Quando mi guardó, non capiì niente, non sapevo cosa mi stesse succedendo.
Ero il cosiddetto "Playboy" del paese, non capivo i "sintomi" che mi ritrovavo.
Titubante, mi avvicinai, e le chiesi il nome.
Con un filo di voce lei mi rispose:
"Lauren".
Cominciammo a parlare come se ci conoscessimo da una vita, e dopo due ore, si avvicinó un tizio con una cicatrice nella mandibola destra.
Guardai l'orario erano già le due e l'indomani avevo un colloquio di lavoro importante, quindi la salutai e tornai verso casa.Cominciai a risentire di nuovo quel freddo gelido, come se i momenti passati con Lauren, non erano poi così freddi.
Mi misi a letto, guardai il soffitto, continuava a tornarmi in mente, come un pensiero fisso.
Mi girai nel letto e guardai fuori dalla finestra, la luna piena illuminava la stanza.
Mi alzai, andai vicino al frigo bar, e presi lo scotch, quel poco che era rimasto, misi del ghiaccio, mi sedetti nella poltrona e cominciai a sorseggiare.All'improvviso sentiì un leggero rumore alla porta.
Mi avvicinai con cautela e guardai dallo spioncino, era lei.
Le aprii velocemente, mi domandó se mi aveva svegliato e le risposi prontamente di no, quando all'improvviso...E così finisce il primo capitolo.
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Diario Di Bordo
Short StoryEra notte fonda, una notte fredda, a dir poco gelida. Il paese era quasi deserto, solo un paio di persone popolavano quel centro, che in fondo era buio. Notai un uomo non molto alto, con impermeabile nero e cappello nero, gli stivali con del terricc...