16 Epilogo.

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<<Siamo vicine alla fine.>> dice Mina, stringendo i pugni. Gwendolyn la osserva in silenzio. Non aveva pianto quando le era stato detto in che modo Kenny fosse morto. Anzi, aveva sorriso un po'. Era stato coraggioso a salvare Gwen dalle mani di Richard. Se proprio doveva scegliere un modo di morire, quello era il più decente: le aveva salvato la vita. Ovviamente Mina aveva creduto a tutto ciò. Gwendolyn incrocia le braccia la petto, rabbrividendo, mentre l'ascensore continua a scendere. Stiamo per tornare a casa, riflette la ragazza dai capelli castani, sospirando un po'. Se solo Daniel fosse lì con lei. <<Torno subito!>> erano state le ultime parole che gli aveva sentito pronunciare. Kenny l'aveva trascinata via e lei non aveva potuto salvarlo. Ma la domanda che la tormenta è: com'è morto? Involontariamente, i suoi occhi corrono a Mina. La ragazza, sentendosi osservata, si volta nella sua direzione e le sorride:

<<Non preoccuparti per me.>> le dice, male interpretando lo sguardo di Gwen <<Ti ha salvata, no?>> sorride tristemente, abbassando brevemente lo sguardo <<La sua morte ha permesso che tu fossi qui. Lo piangerò, ma non posso farlo ora. L'unico modo per dare un senso alle morti dei nostri amici è tornare a casa.>> Gwendolyn ancora non dice nulla, limitandosi a fissarla. Stranamente, Gwen non pensa a niente di tutto ciò. Forse sono pazza, si dice, facendo qualche passo in avanti, avrebbero dovuto lasciarmi in quella stanza insieme a Daniel e Joshua. Oddio, Josh... la ragazza sente gli occhi bruciarle, ma le lacrime non accennano ad uscire. Probabilmente non ne ha più. Sono finite chissà dove, ma sono in profondità. Avanti a loro vi è un corridoio ordinato, pulito, senza tracce di sangue. Mentre le ragazze lo percorrono per arrivare alla porta successiva, Gwendolyn ripensa a sé stessa e a com'era nel primo gioco. Era tutto così eccitante.

Poi il gioco era finito così bruscamente... e le cose, da lì in poi, non avevano fatto altro che peggiorare. Ora come ora vorrebbe solo ritornare in quell'armadio con Luis. Vorrebbe tornare a credere che la morte sia una cosa così superficiale da poter essere risolta premendo un tasto. Gwendolyn lo ha cercato a lungo, quel tasto, ma non lo ha mai trovato. Forse non smetterà mai di cercarlo. Aprendo la porta alla fine del corridoio, eccone un altro. Sul soffitto vi sono lampade al neon accecanti e tutto quel bianco costringe Gwen a socchiudere gli occhi.

<<Ah!>> esclama Mina, sorridendo <<Amica mia, ci siamo quasi.>> le posa una mano sulla spalla e Gwendolyn ci mette tutta la forza rimastale per non ritrarsi. La bionda inizia a correre verso la fine di tutto quel bianco e Gwen non può far altro che seguirla. Camminano in una stanza e il sangue torna sui muri. Non è un buon segno, si dice Gwen, calpestandolo senza troppi problemi. Passano altri corridoi finché, percorrendone un altro, Gwen non nota qualcosa da una finestra. Si ferma sul posto, osservando la luce che proviene da essa.

<<Gwen, che c'è?>> le chiede Mina, avvicinandosi. L'uscita! realizza, ed un barlume di felicità la illumina. Non si era mai resa conto di quanto le mancasse casa <<Che ti avevo detto?>> dice allora la ragazza, circondandole le spalle con il braccio. Dovrebbe farlo Danny, non lei. Ancora una volta, si chiede come possa essere morto. Quando era andata verso di lui, in quella stanza, la sua schiena era in una strana posizione, così come il braccio sinistro. Quelle ferite se le era procurate dopo essersi allontanato, non prima. Cos'era successo? Se quel che dice Mina è vero, cioè che la fine è vicina, allora Gwen deve saperlo prima che torni a casa.

<<Mina.>> la chiama, parlando per la prima volta dopo tanto tempo. La ragazza, nell'udire la sua voce, sorride raggiante. Poi inizia a camminare, mentre Gwen la segue <<Dimmi...>> tossisce un po' e si schiarisce la gola <<...dimmi cos'è successo a Daniel.>> Mina si blocca di scatto, impallidendo:

<<Non parliamone. Non adesso.>> dice in fretta lei, evitando il suo sguardo e riprendendo a camminare.

<<Allora quando?>> la incalza Gwen, sentendo qualcosa di strano nel petto. È adrenalina. È rabbia.

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