Riscatto

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Un giovane nato e vissuto con l'idea di riscattarsi, di vendicarsi e magari anche di uccidere chi, a lui, aveva tolto tutto.
"Tutto", era quella la parola che fin da piccolo aveva stampata nella sua mente.

19 Luglio 3170, Terra.

Era il giorno, il giorno in cui gli Xèrathi sottoponevano a duri ed estenuanti esami gli studenti di tutte le scuole per trovare chi più affine per entrare nell'esercito.
Marshall, cului che aveva la vendetta nel sangue, si oppose con tutte le forze per non entrare in quella scuola. Essa era frequentata principalmente da Xèrathi di alta classe.

-Chi è questo ragazzino?-
Un tipico Xèratho scrutava la struttura fisica di Marshall che lottava contro la sua indole di agire.
-Hanno permesso a questo essere di entrare in una scuola del genere? Tsk, sono caduti in basso quelli della Centrale-
L'ispettore si allontanò dal ragazzino osservandolo con disprezzo, quello sguardo che Marshall conosceva bene, era il tipico sguardo di chi voleva chiuderlo in un sotterraneo e buttare la chiave.
-Posso andare?-
Chiese impaziente il giovane.
Gli arrivò un calcio con una velocità nemmeno minimamente percepibile.
Marshall fece un volo di un paio di metri prima di andare a sbattere con le spalle contro il muro.
-Qualcuno ti ha dato il permesso di parlare?-
Urlava lo Xèratho che poco prima lo guardava con disprezzo.
Marshall era seduto a terra, inerme, inutile, lui voleva poter fare qualcosa, qualcosa che avrebbe sterminato quell'essere, avrebbe sterminato tutti, lui voleva uccidere quegli esseri.
Lentamente Marshall si alzava, il capo chino, pieno di odio, di ribrezzo.
-Mi scusi...-
Queste furono le ultime parole che il giovane pronunciava prima di uscire dalla porta, quella porta che lo avrebbe potuto liberare da quella stanza scura piena di luci che lui tanto odiava, quella porta sarebbe stata la sua salvezza, la stessa porta che vorrebbe aver tanto voluto spazzare con la sua ira.

-Merda-
Sussurava in preda al rammarico il giovane mentre camminava sul sentiero che portava al parco.
Il parco, l'unico posto in cui Marshall si sentiva al sicuro, lì gli Xèrathi non sarebbero mai venuti, essi odiano la natura, e questo rendeva quel posto armonioso perfetto.
Si fece spazio tra un gruppo di fiorellini e si distese sul prato, cercando di eliminare quei brutti ricordi. La schiena gli faceva ancora un male atroce.
Poco dopo la ragione se ne andò lasciando spazio ad un mondo fatato e stupendo che l'umano avrebbe sempre voluto raggiungere: il mondo dei sogni.

Quella strana mattinata egli fece un sogno che sarà destinato a cambiare le sorti della sua vita, la vita del pianeta stesso.
Egli sognò sua madre e suo padre, era un bel sogno, erano felici ma all'improvviso quella quiete fu spazzata via, i genitori si allontanarono da lui, Marhsall lottava con tutte le sue forze per afferrare la loro mano, ma ormai erano distanti e l'ultima immagine che riusciva a cogliere era quella dei suoi genitori in divisa.
Erano tristi, le uniche parole che il giovane riuscì a capire erano:

-Combatti-

Il giovane si alzò di scatto e incominciò a correre verso la stanza da cui una decina di minuti fa era evaso.
Le parole dei suoi genitori ribombavano nel suo cervello.
Ignaro delle conseguenze arrivò di nuovo a quella porta, quella che lo ebbe salvato ma questa volta lui decidette di non entrare nel paradiso, ma nell'inferno.
E con un solo pugno in cui era racchiusa tutta la sua ira, spazzò via quella che fu una solida porta di acciaio.

-Combatti-
Gridò Marshall serrando i pugni ancora sanguinanti.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 27, 2015 ⏰

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