PROLOGO

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AVVISO: GRAZIE MILLE A @AnaTohfa CHE HA DECISO DI EDITARE QUESTO LIBRO!

Salve a tutti io sono Vladimir, ma ormai tutti mi chiamano Vlad il vampiro, cosa che tengo a precisare non sono. Sono un semplice ragazzo, pallido all'inverosimile, occhi neri (alquanto inquietanti) come i miei capelli e quando mi muovo riesco a non fare rumore (non lo faccio apposta), il che inquieta molta gente. Non sono un ragazzo molto socievole, infatti al college non mi sono fatto ancora nessun amico. Ciò, però, non mi ha impedito di avere un nemico...

Mike O'lary.

Sono al secondo anno, ma già dal primo abbiamo iniziato a odiarci. All'inizio mi sembrava anche simpatico ma poi, parlandogli, scoprii che era insopportabile. E divenne la persona che più odiavo al mondo, o almeno così pensavo.

Lui, oggettivamente, è un bel ragazzo (ossia un figo da paura, ma a me non provoca nessuna reazione se non odio, al contrario di certe ragazzine che gli sbavano letteralmente dietro). È alto 1,80 (io sono poco più alto di lui e questo mi dà già molta soddisfazione, visto che a lui piace incutere timore alle persone con la sua altezza, ma con me non può farlo), ha un fisico scolpito stile divinità greca ed è costantemente abbronzato, anche d'inverno. È popolare oltre ogni dire, lo conoscono tutti al college, ci gira come se fosse a casa sua, forse perché suo padre è colui che l'ha fatto costruire. É schifosamente ricco.

Lasciando perdere Mike, e passando ai miei genitori.

Non è un argomento di cui parlo volentieri, ma vi devo avvisare che i miei genitori sono OMOFOBI. E non dico omofobi così alla leggera, no, loro sono i massimi esponenti contro i gay. Se potessero, li ucciderebbero tutti, farebbero una strage.

A casa mia non si può parlare di gay a meno che non li si insulti pesantemente, sennò succede un casino. Una volta durante la cena ho provato a dire qualcosa di carino sugli omosessuali e mio padre si è incazzato come mai prima d'ora, mi ha tirato due schiaffi facendomi sanguinare il naso, e quasi rompendolo.

Non mi avevano mai picchiato prima di allora, o almeno non così tanto da farmi portare al pronto soccorso.
Sì, perché mia madre scuoteva la testa mentre mio papà era uscito a far sbollire la rabbia (fermandosi probabilmente a bere); allora lei mi portò al pronto soccorso per vedere se mi ero rotto il naso o meno.
Per fortuna non mi ero fatto niente di grave. Tornando a casa mio padre non era ancora tornato e io corsi in camera mia.

Da quell'episodio in poi non parlai più di gay, ma comunque quando mio padre tornava a casa ubriaco (il che nell'ultimo periodo succedeva abbastanza spesso, colpa della crisi) qualche schiaffo, pugno e calcio me lo beccavo.

Ah, quasi mi dimenticavo, io sono GAY.
Per ovvie ragioni nessuno lo sa.

Lo scorso anno riuscii finalmente a convincere i miei a mandarmi in un college, promettendo però a mia madre di chiamarla almeno una volta alla settimana e di tornare a casa ogni volta che potevo (insomma, anche se a modo loro, i miei mi volevano bene). Ero felice di andarmene finalmente da quella casa, anche se non per molto (infatti ogni weekend libero che avevo, mia madre mi obbligava ad andare a trovarli, anche se mio padre, quando io ero in casa, non c'era quasi mai. Ultimamente era sempre fuori a bere, e mia madre aveva sempre qualche livido da qualche parte).

I miei genitori non avevano, però, abbastanza soldi per lasciarmi prendere un appartamento, perciò dovevo accontentarmi di una stanza al dormitorio. Dall'anno prima avevo cominciato a lavorare in una biblioteca vicino al college. I soldi, anche se non molti, li mettevo da parte per un appartamento che volevo prendere. Avevo già messo da parte quasi 5000€ (anche con dei lavoretti estivi che facevo dall'età delle superiori).

Nel mio primo anno di college ero stato fortunato ad avere un compagno di stanza che aveva la ragazza con un appartamento, perciò avevo la camera quasi sempre tutta per me.

Ormai ero al secondo anno e stavo andando verso la segreteria per vedere in che stanza fossi e soprattutto con chi fossi.

- Salve signorina Mirle. Come sta?

Salutai la segretaria (una persona tanto simpatica) che non appena sentì la mia voce sollevò la testa riccioluta dal computer con il suo sincero sorriso stampato in volto.

- O ciao Vlad! Tutto bene grazie. Sei arrivato come sempre un giorno in anticipo? *sorriso* Bravo ragazzo, tu sì che hai capito che se vieni il giorno dell'inizio delle lezioni c'è una gran confusione!! Aspetta che ti cerco sul PC e ti dico in che camera sei...

Rimasi tranquillo dall'altra parte della scrivania, aspettando che la signorina Mirle mi desse la chiave della mia stanza. Ero sempre stato molto simpatico a Mirle, infatti quasi da subito lei prese a darmi del tu, chiamandomi Vlad.E ogni volta che qualcuno mi prendeva in giro lei mi difendeva, il che la maggior parte delle volte peggiorava solo le cose; ma a me andava bene anche così! In fondo era una brava e simpatica persona, sempre solare e disposta a dare consigli su qualsiasi cosa, tranne che sul sesso, di quello non voleva mai parlare.

- Eccoti qua, Vladimir Grant, stanza 269!

Mi disse porgendomi la chiave (vecchio stile) con il suo solito sorriso. Mi avviai verso la porta trascinando dietro le mie 2 valige a rotelle malmesse, quando domandai:

- Ah, signorina Mirle potrebbe dirmi con chi sarò in stanza quest'anno?!

-Quante volte ti ho detto di chiamarmi solo Jane! *sbuffo finto arrabbiato* Comunque, visto che sei tu te lo posso anche dire... Il tuo compagno è....ah ecco... Mike O'lary!

Sentendo quel nome uscire dalle labbra della signorina...sorry...di Jane, sbarro gli occhi stupefatto facendo cadere a terra la mia borsa a tracolla, che per miracolo non si ruppe ne subì altri danni.

-Tutto bene Vlad?

Mi chiese tutta preoccupata Jane, alzandosi dalla sedia; sapeva che non mi era molto simpatico Mike (è un eufemismo, io lo odiavo profondamente) ma pensava che fosse solo del primo anno questo problema, infatti un giorno mi disse che io e Mike le sembravamo come due migliori amici che ancora non sapevano di esserlo. Mi ripresi appena in tempo per non far preoccupare Jane.

- Sì, sì tutto bene grazie. Ora devo proprio andare, arrivederci Jane!

Balbettai, recuperando la borsa a tracolla da terra e incamminandomi velocemente verso le scale che portavano ai dormitori. Quest'anno sarà di sicuro difficile...Pensai scuotendo la testa, salendo le scale fino alla mia nuova dimora per quest'anno, sperando ardentemente che Jane si fosse sbagliata. Salii le scale lentamente, peggio che a un funerale, peggio anche di uno zombie, pregando tutti gli dèi possibili ed immaginabili che mi venivano in mente. Arrivai al pianerottolo dove si doveva trovare la stanza "incriminata", girai a destra e dopo 4 porte mi trovai davanti alla 269. Appena me la ritrovai di fronte persi il controllo che avevo "riguadagnato" mentre salivo le scale. Potrei forse farmi ospitare da qualcuno... no, aspetta, credo che nessuno mi ospiterebbe, mi sa che mi devo far coraggio ed entrare. Feci allora un gran respiro, buttando fuori l'aria lentamente, allungai la mano verso la maniglia per poi girarla facendola scricchiolare tutta. Feci un ultimo respiro per poi entrare nella mia nuova stanza, quella che cambiò la mia vita (o, forse, fu ciò che c'era dentro a cambiarla) senza chiedermi il permesso.

SPAZIO CREATIVA:

UN GRANDISSIMO GRAZIE A @AnaTohfa CHE HA DECISO DI EDITARE QUESTO LIBRO! GRAZIE MILLE <3

ALLORA MIEI PICCOLI AMICI *TONO E FACCIA PERVERSI* SPERO CHE LA.MIA STORIA POSSA PIACERVI, FATEMELO SAPERE CON UNA ☆ O CON UN COMMENTO!

SE SIETE OMOFOBI ALLORA....

CHE CA**O STATE A LEGGERE!!

OK HO FINITO SALUTI! :P

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