Capitolo 2.

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"Ma, d'altronde, non sapevano che ciò che avevano di fronte sarebbe stata la loro fortuna e la loro rovina. Più fortuna, direi.
E, per mancanza di conoscenza, o per ignoranza, dopo un ennesimo cenno del capo, ognuno si diresse per la propria strada. Una manciata di passi lontano dalla vita, dirigendosi verso l'ombra, senza neppure saperlo."

***

Il pub è già pieno zeppo di persone,quando arriviamo, ma Liam ci ha tenuto il posto in un tavolo non troppo in vista, come piace a noi. Accanto a lui c'è qualcuno seduto, con lo sguardo fisso sul cellulare.

Le persone qui, stasera, sono tante e dobbiamo spintonarne più di una per liberarci il passaggio e andare verso la nostra destinazione dall'altro lato del locale.
La musica è orecchiabile: è per questo che amo questo locale; non riproducono musica con l'obiettivo di spaccare i timpani ai clienti, ma solo per rendere la loro permanenza lì piacevole.

Musica piacevole. Volume alto. Pugni contro la porta. Musica alta che ricopre le urla. Rimproveri. Porta chiusa. Persone ignare al piano di sotto. Buio. Nero. Alternanza di dolore e vuoto. Dolore. Vuoto. Buio. Nero. Musica che nasconde. Musica traditrice.

Louis mi prende per mano e mi trascina velocemente al tavolo.
Il mio migliore amico squadra il ragazzo del tavolo accanto al nostro dalla testa ai piedi e poi sorride. I suoi occhi si illuminano alla vista di quello sconosciuto, come se vedessero la luce dopo un periodo di buio perenne, come se si fossero trovati ai poli nei sei mesi invernali, dove il sole non sorge mai e come se stessero vedendo l'alba per la prima volta dopo troppo tempo. Quello gli sorride e se non sapessi come stanno le cose, se non sapessi che lo stile di vita di Louis non racchiude la fase del colpo di fulmine, allora direi proprio che anche lui sia preso da qualcuno. Ma so come stanno le cose e mi dispiace per quel poveretto.

- Chi è quello?

Lui scrolla le spalle e sorride, prima di rivolgere al ragazzo sconosciuto un occhiolino e un sorrisino malizioso e si siede accanto a me, salutando Liam e il suo amico, che sembra non essersi accorto di noi, comunque.

- Ho intenzione di scoprirlo, più tardi.

E dopo aver sorriso genuinamente come un bambino che sta per ricevere un regalo inaspettato, mi lascia un bacio sulla guancia con tanto di lingua e io riesco solo a dargli un leggero schiaffo sulla schiena, prima di asciugarmi la guancia e lanciargli un'occhiata truce.

Bambina che piange. Parco deserto. Giostrine arrugginite. Bambino felice. Bambino che si avvicina. Sorrisoni. Amicizie nate per caso. Amicizie che durano. Raggio di sole nella tempesta.

- Fai schifo, Loueh. Ehy, Liam!

Liam sorride calorosamente, lieto di essere stato notato e incluso nella nostra conversazione e viene a lasciare un bacio sulla guancia ad ognuno di noi, prima di dare una gomitata al suo amico, quello che definirei più asociale che altro.
Lui alza lo sguardo svogliatamente, quasi come se fosse stato costretto a venire, ma non gli do tanto peso, è solo per una sera e magari non lo rivedremo neanche più.
Mi osserva, mentre gli altri due cominciano a battibeccare su un qualcosa che non capisco, un qualcosa di stupido.
Lo guardo. Mi guarda.

È un ragazzo molto bello, da togliere il fiato.
I suoi capelli sono lunghi, ricadono in boccoli leggeri che gli sfiorano le spalle. Se qualcun altro li portasse così, li giudicherei senza dubbio troppo disordinati. Ma colui che si trova davanti a me li porta divinamente, con stile.
I lineamenti del suo viso sono quelli che mi colpiscono di più; decisamente angelici, delicati. Le sue labbra sono di una particolare sfumatura di rosa, belle, da baciare, sottili. Non appena nota che gliele sto fissando mi sorride, mostrando dei denti perfettamente bianchi.
Ed è solo dopo un'accurata analisi dei suoi più piccoli particolari, che mi concentro sul suo sguardo e il fiato sembra venire meno. I suoi occhi sono verdi, non un verde opaco, né troppo chiaro, ma un verde intenso, quasi come se, dentro di essi, ci si potesse vedere un mondo nascosto.
Mi rendo conto di averlo fissato troppo a lungo e, per questo motivo, abbasso lo sguardo imbarazzata e mi torturo gli anelli che porto alle dita, cercando di non attirare l'attenzione.
Sposto, poi, lo sguardo su Louis e Liam e vedo che stanno parlando normalmente, guardando di tanto in tanto me e il ragazzo sconosciuto, che non sembra prestare attenzione alla conversazione, comunque.
Ma quando Louis comincia a scommettere sul ragazzo che lo sta fissando da inizio serata e Liam resta della sua opinione - ovvero che non riuscirà mai a sedurlo in una serata - perdo il filo del discorso e mi ritrovo nel turbine dei miei pensieri, che si alternano tra belli, brutti, spaventosi, calmi. Una fase di quiete che mi travolge, mentre cerco di prestare attenzione al mio migliore amico che sorride - in un'espressione adorabile, con quelle rughette ai lati degli occhi e quelle labbra sottili che contornano i suoi denti perfettamente bianchi- e Liam che, con il suo sorriso fiero, è sicuro di vincere assolutamente la scommessa fatta da poco. Ma sarà Louis, a vincere. È sempre stato bravo nel raggirare e conquistare la gente: ci cascano tutti.

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