ORA DI PRANZO

12 1 0
                                    

Il ragazzo rimase ancora un po' seduto sulla sabbia sottile ad ammirare il panorama, poi decise di tornare a casa.

Era quasi ora di pranzo quando arrivò; abitava poco distante dalla spiaggia, su un piccolo promontorio dal quale poteva vedere un paesaggio stupendo, in una casupola piccola, ma graziosa. Le pareti erano costituite da mattoni di fango, fatti asciugare al sole, mentre il tetto era fatto di fango e paglia.
All'interno l'arredamento era povero, ma sufficiente: quattro sedie, un tavolo e tre letti. Il ragazzo viveva in quella casupola con i suoi genitori che quel giorno erano tornati stanchi dopo ore sotto il sole passate a lavorare nei campi. Il padre del ragazzo era un contadino, con capelli e occhi scurissimi, basso, un po' robusto, ma simpatico e sempre allegro.
La madre aveva lunghi capelli neri, legati sotto il fazzoletto scuro che teneva sempre legato attorno al collo, due occhi neri e profondi e un sorriso sereno sempre stampato sul viso piccolo e paffuto. Anche lei era un po' robusta, ma indossava sempre una lunga gonna grigia larga e delle maglie poco aderenti che non evidenziavano troppo le sue forme. Cucinava davvero benissimo; preparava in casa gli agnolotti con patate, i malloreddus e i ravioli di ricotta; sapeva cucinare alla perfezione tutti i tipici dolci sardi, le pardule, i guelfus, i papassini, la torta di saba... Insomma, era davvero una cuoca eccellente; e anche come sarta era bravissima.

IL RAGAZZO E IL FALCODove le storie prendono vita. Scoprilo ora