I'm not lesbian

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Avete presente quel rapporto speciale, quel rapporto un po' a se, quella sensazione di pace, quel sentirsi a proprio agio accanto ad una persona?
Quel capirsi, intendersi, completarsi.
Potrei usare tutte le belle parole del mondo, aforismi o metafore, ma non riuscirei mai a spiegare a parole ciò che diventò per me Camila. Stare male e trovare lei dall'altra parte del telefono, sempre pronta, sempre con le parole giuste, sentirsi demotivata e trovare ancora lei a farmi sentire invincibile e capace di conquistare il mondo.
Le cose cambiarono un giorno, con quel messaggio.
C: L'ho lasciato Ale..esci un attimo ti prego
Inventai la prima scusa ed uscì di corsa da lei.
Era in lacrime sulle scale esterne della scuola, con una sua amica accanto a lei
«Ho paura che ci stia male» disse ad entrambe
«Dovevi farlo prima o poi» non credevo di averlo detto davvero, ma era l'unica cosa che volevo dirle in quel momento
Camila mi guardò seria
«Ma tu che cosa ne sai eh?!» si alzò avvicinandosi a me
«Volevi continuare a farti trattare così? A stare male ogni giorno, a sentirti usata?»
alzai un po la voce
«Tu non sai proprio niente di quello che c'era fra me e lui.» questa volta restai in silenzio
«E poi sai che ti dico, è tutta colpa tua. Il tuo essere così gentile e trattarmi così bene come se mi meritassi tutto quello,  mi ha spinto pensare che meritassi di più di Austin»
Più parlava e più piangeva, nervosa, balbettava cercando di stare calma, fallendo ogni volta
«A me andava bene l'amore che mi dava Austin, andava benissimo. Ma no, dovevi arrivare tu»
«Posso andarmene quando voglio. Basta che lo dici e puoi tornartene a rivivere quel misero amore»
«Si, si. Vattene, vattene. Ma tanto lo so che non lo farai mai. Lo sanno tutti che sei lesbica, e lo so anch'io. E lo so che ti piaccio, non sono stupida.»
Il sangue si gelò in un secondo e senza rispondere feci per andarmene ma mi fermò
«Beh io non sono neanche lesbica quindi levati dalla testa qualsiasi cosa tu abbia pensato su di me. Bella mossa trattarmi così bene solo per farti piacere da me, sei furba, davvero»
Ormai i miei occhi erano lucidi e la mia testa non faceva altro che scuotere da un lato all'altro
«Pensi davvero questo di me?»
Camila sembrò tornare in se, scosse la testa anche lei, piangendo di più stringendomi fra le sue braccia.
Il suo umore era così maledettamente mutabile, mi strinse talmente forte da farmi dimenticare ogni singola parola
«Scusa..»
«Camilla, dobbiamo tornare» la sua amica dietro di lei la chiamò
«si definisce mia amica e poi non sa neanche dire il mio nome» mi sussurrò la ragazza ancora stretta a me e scoppiammo a ridere
«Però ha ragione, torna in classe, io sono sempre qui quando hai bisogno.»
Camila si staccò da me, sorrise delicatamente, annuì asciugandosi l'occhio e salì le scale.
Non sapevo cosa sarebbe successo dopo quel momento, ma una cosa la sapevo: l'avrei portata ovunque voleva, anche lontana da me.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 21, 2015 ⏰

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