Capitolo 6

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Era la notte di luna piena, né io né Natalie eravamo andati a scuola la mattina per preparare tutto per la sera.
Verso le 18.00 andai a casa sua e entrai nella cella mentre Natalie preparava le catene. Vidi una bottiglia di liquido giallo vicino al suo zaino che si era portata per tenere con se tutte le cose utili.
"Cosa è quello?"
"Strozza lupo"
Lo strozza lupo è un erba che per gli esseri umani è innocua, ma per i lupi è altamente rischiosa.
"A cosa ti serve?"
"A indebolirmi. Quando sei lupo l'adrenalina ti scorre velocemente nelle vene e in una quantità incredibile, ti senti forte, e puoi distruggere qualunque cosa e chiunque e lo strozza lupo serve per evitare molti danni"
"Un po' come me con la verbena"
La verbena è un'altra pianta innocua  per chiunque ma per i vampiri è pericolosa, brucia la pelle e fa molto male.
Aiutai Natalie a incatenarsi.
Il sole lasciò lo spazio alla luna e io entrai nella mia piccola stanza oltre la quale Natalie giaceva a terra incatenata.
Improvvisamente, Natalie inarcò la schiena e lanciò un grido straziante. Mi avvicinai alle sbarre e le percossi per aprire quel dannato cancello, che si aprì. Corsi al fianco di Natalie, era lievemente sudata.
"Vattene" disse.
"No."
"HO DETTO VATTENE" urlò. In quel momento i suoi occhi diventarono dorati e i suoi denti diventarono più aguzzi. Mi guardò per un istante negli occhi, poi rincominciò a contorcersi dal dolore lanciando grida strazianti. La mia faccia era impassibile, ma dentro di me,Dio, dentro di me morivo, non potevo vedere Natalie così, non potevo vedere come si contorceva e come gridava dal dolore. Era come se a ogni sua sofferenza soffrissi anche io, era una reazione a catena, incessante quanto dolorosa.
Dopo 2 ore, finalmente smise di soffrire, ma la cosa che vidi mi fece rabbrividire. C'era lei, con i suoi occhi dorati che mi ringhiava contro, era completamente nera e pelosa, si era trasformata in un lupo.
Fece qualche passo verso di me, poi ringhiò e io indietreggia velocemente. Iniziò ad attaccarmi, le diedi un calcio per allontanarla, ma a causa della mia forza andò a sbattere contro la parete della caverna e mugolò un po'.
"Mi dispiace, Natalie."
Lei mi guardò, e iniziò a ringhiare più forte di prima.
Sapevo quali erano le conseguenze del morso di un lupo perciò scappai.
La lasciai sola, abbandonata a se stessa, in quelle condizioni. Mi sentivo malissimo, ma dovevo farlo sia per me che per lei.
Mi accampai nel bosco e stetti fino alla mattina.
Dopo che sorse il sole, ritornai da Natalie, appena la vidi rimasi sconvolto dalle sue condizioni.
Natalie giaceva a terra, nuda, le catene erano spezzate e aveva vari graffi sulle braccia e sulla faccia. La coprì con una coperta. E la portai di sopra, dove la posai nel suo letto e aspettai che si svegliasse.
Quando si svegliò, mi guardò e disse
"Grazie"
"Sono fuggito come un vigliacco, non devi ringraziarmi"
"Invece si, sei stato con me, mi hai aiutata, hai sofferto con me, e questo non lo aveva mai fatto nessuno per me"
Mi guardò con uno sguardo dolce, mi avvicinai a lei e le dissi
"Puoi contare su di me, sempre"

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