24. Little boy

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Dopo essersi preparati ed aver salutato Allison, di ritorno dal fare la spesa, Louis ed Harry uscirono di casa, il primo ansioso di sapere il sesso del bambino che avrebbe dovuto dare in adozione (anche se l'idea nell'ultimo periodo non lo allettava molto) e il secondo con un'espressione neutra sul viso, come se non fosse poi chissà quale grande cosa ciò che di lì a poco si apprestavano a scoprire, manco fosse una questione di poco conto.

A Louis non sfuggì lo sguardo disinteressato del riccio, ma decise di ignorarlo per il momento, credendo fosse solo ansia dimostrata in modo differente dal suo, infondo non siamo tutti uguali. Guidò fino all'ospedale in cui il dottor Troy li aspettava e dopo aver parcheggiato l'auto, scese da quest'ultima, seguito da Harry, e la chiuse, prendendo per mano il ragazzo al suo fianco, che non ricambiò la stretta come suo solito.

«Har, so che sei agitato, ma stai calmo, okay? Andrà tutto alla perfezione come sempre.» lo rassicurò accarezzando col pollice le nocche del riccio, che si limitò ad alzare le spalle senza dire una parola, apatico come lo era negli ultimi tempi.

Louis trattenne uno sbuffo e dopo aver percorso diversi corridoi, tirò un sospiro di sollievo nel vedere la targhetta dorata col nome e cognome del ginecologo, con allegata sotto la professione da questi svolta. Bussò alla porta e dopo un «Avanti!» entrò, portandosi dietro Harry, che lo seguì chiudendo la porta alle sue spalle e stando zitto.

«Louis, Harry! Bentornati ragazzuoli, come va?» li accolse il ginecologo, battendo le dita sulla tastiera del computer fisso davanti a lui.

«Tutto bene dottore, lei?»

«Superimpegnato come al solito, Louis! Quindi, dato che tra poco ho un altro appuntamento sbrighiamoci. Harry, sai già cosa fare, forza forza.» rispose con un grande sorriso il dottor Troy, abbandonando la comoda sedia girevole su cui stava seduto prima e affiancando il lettino su cui Harry si era steso dopo aver sollevato la maglietta come al solito. Il ginecologo cosparse il grembo del riccio con il solito gel, prima di posizionare la sonda e ripetere la stessa azione della tre volte precedenti, fissando lo schermo in modo da riuscire a trovare quel qualcosa che avrebbe decretato il sesso del bambino.

E sembrò trovarlo velocemente, dato che poco dopo, «Un bel maschietto, Harry, ed è in perfetta forma. È sorprendente tutto questo, complimenti, sul serio.» li informò, notando immediatamente la differenza fra la reazione entusiasta di Louis che «Oddio, un bambino, un piccolo principe.» esclamò estasiato, mentre «Maschio? Bene.» disse Harry con tono piatto, ripulendo la pancia dal gel e spostando malamenta la sonda dal suo grembo come se non volesse vedere quelle immagini, come se vedere suo figlio gli portasse addosso una malinconia e una tristezza infinita, quando avrebbe dovuto essere l'esatto contrario.

Non si accorse neanche di Louis che parlava col dottore, che si informava sulle vitamine e altre pillole e schifezze che avrebbe dovuto assumere perchè la gravidanza proseguisse la meglio. Non gli importava.

Si riscosse solo quando «Andiamo, Harry?» lo chiamò Louis, aprendo la porta e invitandolo a salutare ed uscire. Fece come ordinato, anche se non a voce, e si diresse velocemente fuori dall'ospedale, entrando in auto e sbattendo lo sportello. Louis fece lo stesso e accese il motore.

«Appena arriviamo a casa io e te parliamo. Questa storia mi sta uccidendo.» lo avvertì Louis facendo inversione e partendo.

The begging 》L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora