Secret rendez-vous

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Più gente cominciò a notare le nostre interazioni a scuola, i nostri discorsi in disparte, e la cosa un po' mi preoccupava. Ci piaceva discutere su ciò che accadeva su Twitter, parlare e criticare insieme le nuove canzoni che periodicamente uscivano, ma il fatto che fosse fidanzata mi bloccava dal chiederle di vederci anche fuori scuola, ma comunque per me anche quello era tanto. Frequentavamo classi diverse, le era al terzo anno, io al quinto, e a volte capitava che dovesse dirmi qualcosa anche durante le lezioni così mi inviava un messaggio quando dovevo uscire dalla classe, e la maggior parte delle volte erano gossip su gossip, argomenti apparentemente futili, ma per me erano come l'oro. Spesso durante il pomeriggio spariva, per poi riscrivermi dicendomi "scusa ero con Austin", potevo sembrar felice ma quella situazione era davvero difficile, cercavo ogni giorno di non pensare o di non immaginare cosa facesse con lui, erano altrettanto difficili quelle situazioni in cui mi scriveva in piena notte in preda a pianti isterici causati dal suo ragazzo. Era difficile perché piangeva per la paura di essere lasciata, mentre io era l'unica cosa che volevo, e francamente mi sentivo in colpa.
Una delle tante notti in cui mi scrisse, mi scrisse alle 3 del mattino:
C:Ale, portami da qualche parte
A:Camila che succede?
C:portami da qualche parte e basta
A:arrivo.
Uscii facendo il meno rumore possibile, sganciai la bicicletta e mi diressi verso casa sua. Era una notte abbastanza fredda e lo zuccotto di lana non mi riscaldava come avrebbe dovuto, fortunatamente eravamo soltanto a 10 minuti di distanza.
A:Scendi, sono qui sotto.
C:Sei venuta sul serio?...
A:....certo che sono venuta sul serio, era uno scherzo?!
Camila non rispose ma apparì direttamente sulla soglia del suo cancello, tuta e felpa grigia, così tremendamente trasandata e così tremendamente bella, con il viso ancora scosso dalle lacrime. Sentì le sua guancia vellutata contro le mia quando mi abbracciò, stringendomi forte, continuando ancora ad essere sorpresa di vedermi
«Quindi? Dove mi porti con il tuo destriero cavaliere?» mi chiese staccandosi e sistemandosi i capelli dietro l'orecchio
«In un posto dove non si può piangere.» le risposi fiera «siediti sul sellino, io pedalerò in piedi» continuai, lei non rispose ma dal suo volto capì di starla facendo felice.
Decisi di portarla alla campagna dei miei nonni, a poche miglia da casa sua, ma comunque ben distante dall'urbanità.
Durante il tragitto la sentì starnutire così mi fermai: piegai il busto verso di lei, mi sfilai il berretto scoprendo i miei capelli biondi e glielo misi, inizialmente non accorgendomi dei nostri visi vicinissimi ma poi notai il suo naso rosso
«..grazie» mi disse, sempre così sorpresa, come se non si meritasse quelle attenzioni, come se non fosse abituata a riceverne.
«Prego clown» le sorrisi prima che si creasse un silenzio non del tutto normale «andiamo» dissi quando mi accorsi che mi stava fissando le labbra e sapevo che non potevo rispondere delle mie azioni se la situazione restava quella.
Quando arrivammo l'aiutai a scavalcare il cancello e cercai in qualche modo di distrarmi da quell'eccessivo contatto fisico.
Stesi una coperta sul prato e ci sdraiammo lì
«Ho scelto il punto in cui le stelle si vedono meglio. Vedi? Qui ci sono meno alberi che coprono la visuale»affermai
«Ale che cosa ho di sbagliato?»mi interruppe
«Emh..non so..la foto profilo su whatsapp, credo dovresti mettern-» scherzai e mi interruppe di nuovo dandomi una botta
«Dai scema, dico sul serio...»
«Cosa dovresti avere di sbagliato?»chiesi
«Non lo so..la gente continua a darmi contro, facendomi sentire sbagliata...»
«Camila..io credo che tu debba soltanto essere te stessa. Credo che tu debba fare, dire e pensare ciò che vuoi. È questo che ti rende diversa e speciale. Dovresti solo fregartene e focalizzare sulle persone che ti apprezzano»
Parlai senza neanche rendermene conto, non volevo fuorviarla o in qualche modo spingerla a lasciare Austin, volevo soltanto farla sentire bene, non farla sentire sbagliata.
Ci guardammo di nuovo come poco prima, mi sorrise per dimostrarmi di aver centrato il punto
«Qui qualcuno ha una cotta per me...» disse divertita e io deglutii
«Chi? Ahah»
«Ahahahahaha» cominciò a ridere, di cuore per poi affermare «Tu!!»
«Coooosaaa?? Ahahahahha ma ti piacerebbe» si alzò sulla schiena continuando a ridere mentre iniziava a farmi il solletico per farmi in qualche modo ammettere qualcosa
«No ti prego smettila ahahahha» le supplicai alzandomi sulla schiena a mia volta e lei diventò seria in pochi secondi, mi tirò indietro i capelli facendomi rabbrividire prima di controllare l'ora sul telefono, sbuffò
«Praticamente fra mezz'ora mio padre si sveglia per andare a lavoro..» disse distogliendo lo sguardo
«Ti porto a casa Camila» le sorrisi
«Si...»

Diamond »»Camila Cabello|Sospesa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora