.
Sospiro. Per quanto Will Solace si stia sforzando di essere gentile con me è proprio come credevo: mi vede per il mostro che sono, il figlio di Ade che allontana le persone con un solo sguardo, che le spaventa, che porta disperazione ovunque vada. Perché è questo che sono, non importa cosa dicono i miei amici. Io so che è così, solo pochi sono riusciti a capirmi e ad accettarmi per quello che sono e io non posso pretendere che Will faccia parte di questi. Mi fa male il cuore solo a pensarlo, ma per il biondino sono solo un paziente come tanti altri, se non anche peggio.

Ho smesso di guardarlo, quel suo sguardo mi fa male. Mi faccio avvolgere dalle voci dei semidei accanto a me e smetto di pensare a lui, sapendo che mi non mi farebbe per niente bene.

E io rimango qui per te❤️ (solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora