GIOCARE

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Giocavano anche con sa bocc'e zappulu, una palla ottenuta da una vecchia calza riempita di stracci, ma, quando erano in tanti, preferivano giocare a "Is quaddus prontus", gioco che li divertiva sempre tantissimo. Dopo aver formato due squadre, cavalli e cavalieri, il primo cavallo si chinava e poggiava le mani sul muro e così facevano tutti gli altri cavalli uno a fianco all'altro. I cavalieri, allora, presa la rincorsa, salivano uno alla volta in groppa anche a costo di formare una piramide umana. Quando un cavaliere cadeva, le due squadre si invertivano i ruoli.
Ad ogni modo, quel giorno non venne nessuno dei suoi soliti amici, così, il ragazzo, rimase solo a guardare il mare.
Suo padre, che si preparava ad andare a caccia, lo vide solo, seduto sulle rocce grigie coperte da un sottile strato d'erba, così gli propose di andare a caccia con lui. Il ragazzo accettò senza esitazione; poche volte suo padre gli aveva fatto una proposta del genere e lui era sempre stato affascinato dalla caccia.

IL RAGAZZO E IL FALCODove le storie prendono vita. Scoprilo ora