Capitolo 1 - Prime Impressioni

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Tre mesi prima - 1 settembre 1994

«Forza, tutti in carrozza!» li incitò la signora Weasley, quando il fischio del treno si alzò al di sopra del chiasso infernale dei ragazzi e dei familiari che erano presenti al binario 9¾.

Erano tutti lì: Harry, Ron, Hermione, Fred, George e Ginny, pronti per iniziare un nuovo anno alla Scuola di Magia di Hogwarts, accompagnati dai signori Weasley, che gli avevano fatto le solite raccomandazioni, i fratelli maggiori Charlie e Bill Weasley, e dai signori Granger, sorridenti come sempre.

«Sta' calmo, Leo!» stava dicendo Ron, rivolto al suo nuovo gufo, un cucciolo iperattivo che svolazzava irrequieto nella sua gabbia. Leotordo - il nome che gli aveva dato sua sorella Ginny - gli era stato regalato da Sirius, il padrino di Harry, e nonostante a volte lo detestasse, non poteva fare a meno di pensare che fosse molto meglio di Crosta - il topo che si era rivelato essere Peter Minus, colui che aveva tradito i genitori di Harry la notte in cui furono uccisi dal Signore Oscuro. -
«Allora, ciao mamma, ciao papà. Ciao Charlie, ciao Bill.»

«Ehi, forse ci vedremo presto» disse Charlie con un mezzo sorriso.

«Eh sì, potrei decidere di fare un salto ad Hogwarts anch'io quest'anno...» aggiunse Bill con lo stesso sorriso.

«Come mai?» chiese Ron confuso.

«Dai, ragazzi, salite sul treno: sta per partire» li incitò Molly, scoccando uno sguardo torvo ai due figli.

«Di che diavolo stanno parlando, mamma?» chiesero Fred e George all'unisono.

«Lo scoprirete stasera. Salite, su» continuò Arthur senza dire una parola e redarguendo anche Molly che stava per aggiungere qualcosa.

«Andiamo, Grattastinchi» disse Hermione, ignorandoli, e sorridendo al suo gatto dal pelo rossiccio. «Mamma, papà, domani spedirò una lettera per voi, d'accordo? Vi voglio bene.»

I suoi genitori annuirono, mentre vedevano i ragazzi salire sul treno.

«Chissà cosa sanno che noi non sappiamo... Comunque cosa diavolo dovresti scrivere in quella lettera? Tra oggi e domani non sarà successo nulla di straordinario!» chiese Ron all'amica, irritandola.

«Dovresti scriverci più spesso anche tu, Ronnie» lo rimbeccò la madre.

«Hai sentito, Fred?» esclamò George.

«Certo, George! Oh, Ronnie, ti sei messo nei guai!» lo prese in giro Fred.

Tutti scoppiarono a ridere; poi dopo aver salutato i genitori con un ultimo cenno affettuoso dal finestrino, andarono a cercare uno scompartimento libero sull'Hogwarts Express.

«Se andiamo in fondo, ne troveremo uno libero di sic...» stava dicendo Hermione, quando andò a sbattere contro qualcuno nel corridoio del vagone.

«E sta' attenta!» la sgridò qualcuno.

La ragazza alzò lo sguardo e deglutì il groppo che le si era formato in gola.

Quella voce era inconfondibile, proprio come lo sguardo intenso dei suoi occhi e il colore lucente dei suoi capelli. Per non parlare poi dei suoi vestiti da damerino: la giacca, i pantaloni, la camicia, e perfino le scarpe costose, gli davano l'aria di uno che stava andando a un party privato piuttosto elegante, e non alla scuola dove avrebbe studiato per un altro anno come tutti gli altri.

Vuoi ballare con me? (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora