4. Svolte

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Intanto nell'ufficio del comandante entró Garth, il suo braccio destro.
Era infuriato, ma allo stesso tempo temeva la reazione del suo capo.
"É tornata a casa, signore" mentì, non voleva che il comandante se la prendesse con lui, in fondo non era andata lontana da casa, probabilmente era andata da una zia. Era tanto dolce con la sua famiglia e così amorevole nello stare vicino a tutti.
"Va bene Garth, hai il resto della giornata libera!"
"Grazie, signore!"
Uscì da quel buco, intanto pensava se era giusto seguirla, il comandante non era anziano, anzi tutt'altro; era severo e aveva un caratteraccio, ma voler soggiogare una così bella fanciulla, era da egoisti. In fondo lui lo era.
Mentre camminava, vide uscire un ragazzino dal bar, aveva una bottiglia di vodka in mano e piangeva.
Lo conosceva bene e conosceva la sua famiglia, il padre era sempre ubriaco, la madre si drogava e lui era impotente.
Riusciva a capire quella sensazione, la madre di Garth fumava troppo e si ubriacava, il padre dopo essersi disintossicato dall'eroina, prese tutto e se ne andó, lasciando il piccolo Garth con la madre.
Intanto si toccava la ferita, al solo pensiero, gli veniva il ribrezzo.
Non era solo arrabbiato, era infuriato ferocemente con la madre, avrebbe potuto seguire l'esempio di suo padre, sarebbe stato meglio.
Ritornó nel suo rifugio e...

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