Capitolo 6

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Il giorno successivo vidi Calum e allora gli chiesi per l'ennesima volta il perchè Michael fosse sempre così strano.
Calum mi guardò, e il suo sorriso svanì.
«Io non ti posso dire niente, o è lui che te lo dice, oppure io non posso, mi dispiace Luke.»
Si girò e se ne andò via.
Ricordo che pensai che forse avesse una malattia e che stava per morire.
A ripensarci mi sento un vero idiota.
Cercai di non sembrare preoccupato e a pensare ad altro.
Così mi rifugiai di nuovo nella musica.
Giorno dopo giorno diventavamo sempre più bravi.
Ormai eravamo pronti per il Live at Norwest.
Il giorno dell' esibizione Michael aveva la febbre quindi suonammo solo io e Calum un pezzo dei Secondhand Serenadr.
Fu molto stressante perché non avevo mai suonato davanti a tanta gente.
Non ho idea di come siamo apparsi agli occhi di tutti quei ragazzi, ricordo solo che pensai che mancasse qualcosa.
O qualcuno.
Michael tornò a scuola dopo  una settimana.
Tutto normale, non disse niente.
Come al solito.
Nonostante ci fossimo già esibiti decidemmo di  continuare a vederci ogni pomeriggio dopo la scuola.

Suonavamo per ore, standocene in quella piccola aula di musica.
Continuavo a fissare Michael che non si degnava di guardarmi negli occhi..nemmeno una volta.
Nemmeno per sbaglio.

Finché un giorno arrivato come al solito prima degli altri,appoggiai la schiena sulla solita colonna.
E socchiusi gli occhi.
In lontananza vidi qualcuno.
Camminava da solo.
Solo!
Troppo alto per essere Calum.
La testa china.
Le mani in tasca.
I capelli arruffati.
Calum non c'era.
Mi aveva lasciato solo con quello strano ragazzo. Avrei voluto prendere la chitarra e correre via.
Tornarmene a casa e non farmi più vedere.
Ma non lo feci.
«Ciao Luke.»
"M..mi ha parlato? Che ha detto? Aspetta...Michael Clifford mi ha appena parlato?"
Non potevo crederci.
«C..ciao Michael.»
Non mi guardava comunque ma almeno mi aveva rivolto la parola..
Dopo mesi che ci conoscevamo.
«Mi sa che oggi saremo solo io e te.Calum si è beccato l'influenza,quindi..già, cominciamo.»
«ehm..si,si va bene»
Mi passai la mano tra i capelli.
Ero troppo nervoso.
L'ansia mi stava divorando vivo.
Siamo stati in quell'aula più del solito, ma non abbiamo suonato, abbiamo parlato,delle band,di cosa ci piace fare,di perché mi fossi trasferito e se mi piaceva quella scuola.
Quando pensavo che finalmente avevamo rotto il ghiaccio me ne uscii con:
«Perché negli altri giorni eri così strano?»
Michael si irrigidì e strinse i pugni.
«Il mio cantante preferito è Alex Gasarth, lo conosci?»
«C..certo.»
Aggrottai le sopracciglia.
"Perchè ha cambiato discorso? Ho detto qualcosa che non va? Forse sono stato troppo diretto, dovevo aspettare ancora un po' prima di chiederglielo?"
Queste domande mi tormentarono per tutto il tempo, finché Michael guardò l'orologio ed esclamò.
«Cavolo! Sono già le 19!Devo proprio scappare, ma..è stato..bello conoscerti.»
E lì successe.
I suoi occhi si spostarono dal pavimento.
Mi guardò.
I suoi occhi, i suoi fottutissimi occhi.
Quel colore,quel verde..verde chiaro, quasi azzurro,mai visto quel colore prima d'ora, mai visto sul viso di qualcuno.
Sentii una fitta al petto.
Restai senza parole.
"Ma che diavolo mi sta succedendo?"
Pensai.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 02, 2015 ⏰

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