Capitolo 13

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Nico's pov

Sono finalmente tornato nella mia cabina.

Finalmente... Si fa per dire. Già mi manca il "mio dottore". Non so come riuscirò a sopportare di non vederlo più.

Perché, diciamolo, non mi cercherà più. Sono sempre il figlio di Ade, scontroso e spaventoso, nessuno vorrebbe stare con me, figuriamoci un angelo come lui.

Mi getto sul letto, non ho neanche voglia di mangiare, voglio solo rimanere a pensare a quanto la mia vita fa schifo fino all'arrivo di Jason. Sì, i miei programmi sono sempre così allegri...

*****

-Nico! Nico, vieni ad aprire, è da un secolo che ti chiamo! NICO!!!

Devo di essermi addormentato, perché vengo svegliato dalla voce di Jason, che sta bussando alla porta come se volesse sfondarla.

-È aperto! Puoi entrare!

Detto questo butto la faccia sul cuscino, deciso a muovermi solo in caso di una qualche calamità naturale.

-Nico, alzati. Dobbiamo progettare la ristrutturazione della tua cabina, ricordi? Dai, ho portato anche Will, non puoi rimanere così tutto il tuo tempo!

Alla parola "Will" il mio povero cervello addormentato si è improvvisamente svegliato. Mi rialzo di scatto e apro gli occhi, che punto su due visi che conosco molto bene. Uno perché è quello del mio migliore amico, l'altro perché potrei aver passato le ultime giornate a fissarlo, non che l'abbia fatto, ovviamente.

Mi viene da sorridere al pensiero che forse, dico forse, il figlio di Apollo ha piacere di vedermi anche fuori dall'infermeria, che forse non mi vede solo come uno dei tanti pazienti che ha curato.

I due biondi mi stanno fissando a loro volta in silenzio, finché Jason non lo interrompe con una grande risata.

-Dio, Nico! Dovresti vederti in questo momento! Hai l'impronta del cuscino sulla faccia, quasi stessi diventando un tutt'uno con esso!

Non posso fare a meno di guardarlo storto, fino a quando il figlio di Apollo si unisce alla sua risata.

A quel punto non posso fare a meno di ridere a mia volta, perché, insomma, è impossibile resistere alla risata di Will. È qualcosa di magico, che ti grida in faccia che devi essere felice, che puoi essere felice, perché la vita è bella e va vissuta con il sorriso sulle labbra.

-Sei davvero di grande aiuto così Jason. Non eri qui per darmi una mano con la ristrutturazione della cabina?
-Certo, certo. Scusa, è che, la tua faccia... Okay, ora sono serio. Cosa dobbiamo fare?
-Intanto ho pensato di ridipingere le pareti, questo nero ovunque non si può proprio vedere. Ho deciso di usare un colore verde chiaro, mi è già arrivato. Perciò ora raggruppiamo i mobili e li copriamo, così non si sporcano, okay?
-Okay, signor capitano!

Jason si mette in una buffa imitazione di un soldato sull'attenti, che mi fa fare un sorriso divertito.

Iniziamo a lavorare tutti insieme e, in men che non si dica, abbiamo finito: tutti i mobili sono al centro della prima stanza, coperti da un telo che impedirà loro di sporcarsi.

-Finito! Ora dipingiamo!

Will sembra un bambino quando, dopo aver detto queste parole, corre a prendere pennelli e vernice. Sembra entusiasta all'idea di portare colore nella mia cabina, anche se non capisco come mai possa interessargli.

Dopo aver intinto i pennelli nella pittura iniziamo a dipingere in silenzio. Sono sicuro che non verrà un lavoro molto preciso, ma è questo che voglio: voglio che quando guarderò queste pareti, vedendo le imperfezioni, mi ricorderò di questa giornata, dei miei amici, che non sono solo, che ci sarà sempre qualcuno disposto ad aiutarmi.

Sto sorridendo tra me e me all'idea di avere finalmente trovato qualcuno di cui mi fido, quando vengo colpito sulla schiena da qualcosa di freddo e viscido.

Mi giro lentamente, so già cosa mi ha colpito, ma non so chi è stato il lanciatore. Per terra, vicino a me, c'è un pennello, che probabilmente appartiene a Jason, visto che lui è sprovvisto del suo.

Gli rivolgo la mia migliore occhiata assassina per poi lanciargli a mia volta il pennello pieno di vernice, colpendolo sulla pancia.

Il ragazzo, nonostante sia appena stato colpito, continua a ridere e, dopo un po', non posso fare a meno di unirmi a lui.
Sì, oggi stranamente è una giornata piena di risate per me. Will si unisce a noi quasi subito e io mi accorgo che è troppo pulito per i miei gusti.

Con quello che dovrebbe essere un sorriso inquietante in faccia, mi avvicino a uno di due pennelli che sono stati lanciati prima e lo lancio addosso al figlio di Apollo, colpendolo in pieno.

Lui mi guarda sorpreso, non sembrava aspettarselo, ma poi, con una mossa fulminea, mi colpisce a sua volta con il colore.

Inutile dire come abbiamo passato il resto del pomeriggio. Basti sapere che la sera eravamo completamente ricoperti di vernice verde e la stanza era ancora quasi completamente nera.

-Io devo andare, ho urgente bisogno di una doccia. Torno domani e, te lo giuro, dipingeremo sul serio le pareti questa volta.
-Okay, ciao Jason.
-Ciao Jason.

Dopo aver salutato il figlio di Giove ci accasciamo sfiniti sul pavimento, uno affianco all'altro, e, quando mi giro verso Will, non posso pensare a quanto sia bello, anche coperto di vernice verde.

Il figlio di Apollo mi sorride e poi...

IL MIO ANGOLO

Sì, ho deciso di lasciarvi in sospeso, perché sono una persona malvagia.
Comunque ho deciso di pubblicare oggi visto che ieri non c'ero riuscita.
Ciao,ciao
Giorgia

E io rimango qui per te❤️ (solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora