IL FALCO

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Da cacciatore esperto sorrise, di solito i falchi erano usati per cacciare e non per essere cacciati, ma non volle lasciar morire quell'uccello tanto bello, così, dopo averlo messo nella sacca di cuoio sulla sella destinata alle prede, lo portò a casa.

Fu principalmente il ragazzo ad occuparsi della guarigione del falco, gli fasciò l'ala ferita e la medicò con erbe curative, gli diede da mangiare insetti e piccoli animali come topi o bisce e gli costruì un bel nido di paglia e fango.
Pian piano il falco, da scostante e impaurito si affezionò al ragazzo che si occupava di lui con tanta cura e affetto.
In breve tempo il falco si riprese e, anche se non era ancora guarito del tutto, riusciva a compiere piccoli voli, accompagnava il ragazzo e i suoi genitori quando si recavano a lavorare nei campi e quand'era stanco stava appollaiato sulla spalla del suo padroncino. Faceva anche brevi voli in riva al mare quando il ragazzo correva sulla battigia nell'acqua fresca e passava tanto tempo con lui sulla spiaggia.

In poco tempo il falco tornò bellissimo come il giorno che il ragazzo l'aveva visto abbeverarsi sul piccolo torrente, con le piume lucide dai colori sfumati e lo sguardo vispo e attento. Divennero ben presto due amici inseparabili, il falco non si allontanava mai dal ragazzo, se non per qualche volo in alto nel cielo azzurro e il ragazzo non usciva mai di casa se non accompagnato dal suo fedele amico.
Tante volte, la mattina, quando il giovane si svegliava, trovava accanto al letto dei piccoli animali morti che il falco catturava per lui.
Era nato tra di loro un sentimento tanto raro quanto prezioso, una vera e sincera amicizia.
Gli altri ragazzi divennero ben presto invidiosi, non solo per il fatto che il giovane non passava più tanto tempo con loro, ma anche perché egli possedeva un animale tanto maestoso ed elegante.

IL RAGAZZO E IL FALCODove le storie prendono vita. Scoprilo ora