Sguardo freddo ed annoiato.
La borsa a tracolla che pendeva noncurante da una spalla.
Le mani strette a pugno per il nervosismo.
I piedi che strisciavano stanchi sulle piastrelle sporche del pavimento dell'istituto.
Entrai nella biblioteca dove avrei dovuto passare la prossima ora in punizione a riordinare i libri.
Penso che quelle maledette scartoffie venivano lasciate di proposito dai professori in disordine, giusto per far fare qualcosa agli studenti in detenzione.
Quei luridi bastardi.
Ti starai chiedendo cosa abbia mai fatto per beccarmi quell'insulso castigo.
Semplicemente, la mia voglia di ascoltare le lezioni era piuttosto scarsa, mentre la voglia di dormire sul banco era piuttosto ampia.
Tipico.
«Signorina Stevens, era da un po' di giorni che non la incotravo in detenzione» sorrise beffardamente l'anziana professoressa Collins che si occupava delle punizioni afflitte agli studenti.
Non mi erano per niente mancati la sua voce stridula, la sua acidità e i suoi stupidi e improponibili occhiali fucsia fluo, in netto costrasto coi capelli oramai bianchi.
«Al contrario suo, Hemmings. Casualmente lei è sempre qua a farmi compagnia» continuò guardando oltre le mie spalle.
Mi voltai notando Luke Hemmings entrare nell'ampia stanza.
Alzai gli occhi al cielo.
Anche in detenzione me lo devo sorbire.
Pensai.«Bene ragazzi» iniziò la Collins alzandosi dalla poltroncina su cui era seduta «Siccome per voi non è una novità trovarvi qui» fece una pausa osservandoci severa prima di continuare «sapete già cosa dovete fare. Quindi io adesso me ne vado. Buon divertimento» sorrise falsamente prima di uscire dalla porta in legno scuro della biblioteca.
«Vecchia acida» borbottai buttando a terra la tracolla per poi incrociare le braccia al petto.
Hemmings, nel frattempo, si era seduto su un tavolino, lasciato a disposizione per la lettura o lo studio.
Lo guardai scocciata, capendo che non si sarebbe mosso da lì per aiutarmi. Ma il biondo fece finta di nulla, ignorando il mio sguardo assassino mentre digitava chissà cosa sul suo telefono.
Sbuffai.
Dio, non lo sopportavo.
Mi voltai verso i libri sbattuti a casaccio su una cattedra.
Mi misi il cuore in pace e, sbuffando per una seconda volta, iniziai a dividerli per categorie.
Ognuno di loro era contrassegnato all'interno da delle lettere, che avevo imparato a conoscere, dove indicavano di che genere appartenessero.
Gialli.
Horror.
Storie d'amore.
Testi storici
Romanzi in lingue straniere.
«Stai scherzando?» la voce di Hemmings piuttosto stupita mi fece fermare dal mio intento.
Lo guardai confusa, non capendo.
«Vuoi davvero ritirare quei fottuti libri?» domandò esterreffato.
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The Perfect Boyfriend || Luke Hemmings
Novela JuvenilImmagina il ragazzo dei tuoi sogni. Fatto? Bene Adesso immagina di ritrovartelo davanti. Cosa faresti?