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Mi sono innamorata di te fin dall’inizio. Tu eri gentile, cortese, galante, premuroso, e la lista è ancora lunga. Io ti ammiravo da lontano, troppo impaurita per incontrarti di persona, e ogni giorno sognavo su come la vita sarebbe stata se tu mi avessi semplicemente notata. Per te, io ero invisibile; ci incontravamo ogni giorno, ma tu a malapena guardavi – mai vedevi. Per te non ero nulla. Ma nonostante ciò non ho mai provato meno amore.
Dopo una logorante settimana di sforzi e conflitti era chiaro che qualcosa ti turbava, e decisi di scriverti una lettera anonima nella speranza di curare il tuo spirito. Con calma guardavo un sorriso apparire sulle tue labbra, mentre la tua espressione si inteneriva. Ogni traccia di dolore che era presente un tempo sul tuo viso furtivamente fece ritorno nell’ombra, maledicendo la soddisfazione delle piccole gioie per averla scacciata.
Dopo aver dispiegato il foglio di taccuino, che avevo piegato con cura e fatto scivolare di nascosto nel tuo quadernone quella mattina, mi hai sorpresa, stirando le pieghe della carta, prendendoti cura di esso prima di inserirlo nella copertina di plastica trasparente del tuo raccoglitore, in modo che tutti potessero vederlo. Hai sorriso a te stesso ed ecco. Il mio cuore ha fatto un piccolo saltello mentre percorrevo la camminata mattutina, solitamente monotona, fino alla classe di francese per la prima ora quel giorno; mi sono portata un sorriso dietro, dentro al cuore, e una luce scintillava nel mio profondo.
Ora, non avevo mai davvero pianificato di continuare a scriverti quelle lettere, ma un giorno ti ho sentito parlare coi tuoi amici, dire loro come non riuscissi a smettere di pensare alla lettera e di come sperassi di poter trovare la ragazza che l’aveva scritta. Inizialmente diventai nervosa al pensiero che tu potessi scoprirmi e pensare semplicemente che fossi strana per aver fatto ciò, ma poi ti ho beccato a fissare la lettera dopo una giornata particolarmente pesante, e tutto ciò che ho visto era pace. A quel punto ero davvero innamorata di te; tutto ciò che desideravo era darti felicità come quella tutto il tempo. Quindi ti ho scritto una seconda lettera, poi una terza, una quarta e così via. Semplicemente non riuscivo a fermarmi. Non potevo smettere di vederti sorridere – era l’unica cosa che mi faceva andare avanti.
Giorno dopo giorno ti aspettavi una lettera da me. Se facevo passare troppo tempo prima di spedirne un’altra, ti sentivo farlo notare con fastidio ai tuoi amici, dicendo di pensare che forse mi ero dimenticata di te. Ma non mi sarei mai potuta dimenticare di te. Tu eri il mio mondo.
Presto le mie lettere erano chiamate “La serie del Sorriso”. Il giornalino della scuola addirittura ci scrisse una storia. Tutta la scuola lo sapeva, ma dal momento che a scuola non c’era nessuno di cui potessi fidarmi, nessuno sapeva il mio segreto. C’era una sensazione di intensità dovuta al dover portare con me un segreto così grande, ed ero sicura che qualcuno, alla fine, avrebbe scoperto la mia identità. Tu te ne sei quasi accorto una volta, ma la mia doppia faccia era ben allenata… le mie mani erano piene di segreti, che tu non avresti mai potuto scoprire.
Avevo pensato di uscire allo scoperto e dire a tutti la verità riguardo la mia identità, ma a quel punto era troppo tardi. Nessuno mi avrebbe creduto; avrebbero pensato che io fossi semplicemente una ragazza solitaria in cerca di attenzioni. Vedi, dal momento che la gente non sapeva la verità su chi fossi, iniziarono a fare ipotesi. Tutti, incluso te, pensavano si trattasse della stessa ragazza. E quella ragazza non ero io. Quella ragazza era una delle tue migliori amiche, e la ragazza per cui ti avevano accusato di provare dei forti sentimenti in passato, e lei ricambiava. Dato ciò, non c’era dubbio sul fatto che lei accettasse con piacere le ipotesi – eri uno dei pochi ragazzi decenti nella nostra scuola, per nessun motivo lei si sarebbe lasciata scappare una cosa del genere.
Poco a poco ti sei innamorato di lei. Ma ti sei innamorato di lei solamente grazie alla persona che credevi lei fosse in realtà tramite le lettere. Le mie lettere. Ti sei innamorato di me e nemmeno lo sapevi.
Mi piaceva così tanto il fatto che tu ti fossi innamorato delle mie lettere che credevo tu non ti saresti mai potuto innamorare di me allo stesso modo, una volta scoperta la mia identità. Quindi ho continuato a scrivere le lettere e a lasciarti credere che fosse qualcun altro. E sicuramente lei non aveva nessun problema a mantenere il nostro piccolo segreto, mai detto e mai conosciuto.
Nemmeno un po’.
Due anni dopo che ti sei diplomato era l’anno in cui la ragazza che amavi e quella che pensavi di amare si diplomavano. Sei venuto e mi hai vista prendere il diploma, ma la ragione per cui sei venuto era per vedere lei. Ho visto il modo in cui la guardavi, ed è in quel momento che ho capito quanto il tuo amore per lei fosse cresciuto; e tutto grazie alle mie lettere. Anche se sapevo che era tutto una bugia, che, non c’è bisogno di dirlo, io avevo creato, non potevo costringere me stessa a separare voi due. Era difficile per me, ma a quel punto avevo imparato come portare una maschera e semplicemente affrontare il dolore che ne seguiva.
Quattro anni dopo arrivò il giorno del tuo matrimonio, e sapevo di essere troppo in ritardo. Ti stavi per sposare con una bugia perché non avevo il coraggio di dirti semplicemente la verità. Avevo, da sola, distrutto ogni possibilità che avevo mai avuto di stare con te, ma ti amavo ancora, come ti avevo amato già per sette anni. E dato che ti amavo, mi sentivo come se tu avessi bisogno di sapere la verità.
Per ore mi sono scervellata per trovare le giuste parole da scrivere nell’ultima lettera de “La serie del Sorriso”, ma era molto più doloroso di quanto avessi precedentemente immaginato. Dopo tantissimi fogli bianchi ed emozioni torturate, ho finalmente abbozzato le ultime parole per l’ultima lettera:
“So di aver aspettato troppo per dire ciò, e mi scuso, dal profondo del mio cuore, ma non sono la persona che tu pensi io sia. La ragazza che stai per sposare non è la ragazza che ti ha scritto le lettere per tutti questi anni. So che te l’avrei dovuto dire prima, ma eri così felice, e non pensavo che saresti potuto essere altrettanto felice se avessi scoperto chi ero realmente. Perché ti amavo, volevo che tu avessi tutto ciò che ti meritavi. Ti meritavi felicità e la verità. E mi spiace di non averti dato l’ultima quando invece avrei dovuto.
Dato che ormai ho fatto più danni del necessario, ti offro le mie congratulazioni e i miei migliori auguri per il tuo futuro.
Sarai per sempre nel mio cuore.
Che Dio ti benedica.”
In quella piovosa giornata d’Estate del tuo matrimonio mi sono seduta nell’ultima panca in chiesa, e ho guardato lei che fluttuava lungo la navata come una principessa. Ho guardato i tuoi occhi preoccupati guardare tristemente verso di lei, mentre pronunciava i suoi voti. Il mio cuore si rompeva in un milione di pezzi, e volevo solo iniziare la mia nuova vita, lontano da quel posto, in quell’esatto momento. I miei bagagli erano già fatti e pronti per andare. Tutto ciò che dovevo fare era uscire dalla cappella, e allora sarei potuta fuggire per sempre da quella città ripiena di dolore. Ma qualcosa mi tratteneva. Dovevo essere certa che tu fossi felice dopo averti mentito per così tanti anni. Una volta che tu avessi detto “Lo voglio”, allora sarei stata sicura che saresti stato bene.
Una lacrima scivolava lungo la mia guancia, mentre aspettavo che quelle parole uscissero dalle tue labbra. Ho aspettato con gli occhi chiusi nella speranza di non far uscire il resto delle mie lacrime, ma tutto ciò che sentii fu “Non posso”. La folla ansimò, e i miei occhi di colpo balzarono su di te. Io ti fissavo dall’ultima fila, e tu fissavi me. Mi hai guardato così intensamente e mi sono commossa così tanto che sono uscita correndo dalla cappella. Sono scappata dalla gente. Sono scappata dai miei errori. Sono scappata dalle mie paure. Sono scappata dal nulla. E sono scappata da tutto.
Mi piacerebbe poter dire di essere scappata. Mi piacerebbe poter dire che in qualche modo tu mi hai trovata e ti sei presentato alla mia porta, stringendomi tra le tue braccia, dicendomi che in nessun modo saresti stato infelice di sapere che io avevo scritto le lettere; dicendomi che mi avresti amata fino al giorno in cui il Diavolo avrebbe comandato su tutto ciò che c’è di buono e Dio non avrebbe più avuto nessun potere.
Ma non c’è motivo di sperare ciò.
Non hai fatto tutte queste cose quando ti sei presentato alla mia porta.
L’hai fatto ancora prima che io lasciassi il parcheggio.
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Letters {Watty Awards 2013 Winner}
Romansa{Watty Awards 2013 Winner} This is simply a story about a lonely girl who finds love. I was inspired to write this because I wanted to know that there are good things that happen to invisible girls like me. I wanted to write Hope for those who seem...