Il freddo venticello di fine autunno fa volare i miei lunghi capelli scuri mentre cammino nella stradina del mio quartiere, intenta a tornare a casa. Guardo di fronte a me con occhi assenti, totalmente persa nei miei pensieri, occupati da un nome e due occhioni, che sembra, in questo periodo, non mi permettano di fare altro che sognarli.
Siamo a fine ottobre e la temperatura si sta abbassando, le giornate si accorciano, e l'anno sta finendo. Vorrei dire di quest'anno qualcosa di bello o emozionante, ma la realtà è che è stato solo una marea di giorni che si susseguivano, alcuni troppo velocemente, alcuni troppo lentamente.
Mentalmente conto i giorni che mancano a capodanno, e sono circa 70. Dovrei iniziare a fare una lista di buoni propositi per il 2016, e ho già qualche idea. Vivere spensierata. Farsi degli amici nuovi. Amare. Scaccio velocemente quest'ultimo pensiero, rassegnata a una vita da zitella. Più passa il tempo più mi sto davvero convincendo che non troverò mai qualcuno che mi ami. Forse cerco troppo, penso, dovrei solo lasciare tutto al destino.
Stronfino le mani per scaldarle, si stanno raffreddando e iniziano a farmi un po male, avvisandomi che è meglio scendere dalle nuvole e accelerare il passo.
Il telefono vibra nella mia tasca e non mi disturbo nemmeno a scoprire perché, non mi interessa.
Arrivo davanti al portone di casa e con uno scatto tiro fuori le chiavi inserendole nella serratura, quando il rumore del motore di un motorino mi fa girare curiosa. Faccio a malapena in tempo a vedere che in della c'è un ragazzo con un casco bianco e nero e che il motorino ha tre colori diversi, ma non so il modello. Uno scintillio attira la mia attenzione non appena il tipo si è allontanato, mi avvicino a vedere cosa brillava. Una catenina, sembra di bigiotteria. La raccolgo titubante. Dovrei lasciarla li? Magari il tipo tornerà a cercarla. Allungo la mano e la prendo in mano per poi osservarla meglio. È semplice e ammetto che mi piace. Spero vivamente che il ragazzo ripassi a controllare, così magari potrò restituirgliela. Neanche a farlo apposta, un casco bianco e nero appare, e mi sento quasi sollevata. Non so con che coraggio gli vado incontro, ma lui si ferma e mi guarda.
"Mm... Credo tu abbia perso questa." Tendo la mano con la catenina verso di lui come una bimba quando vuole darti una caramella, e appena me ne rendo conto mi viene voglia di scappare.
Mi guarda attentamente e non accenna a nessun movimento, rimane semplicemente li fermo a guardarmi.
Mi schiarisco la voce cercando di fargli capire che deve riprendersi la sua maledetta collanina, ma sembra non capire e io mi sto stufando di tenere il braccio teso. Se non fa niente lui, faccio io. Idiota. Sbuffo e ritiro la mano, e con quella vuota prendo la sua, ci metto la sua catenina, mi giro ed entro in casa. Mentre mi dirigo verso il portone riesco a sentire il suo sguardo su di me ma faccio finta di niente. Non faccio in tempo a entrare che sento una voce chiamarmi.
"Aspetta!"~~~~~~
Capitolo corto, mi spiace.
So che la storia è noiosa e prometto che non sarà così per sempre, piano piano accadranno cose nuove.
Volevo avvisarci anche che ho iniziato a scrivere una nuova storia, si chiama Run away.
Passate a darci un'occhiata se vi va.
A breve pubblicherò il primo capitolo.Anna.
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My new tomorrow with you.
RandomEvelyn Collins è una diciassettenne che ha perso tutte le speranze di avere un'adolescenza come quelle dei film. È intrappolata nella monotonia di ogni giorno che prevede scuola la mattina e compiti nel pomeriggio, e raramente esce con le amiche, ma...